Contrasts

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-Svegliati.- Mi sussura una voce roca all'orecchio.
Poi sento strusciare qualcosa su di me, vorrei scoprire cosa succede ma i miei occhi sono tremendamente pesanti a causa del sonno.
-Svegliati.- Sussurra ancora. Quando sento una mano infiltrarsi sotto la maglietta e salire dallo stomaco fino al reggiseno scatta un campanello d'allarme nella mia testa.
Balzo seduta e mi rompo il setto nasale contro qualcosa di duro.
-Cristo santo ma sei idiota o cosa?- Ryan é seduto a cavalcioni su di me e mi guarda con un sorriso poco promettente. -Che dici se magari ti levi da sopra di me, non sei mica tanto leggero sai? -
-Perché dovrei? È divertente.-
-Oh credimi non sarà più cosí divertente quando mia madre salirà in camera.-
-Mi dispiace deluderti ma é uscita con mio padre.-
-Va bene,adesso levati però.-
Lo spingo dal petto ma lui é piú forte, prende le mie mani mi inchioda al letto. Si abbassa di piú verso di me e a quel punto sento qualcosa di prominente premermi sui pantaloncini. Togliti Anderson per l'amor del cielo.
Mi alza il mento e unisce le sue labbra alle mie. Quello che prima era un casto bacio diventa qualcosa di incontrollabile e passionale. Non riesco a controllarmi, sto sbagliando di grosso e non dovrei essere qui a baciare mio fratello ma più cerco di oppormi più non ci riesco.
-Ryan lasciami.- Riesco a malapena a dire sotto forma di un ansimo.
-Perché opponi resistenza..?- É confuso, amareggiato, non riesco a decifrare bene la sua espressione.
-Perché? Ti rendi conto che é tutto così sbagliato?-
-Quando la smetterai? Te l'ho ribadito mille volte cazzo! Non siamo fratelli,nelle nostre vene non scorre lo stesso sangue.- Scende dal letto.
Sento già le lacrime pizzicarmi gli occhi.
Siamo cresciuti insieme come fratelli però, e per me è così difficile... Non capisci che mi mandi in confusione? Voglio urlare.
-Va bene, basta, andiamo a sistemare il garage.-
-No ti prego, c'é un casino là dentro, é impossibile sistemarlo, l'ultima volta che ci ho provato mi é caduto il ripostiglio addosso.-
-Imbranata.-
-Vuoi che ti rompa qualche costola? O saresti più contento se spezzassi qualcos'altro, non so se capisci?- Fa una smorfia di dolore come se solo il pensiero gli facesse male.
-Ne avresti veramente il coraggio?-
I suoi occhi bruciano di passione, le sue mani sono salde sulle mie spalle e in pochi secondi ci ritroviamo immersi in un bacio rude, violento, passionale. Le mani scivolano sul mio sedere, lo palpa fin quando non gli viene la fantastica idea di avvicinarmi a lui facendomi strusciare contro la sua erezione che preme dai bermuda.
-Andiamo a sistemare quel benedetto garage.- Asserisco staccandomi dalle sue labbra col fiato corto.

