capitolo 3

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Scendo giù e vedo tutti i ragazzi che mangiano e chiacchierano tra di loro.
"Buongiorno" dico io un po timida.
"Buongiorno" dicono tutti in coro.
"Dormito bene?" dice Claudio.
"Oh si si, grazie" Claudio mi sorride e io divento rossa, maledetta timidezza!
"Oggi noi andiamo agli allenamenti, e tu varrai con noi" mi giro verso Àlvaro, significa che entrerò nello stadio della Juventus? È fantastico....
"Àlvaro, non ho dei vestiti puliti" - "Oh penseremo anche a questo andremo a fare schopping questo pomeriggio, e puoi scegliere tutto quello che vuoi" dice Maxi. "Grazie ragazzi, grazie di cuore" mi sorridono e poi continuiamo a fare colazione.

Mentre che gli altri si preparano per gli allenamenti io mi dirigo in camera per prendere la giacca, ormai vecchia. Dalla tasca estraggo la lettera, la sua lettera.
Ancora penso come eravamo felici insieme.

"Dai Sophia, vieni di qua!" lo raggiungo e davanti a me c'è il paradiso. "È stupendo" dico io con gli occhi luccicanti.
Davanti a noi c'è una cascata, un prato pieno di fiori e un venticello che fa sentire il loro profumo.
All'improvviso ci troviamo uno di fronte all'altro. "Sei bellissima" sorrido alla sua affermazione e poco dopo le nostre labbra si avvicinano per po diventare un unico bacio.

Chiudo gli occhi, metto la lettera al petto e sul viso mi scende una lacrima, ricordare fa sempre male.
"Ehi Sophia, tutto bene?" entra Àlvaro e mi asciugo di fretta la lacrima con il dorso della felpa, anch'essa vecchia, e nascondo la lettera sotto il cuscino. "Si si, arrivo subito" dico io con lo sguardo basso sperando che non si sia accorto di nulla.
"C'è qualcosa che non va?" si avvicina, ti prego non farlo!
"Perchè non dovrebbe andare tu..." Àlvaro mi prende il viso e me lo alzo facendo incontrare i nostri occhi. "No che non va bene, perche stavi piangendo?" sposto lo sguardo da lui e lo abbasso sul pavimento. "Non stavo piangendo, sono raffreddata e il raffreddore molto spesso mi provoca questo effetto, tranquillo" sentendo il silenzio alzo lo sguardo su di lui e vedo che mi guarda con sguardo triste, forse non sarà ceduto alla mia grande cavolata.

Sono nella macchina con Àlvaro, gli altri sono andati con le proprie auto.
L'unico rumore che si sente è la radio.
"Vorrei sapere un po di più su di te!" Àlvaro abbassa il volume della radio - decisamente troppo alto- e porta lo sguardo su di me.
"Non mi va..." dico io appoggiando il braccio sulla maniglia della portiera, sbuffando. "Credi che io possa far rimanere una perfetta sconosciuta a casa Juve?" lo guardo e sbuffo ancora una volta, ieri mi ha detto che ormai ero parte di loro e oggi si presenta e mi dice che non può far restare una perfetta sconosciuta in casa Juve, questo è pazzo. "Posso anche togliere il disturbo, domani mattina me ne andrò, state tranquilli" dico io annoiata.
"Non ti permettere, io stavo scherzando!" dice lui alzando il tono della voce e facendomi spaventare. "Perchè tanta decisione?" - "Non voglio che tu te ne vada, e tantomeno che tu vada in giro da sola notte e giorno, e che pretenda anche che tutti noi ci dimentichiamo di te!" lo guardo e rimango scioccata dalle sue parole, ammetto che mi mancherebbe la loro presenza....
Non rispondo e continuo a guardare fuori...

Arriviamo davanti lo stadio e quando scendo vedendo le persone vestite eleganti mi sento un po a disagio, io in confronto a loro non valgo niente.
"Seguimi" seguo Àlvaro e gli altri ragazzi facendo attenzione a non dimenticare di guardare tutto, ma credo che questa non sarà l'unica volta che verrò, giusto?
"Ti piace?" mentre guardo tutti i trofei vinti mi giro e vedo Mario M. che aspetta una mia risposta. "Oh si si, certo che mi piace" - "Vieni, adesso andiamo nel campo per allenarci" sorrido e seguo Mario M. cercando di non dare a vedere la mia solita goffaggine.
Quando entriamo nel campo rimango stupita della sua bellezza, ma come fanno a essere tranquilli quando vedono questo campo colma di gente....

Sono stata tutto il tempo seduta sulla panchina a guardarli allenarsi e devo dire che mi sono divertita un casino.
Paul P. ha messo lo sgambetto a Simone, Simone è caduto addosso ad Àlvaro e Àlvaro è caduto addosso a Maxi, è stata una scena epica.
"Ciao" mi giro e vedo una ragazza, capelli biondi, occhi verdi che mi sorride.
"Ciao, chi sei?" - "Oh che maleducata, mi chiamo Jessica e sono la figlia di Andrea Agnelli, il dirigente ufficiale della Juventus. Ti ho vista qui tutta sola e ho pensato che ti sarebbe piaciuta la mia compagnia" - "Si infatti, mi stavo annoiando un po, comunque piacere Sophia" Jessica mi sorride e poi insieme cominciamo a parlare di cose varie. "Sei fidanzata?" No, questa dimanda no.... "Mmm...no, tu?" - "No, ma mi piace qualcuno" - "Oh, e chi?" vedo che arrossisce e poi sposta il suo sguardo su Maxi. "Ti piace Maxi?" dico io sorridendo "Si, ma tanto so che non mi noterà mai..." - "Non dire così, abbi più fiducia in te stessa, sei una bellissima ragazza da fare invidia a tutte..." dico io guardandola per un momento seriamente. Infatti è una bellissima ragazza, vorrei avere i suoi occhi! "Grazie tante. Domani c'è una partita qui allo stadio e tu sei ufficialmente invitata dalla sottoscritta" rimango sorpresa dalla proposta di Jessica, nessuna ragazza si è mai interessata a me, hanno sempre preferito mia sorella...
"Be ecco....ti fidi già di me?" - "Sai, tante ragazze vogliono fare amicizia con me, ma so che è solo perchè sono la figlia di una persona importante e perchè credono che potrei presentargli qualche ragazzo della Juve, non mi piace quel tipo di gente, io mi fido di te perchè dopo quello che mi hai detto...be...come si fa a non fidarsi di te?" sorrido alle sue parole, credo di aver trovato un'amica e di questo ne vado fiera.

Mi hai cambiato la vita|| Alvaro MorataDove le storie prendono vita. Scoprilo ora