Era come se il tempo si fosse fermato.
Lentamente, lentissimamente tutto ricominciò a girare.
Il cuore continuava a battere forte ma la mente aveva ripreso a funzionare.
Dopo quel momento di buio Cristian cominciò a cercare di capire quello che si trovava davanti. Riguardò meglio lo schermo, forse si era sbagliato, forse aveva confuso le lettere o aveva immaginato tutto...
Niente, il messaggio era ancora lì. Cercò di capire quindi chi gliel'avesse spedito. Era un numero sconosciuto.
Provò a chiamarlo ma come risposta ricevette solo la monotona voce che diceva che il numero era inesistente. Riattaccò. Era tutto così strano.
Cris si era leggermente calmato, pensando che potesse trattarsi di uno scherzo, ma una strana ansia gli pesava sul petto.
Ripensò a una serie di nomi che probabilmente avrebbero potuto fargli quella bravata. Li avrebbe chiamati tutti e avrebbe fatto saltare fuori il colpevole.
Perché doveva essere per forza uno scherzo.
Per forza.
Insomma... non poteva essere vero...
Il telefono squillò improvvisamente facendogli fare un salto e riportandolo alla realtà.
Prese velocemente il cellulare per vedere che sua madre lo stava chiamando.
Due colpi in pochi attimi, questo non faceva sicuramente bene alla sua salute. Riattaccò e aprì il portone.
Vediamo di rientrare intanto.
Pensò aprendo la porta di casa.
Sua madre era lì sull' ingresso con il telefono ancora in mano.
- Stavo per chiamare la polizia, per dio! Almeno fai uno squillo se sai che farai tardi -
Sua madre era "leggermente" alternata.
Cris non rispose e lei, forse notando la strana espressione sul suo viso, gli domandò cambiando tono:
-Tutto bene? -
Il ragazzo capì di essere rimasto fermo e in silenzio davanti alla porta e cercò di rimediare
- Si si, tutto bene. Scusa, ho avuto da fare - disse mentre si dirigeva verso camera sua. Sua madre lo guardò mentre passava ma non disse niente pensando che stesse in uno dei suoi momenti strani.
Entrato in camera si richiuse la porta alle spalle. Buttò il giubbino da una parte e messosi a sedere sul letto riaccese il telefono. Osservò ancora un po' il messaggio, poi prese a scorrere tutti i suoi contatti. Facendo copia e incolla scrisse a tutti i possibili amici autori di quello scherzo.
"Ehi, sei stato tu a mandarmi quel messaggio? Non è per niente divertente"
Ma le risposte che ricevette furono tutte uguali
" Scusa ma quale messaggio?"
"Che messaggio?"
"Io non ti ho inviato niente, di quale messaggio parli?"
Cristian si buttò sul letto.
Tutto questo era assurdo. Eppure poteva solo trattarsi di uno scherzo. Non voleva neanche pensare che fosse vero. Non voleva, ma quell' idea iniziò ad insinuarsi nella sua mente. In fondo quel messaggio era diventato una cosa normale di quella città. I telegiornali riportavano le morti, anche se le persone non ne parlavano mai.
A volte potevi sentire qualche bisbiglio in un bar o una signora con le buste della spesa che parlava con le sue amiche di qualche parente a cui era arrivato, magari con un fazzoletto in mano per asciugarsi le lacrime. Ma nessuno ne parlava mai apertamente. Eppure, di persone con lo sguardo perso o gli occhi lucidi ogni tanto la incontravi per strada.
Era strano, perché era come vedere qualcuno che era già morto. Erano persone che venivano evitate, osservate da molti sguardi di persone che sossurravano " Ecco vedi, quello lì, secondo me quello deve morire".
La maggior parte delle volte erano uomini e donne anziani e quando Cris e i suoi amici le vedevano provavano un senso di angoscia. Tutto però era molto distaccato e la vedevano come una cosa che non faceva parte del loro mondo, almeno non per ora.
Mai avrebbe pensato che potesse capitare proprio a lui. Cioè ci aveva pensato molte volte, ma ora che stava succedendo veramente non ci poteva credere. Se quel messaggio era vero...
Era ancora giovane, non poteva morire proprio ora a diciassette anni. Anche se non molto importanti , aveva anche lui dei sogni, dei desideri, delle cose da fare.
Cristian si mise le mani tra i capelli
No,no,no,no,no,no,NO!
Ci doveva ancora sperare, non poteva lasciarsi andare.
Delle lacrime avevano iniziato a salirgli agli occhi. Se li asciugò velocemente. Doveva pensare ad un modo per risolvere quella situazione. Le possibilità in sostanza erano due.
O quel messaggio è un fottutissimo scherzo di qualche fottutissimo stronzo o è tutto reale e tra due giorni dovrò morire
Innanzitutto doveva capire quale delle due era vera.
Accese il computer. Digitò " you will die". Già dopo aver scritto you la ricerca gli comparve davanti.
Non si era mai veramente interessato di tutto quello che girava intorno al " messaggio della morte", come veniva chiamato da molti. Apparte i primi tempi, in cui aveva seguito tutti i telegiornali per cercare di capire, aveva sempre voluto evitare l'argomento.
Ora però la situazione richiedeva una ricerca approfondita. Andò su tutti i siti possibili. Visualizzò ogni pagina. Lesse ogni riga. Intanto qualche amico ritardatario gli scrisse solo per confermare che non era stato nessuno che conosceva la causa del messaggio. Anche insistendo con alcune persone la risposta era la stessa. Dopo più di un ora passata su Internet, Cristian spense il computer. Ora aveva le informazioni che gli servivano.
Ogni messaggio della morte veniva inviato a due destinatari.
Il primo era la persona che sarebbe dovuta morire.
Il secondo era la polizia, che lo riceveva esattamente ventiquattro ore dopo il primo il primo invio, come se il misterioso emittente volesse certificare le sue morti. Nel messaggio inviato alla polizia erano scritti il nome e il cognome della vittima.
Ora Cris sapeva cosa fare.
Il giorno seguente sarebbe andato dalla polizia.

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Tu morirai
Misterio / SuspensoCristian vive in una cittadina degli Stati Uniti. Da circa tre anni le persone muoiono per cause misteriose. Dal momento in cui sul loro telefono ricevono un messaggio con scritto "You will die" hanno due giorni di tempo prima di morire. Cristian in...