***

-Merda ma che...-
-No, non continuare la frase, é meglio.-
-Ma é un deposito non un garage.- É sconvolto.
-Ecco! La prossima volta impari a dire a tuo padre di sì.-
-Non avrei mai potuto pensare che era pieno di roba fino al tetto.-
-Mi pare di averti avvisato, ieri, quando te l'ha chiesto, che qua era un totale macello.-
-Va bene, lamentarci ormai che abbiamo accettato é inutile, perciò- fa un lungo sospiro. - Adesso muoviamoci prima che si faccia tardi e il sole cominci a girare, altrimenti moriremo bruciati, col cavolo che poi lo sistemiamo.-
-Giá, che bella cosa. Tu che sei alto una montagna riordini gli scaffali io penso a questi e a quei scatoloni li, appena finiamo pensiamo a fare una cernita di quella roba là.- La indico col dito.
-Okay.-
Mi alzo i capelli in una coda e inizio a sistemare.
Prendo gli scatoloni, li smisto, scrivo con un pennarello indelebile nero quello che contengono. Li riordino mettendo in basso quelli contenenti le cose che usiamo più frequentemente e in alto la roba che non usiamo spesso o quella ancora non usata. Mentre sistemo gli scatoloni giro leggermente lo sguardo verso Ryan. Rimango a bocca aperta, si é tolto la maglietta, e ad ogni suo movimento i muscoli si contraggono e rilassano, guardarlo mi provoca un formicolio lungo tutta la spina dorsale.
-Qualcosa non va?- No! mi ha scoperta...
-Eh...em...Nono niente.-
-Non mi sembra sia niente visto che mi stavi mangiando con gli occhi.-
-C-osa?! Ti sbagli ero solo sovrappensiero.- Narcisista del cavolo.
-Mentire non é il tuo forte.-
-Senti qual'é il tuo problema, ti sembra che esisti solo tu al mondo come ragazzo? Forse non é ancora chiaro il fatto che di te non me ne potrebbe fregare meno di niente. Puoi anche farti mezza California non mi importa. - Dico sprezzante.
Si avvicina con scatto felino e mi inchioda violentemente al muro.
-È questo che pensi? Posso farmi anche mezza California, eh?- L'ira divampa nei suoi occhi. Si avvicina di più iniziando a lasciare languidi baci dalla scapola fino all'orecchio. Il cuore sta per saltarmi dal petto, l'aria che respiro mi distrugge i polmoni.
-Sai cosa? Adesso mi faccio veramente mezza California, solo per il piacere, di vederti divorare dalla tua stessa voglia che ho io, di farlo qui adesso senza nessuna pietà.-
Sbarro gli occhi sorpresa dal linguaggio così crudo che ha appena usato e senza riuscire a controllarmi, gli mollo uno schiaffo sulla guancia.
Si stacca da me e mi scruta con aria scazzata mentre si tiene la guancia con l'altra mano.
Non posso credere che gli ho dato uno schiaffo. Non mi era mai capitato di picchiare nessuno.
Improvvisamente sento le lacrime bagnarmi le guance. Non riesco piú a reggere il suo sguardo e scappo lasciandomi alle spalle la sua voce che mi chiama per farmi fermare.

