Disconnect

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-Mamma, sono tornata.- Dico a gran voce per farmi sentire mentre apro la porta. Scruto l'ambiente confusa perché non vedo nessuno in casa. Sento dei passi pesanti e veloci provenire dalle scale quando sbuca la testa corvina di mia madre, con una cesta grandissima colma di vestiti.
-Dimmi amore.-
-Niente mamma, sono tornata tutto qua. -
-Questo lo vedo, ti serve qualcosa?-
-Oh..em si, sto uscendo e volevo dirti che non torno per pranzo.-
-Okay tesoro.-
-Ciao mamma.-
Prendo la mia tavola da Surf, stavolta però decido di non andare non alla spiaggia, ma alla vecchia baia, quella dove andava sempre a surfare papà. Era una spiaggia bellissima,ci andavano sempre molte persone,poi papà era morto e l'avevano persino chiusa.
Quando arrivo mi sembra di rivivere i vecchi ricordi,mamma che guarda papà fare surf e papà che mi insegna come mantenere l'equilibrio sulla tavola. Una lacrima mi riga il volto, l'asciugo con il dorso della mano e senza farmi sopraffare ancora dalle emozioni mi dirigo in acqua. Eseguo uno spin-off, mi metto in equilibrio sulla tavola, cavalcando l'onda dalla cresta.
Queste onde sono molto grandi e rischio di perdere l'equilibrio varie volte.
Ne arriva una immensa, ho un po' paura, cerco di rimanere concentrata, cavalcandola dall'interno, eseguendo un tube-riding o perlomeno provandoci, l'onda é molto aggressiva. Ad un tratto perdo del tutto il controllo della mia tavola e cado in acqua, tento di riemergere ma quando ci riesco un onda mi travolge facendomi sprofondare sott'acqua, cerco di nuotare e ritornare a galla ma vengo sbalzata varie volte dalle onde, mentre provo a nuotare verso la riva vengo spinta verso qualcosa di molto duro, e sento sbattere la testa. Il dolore che mi provoca mi annebbia la vista,mi sento come se stessi perdendo i sensi.
Non mi arrendo e cerco di continuare per arrivare al bagnasciuga. Ormai sono vicina.
Riesco a toccare la sabbia con le mani, gattono un altro pó poi mi accascio sulla sabbia umida, sento le palpebre pesanti l'ultima cosa che vedo é una macchia di sangue sulla sabbia. Poi il buio mi inghiotte.