Ryan's POV

-Merda!- Tiro un pugno al muro fracassandomi le nocche.
Ma perché é cosí difficile? Si ostina continuamente da ogni rapporto con me. E io che come un coglione sono tornato qui per lei.
Il telefono inizia a vibrarmi nella tasca. Chi cazzo é adesso.
Accetto la chiamata e rispondo.
-Pronto.- Dico secco.
-Tesoro! Patatino come stai, sei arrivato da tre giorni ma ancora non mi chiamavi perciò ho deciso di farlo io.-
Cristo, Dio della pace. Ci mancava solo Charlotte.
-Patatino ci sei ancora?-
-Si Charl, si!-
-Perché non hai chiamato?-
Perché sei una fidanzata rompiscatole che si attacca peggio di una sanguisuga?
-Sono stato occupato.-
-Capisco.-
-Adesso devo andare, ho delle cose da sbrigare.-
-Okay, ciao amore.-
" Chiudo la telefonata senza nemmeno rispondere.
A volte mi chiedo come io sia riuscito a sopravvivere con quella gattamorta per due anni.
Il sole inizia a farsi sentire, guardo l'orologio, sono le 10:00. Sam se n'è andanta da un ora circa. Il desiderio di andarla a cercare e lasciare tutto é piú forte che mai, ma non posso. Lei stessa ha detto di non voler avere a che fare con me e forse dovrei farmene anch'io una ragione, che la ragazzina per cui sono tornato, non esiste più. Adesso é cresciuta, é una donna ed é piú bella che mai. Ma d'altronde in cosa potevo mai sperare? Che mi accogliesse a braccia aperte? Ho spezzato il suo cuore e aumentato la sua fragilità. L'ho abbandonata da vigliacco quale sono, lasciandola sola quando l'unica cosa che mi aveva chiesto era di restare, anche solo un altro giorno.
Non posso vivere così, le parole di papá mi perseguitano ormai da anni. Mi sono sentito un essere spregevole per un sacco di tempo solo perché ero attratto da lei. Per anni ho creduto che quello che sentivo fosse sbagliato quando invece gli unici a sbagliare erano quelle persone che ci avevano diviso.
-Ryan, Sam dov'è?-
Merda, sono già ritornati.
-Si sentiva poco bene per il caldo ed é scesa in spiaggia.- A voi il re dei bugiardi ,ecco cosa mi sento in questo momento."
-Mm...capito. Appena torna dille che devo parlarle.-
-Okay. Mio padre?-
-Sul retro, sta scaricando la spesa.-
Mi da un buffetto sulla spalla ed entra in casa.
Sistemo gli ultimi scatoli e raggiungo papà sul retro.
-Buongiorno papà.-
-Ehy, già che ci sei, che dici se dai una mano al tuo vecchio?- Merda,pure? Non basta aver dovuto sistemare quasi tutto il garage, ( o meglio deposito) da solo mentre la figlia della sua adorata se l'é svignata.
-Allora che dici mi aiuti o devi continuare a contemplare la mia bellezza?- Tossisce per ricevere attenzione.
-Scusa, pensavo.-
-Ah! La nuova generazione sempre a pensare. Tieni porta dentro queste.- Dice mentre mi dà tre buste che sembrano contenere blocchi di cemento.
-Poi mi spiegate cosa comprate di così pesante al supermercato.-
-Oh grazie sei un galantuomo.- Squittisce Kaitlyn mentre poso le buste sul tavolo.
Quando esco mi ritrovo davanti Sam.
-Alla buon'ora.- Mormoro.
-Pensa a farti i cavoli tuoi.- Acida la ragazza.

Samantha's POV

Dio ancora devo entrare dalla porta e già mette benzina al fuoco. Prima o poi ti gonfio a sberle Ryan Anderson.
-Sam tesoro.-
-Dimmi mamma.- Sorrido falsamente mentre sposto con una gomitata Ryan e mi faccio spazio per entrare.
-Avrei una commissione da darti.-
-Dimmi pure.-
-Tieni.- Mi porge una busta contenente -Candele profumate?-
-Si tesoro, sono quelle che fa la nonna, la settimana scorsa alla mamma di Ilary erano piaciute così gliene ho fatte fare alcune.-
-Capito. Dopo gliele porto.-
-Eh no, é questo il problema, pomeriggio deve andare a trovare sua madre all'ospedale, sai, sta poco bene.-
-Quindi, siccome tu adesso sei occupata devo andare io.- Sbuffo.
-Ecco, vedi che quando vuoi sei un tesoro?-
-Lo sono sempre.- Faccio la linguaccia. -Lo so.- Mi posa un bacio sulla fronte.
-Adesso vai a portargliele.-
-Okay vado allora.-
-Mi raccomando, se ti fermi a fare surf con Ilary non tardare, alle 13:30 si pranza.-
-Okay! Tranquilla mamma.-
Chiudo la porta, prendo la tavola da surf e mi incammino verso casa di Ilary.
-Sam.- Salto in aria.
-Ma che diavolo? Adesso mi pedini?-
-Ti faccio compagnia, non si sa mai.-
-Non c'è nessuna speranza di dissuaderti da questa tua geniale idea vero?-
-No infatti.-
Sbuffo sonoramente e continuo a camminare come se non esistesse. Mi sento come cappuccetto Rosso, solo che non devo stare attenta al lupo ma a Ryan.

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