***

RYAN'POV

-Jordan tesoro, potresti controllare che ore sono?-
-Certo...mm... le 15:45 cara.-
-Forse dovremmo chiamarla.- Intervengo io.
-Non credo sia una buona idea, se sta facendo surf avrà il cellulare dentro il borsone e non penso lo possa sentire. - -Giá.- Asserisce Kaitlyn, nella sua voce è palpabile la preoccupazione.
-Bhé allora credo sia meglio aspettare che arrivi, sono sicuro che sta bene e che é sicuramente impegnata in una sessione di surf con Ilary.- Ci rassicura papà.
Sospiro leggermente e mi siedo sul divano, fissando un punto indistinto della stanza, vado avanti così fin quando il suono del telefono annulla quel silenzio. Corro come un forsennato fino al telefono, precedendo Katlyn che rimane sorpresa, le rivolgo una breve occhiata e alzo la cornetta mettendomela all'orecchio.
-Pronto?- Dico serio.
-P-ronto...R-yan s-sei tu?- La voce rotta e sommessa dalle lacrime di Ilary mi fa subito cagare addosso per la paura che sia successo qualcosa a Samantha.
-Ilary che é successo?-
-Lei è v-enuta qui... E p-oi...-
Smette di parlare e comincia a piangere come una forsennata. -Ilary parla, cosa l'é successo!-
-É caduta dalla tavola é...Ha b-attuto la testa contro uno scoglio.-
Una fitta al cuore.
-Lei? Come...É...Insomma cazzo... é...?- Non so come dirlo perché l'idea di perdere Sam mi uccide.
-É viva.-
-E dove cazzo sta adesso?-
-L'hanno portata al Long Beach Medical center.-
-Tu sei li?-
-Si.-
-Ok, sto arrivando.-
Riattacco, prendo le chiavi della moto, il casco ed esco.
-Ryan dove vai?- Papá mi ha beccato.
-È successo un incidente a Samantha mentre faceva surf, adesso é in ospedale.
Io sto andando da lei, non dire niente a Katlyn, quando arrivo vi chiamo io. Non voglio che si preoccupi.-
-Va bene.- Mi poggia la mano sulla spalla e rientra in casa.
Metto il casco e schizzo come un fulmine.
Quando arrivo scarico la moto in un angolo come fosse un sacco di patate, mi tolgo il casco ed entro.
L'odore di farmaci e intonaco mi fa vomitare. Si, odio gli ospedali.
Faccio una veloce analisi del posto ma non vedo Ilary, mi dirigo alla reception.
-Buon giorno, mi scusi.-
-Buon giorno, cosa le serve?-
-Vorrei vedere mia sorella.- "Ho seriamente detto sorella? Vaffanculo anche a me."
-Nome e cognome per favore?-
-Samantha Cooper.-
-Lei é?-
-Ryan Anderson.- Mi guarda torva, sicuramente per il cognome che non coincide con quello di Samantha, visto che le ho detto di essere suo fratello.
-La signorina Cooper si trova nel reparto terapia intensiva, secondo piano stanza quattro.-
-La ringrazio, buona giornata.- Salgo le scale che mi portano a un lungo corridoio. C'é un silenzio di tomba che ogni tanto viene rotto dal 'tic' prodotto da quegli arnesi per tenere sotto controllo i battiti del cuore.
Mi guardo un po' intorno alla ricerca di Ilary.
É seduta su una di quelle sedie più scomode di una panca di cemento, le gambe a petto e lo sguardo perso nel vuoto. Quando si accorge della mia presenza si ricompone.
-Ehy-
-Sai come sta?-
-Bhé il medico ha detto che fisicamente sta bene...-
-Spiegati meglio. Allora qual'é il problema?-
-Ha avuto un trauma,la probabilità che abbia perso la memoria é molto alta.-
Il mio cuore perde non uno ma mille battiti, l'aria comincia a mancarmi dai polmoni. Mi passo una mano sul viso sorreggendomi alla parete con l'altra. -Cazzo.- Impreco prendendo a pugni il muro.
-Ryan é inutile fare così, voglio dire sta bene, fisicamente é sana.-
-Ma non ricorda più niente Ilary! É come un hardisck vuoto.-
-Lo so! Lo so, ma é inutile disperarsi, possiamo solo aiutarla a ricordare.-
-Riguardo al recupero della memoria cos'hanno detto i medici?-
-Potrebbe tornare dopo alcune settimane, così come dopo mesi o addirittura anni.-
-Dio Santo Samantha ma che cazzo ti é frullato per la testa, perché sei andata in quella cazzo di spiaggia?!-
-Ascolta, non sei il solo ad essertelo chiesto.-
Sospiro passandomi la mano tra i capelli.
-Adesso posso vederla?-
-Si, credo di si. È nella stanza quattro.-
-Si me l'hanno detto.-
Entro nella stanza, il mio cuore cessa di battere alla vista di Samantha distesa sul letto, così inerme,é strano vederla con un espressione così tranquilla, di solito è sempre corrucciata oppure ha quel tipo di espressione confusa.
Le poso un bacio sulla fronte ed esco quando il mio telefono squilla.
-Pronto?-
-Ryan in quale ospedale é ricoverata Samantha?-
-Al Long Beach Medical center.-
-Okay stiamo per arrivare.-
-A dopo.- Riattacco e mi sedio in una delle tante sedie accanto ad Ilary.
-Allora?-
-Mmh?-
-Chi era al telefono?-
-Oh bhé era mio padre, sono per strada.-
-Capito.-
-Che intendi fare?-
-In che senso?-
-Adesso che non ricorda più niente che farai, glielo dirai?-
-Cosa?-
-Che sei innamorato, dico...Glielo dirai?-
-Dove hai sbattuto?-
-Andiamo Ryan.- Si alza in piedi e mi fissa a braccia conserte. -Davvero credevi che non l'avessi notato? La ami fin da quando era una bambina e adesso che é una donna te la mangi con gli occhi e quando in spiaggia si ferma a parlare con qualche amico quasi ringhi.-
Ringhio? Okay é vero sarò un po' geloso, ma non ringhio. O forse si? Merda.- Okay adesso che hai fatto la scoperta del secolo intendi ricattarmi?-
-Ma no idiota! Per chi mi hai presa.-
-Senti, in questo momento il mio amore per lei é all'ultimo posto sulla scala dei problemi, la cosa più importante é aiutarla a ricordare.-
-Ragazzi.- Una voce strozzata ci interrompe. Katlyn. Le vado incontro e l'abbraccio per confortarla.
-La mia bambina.- Singhiozza.
-Signori.- Tuona la voce del dottore.
-Dottore allora come sta la ragazza?-
-Dunque, fisicamente non ha riportato danni a parte una leggera slogatura alla caviglia sinistra.-
-Allora qual'é il problema?- singhiozza Katlyn.
-Sua figlia ha avuto un trauma cerebrale e la probabilità che abbia perso la memoria é alta.-
-Dio mio.- Si getta tra le braccia di mio padre e inizia a piangere senza interruzione.
-É meglio che la porti a casa rimaniamo io e Ilary all'ospedale.-
-stalle accanto.- Mi da una pacca sulla spalla e se ne va cercando di confortare Katlyn.

***

Fisso come un ebete l'espressione beata che aleggia sul viso di Samantha che dorme beatamente. Sto lì su quella sedia, la fisso, continuo così per ore fin quando non sento le palpebre più pesanti e cado in un sonno profondo.
Una luce accecante mi fa pizzicare gli occhi, li apro, quasi salto per aria quando mi trovo davanti una Samanta retta sulla schiena, in completo stato di trance, che mi guarda, é quasi inquietante. Mi sporgo verso di lei e le sorrido facendo movimenti cauti.
Lei allunga una mani verso la mia guancia, sento innumerevoli brividi a causa di quel contatto, non riesco a controllarmi e poggio la mia mano sulla sua, al mio tocco si rilassa e socchiude le palpebre. Non posso crederci, le infondo calma!
-Che bel quadretto,davvero sono commossa. Vedo che avete già fatto conoscenza.- Mormora la bionda con due tazze di caffè in mano e la solita espressione indagatoria.
-Svegliati dal trance e tieni le tazze piuttosto.-
-Vieni cara ti sistemo il cuscino. Ecco brava così poggiati.-
-Ilary lui...?- La sua voce é cosí vellutata, persino sexy, mi viene duro e in questo momento mi sento un coglione per essermi eccitato a una visione così innocente.
Ilary mi guarda di traverso e si accorge del rigonfiamento nei pantaloni fa una smorfia disgustata e torna con lo sguardo su Samantha. Non capisco perché cazzo Ilary mi odia.
-Lui tesoro, bhé..- sospira.-lui è un idiota.-
Samantha distoglie lo sguardo da ilary e mi rivolge un sorriso.
No, sto per scioglliermi.

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