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Nella foto: a sinistra Denise, a destra Rosalia.

Mi svegliai e mi guardai attorno.
La sveglia continuava a suonare:6.30.

La spensi, presi dei vestiti puliti e l'accappatoio e andai sotto la doccia. Mi asciugai e misi un Jeans aderente e una canotta bianca e un paio di Superga nere. Uscii dal bagno e feci colazione con un cappuccino ed un cornetto al cioccolato. Poi feci una coda alta, un filo di matita sopra e sotto, mascara e lucidalabbra. Infilai il giacchetto di pelle e lo zaino in spalla e uscii.

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La scuola come sempre non fu affatto piacevole, odiavo la grammatica e tutto quel che aveva a che fare con l'italiano.
Meno male che alla terza ora c'era matematica!

Dopo due ore di agonia finalmente intervallo!!

Aspettavo questo momento da quella mattina e finalmente potrò alzarmi e uscire in corridoio.

"H" sento urlare e allora mi volto.

Rosalia, la mia migliore amica, mi corse in contro.
La piccola boccuccia aperta in un sorriso, i vispi occhietti ambrati in un'espressione felice e i capelli leggermente ramati svolazzanti che le lasciavano scoperto il viso dai ferrei lineamenti, addolciti dalla sua espressione carica di gioia... la classica bellezza naturale, insomma.

"Ros!" Andai da lei e ci abbracciammo.
Mi staccai.

"Come mai sei venuta a quest'ora?"
"Non mi sono sentita bene. Mio padre ha chiamato la segreteria e ha comunicato il mio ritardo..."

Lanciai un'occhiataccia indagatrice.
Lei mi guardò, col suo finto sorriso tirato e buffissimo. Scoppiammo a ridere assieme.

"Daiiiiii! Dove sei stata?"
"Mio padre ha realmente chiamato la bidella perché pensava avessi *tosse* dolori *tosse intestinali *tosse*"
Disse mentre passava un gruppo di ragazzi, tossendo per non fare brutta figura e facendomi ridere.
"Ma invece sei stata al cell tutto il tempo... Sisi, lo so..."
Ridemmo di gusto.

Ci dirigemmo verso la nostra classe per la pallosa ora di letteratura.
Dopo l'ultima ora, al suono della campanella, ci avviammo con tutta la classe verso l'uscita senza un ordine e senza aspettare il prof.

"Hope!"
La voce di Denise, mia cugina, mi risvegliò dai miei pensieri su quanti compiti avessimo per il giorno seguente.
"Dimmi Deny!"
"Allora da me?"
Sorridi "Ovvio no?"
Rispose con un sorriso a 32 denti, mi diede un bacio sulla guancia e prese a giocare, come sempre, con una ciocca di capelli.
Denise, con i suoi toni caldi, le ciglia e i capelli lunghissimi, riusciva ad essere sensuale in tutto ciò che faceva, con le sue movenze ampie e il suo comportamento talvolta stravagante. Al contrario di Rosalia, semplice e calorosa, di origine mediterranea, Denise era la massima esponente che conoscessi di una bellezza aggressiva e provocatoria.

Dopo le lezioni saltammo sulla mia moto e andammo a casa di Denise.
Come sempre profumata di gelsomini, dal piccolo atrio svoltammo a sinistra, trovando tre scalini che si aprivano sulla cucina (salone all inclusive).

Allora ci sedemmo al grande tavolo abbandonando i nostri zaini sul divano e zia ci mise davanti un piatto di lasagna bianca.

Mi aprii in un sorriso guardandola cui lei ricambiò. "Wooow grazie zia!". Mi fece l'occhiolino, socchiudendo gli occhi scuri e passandosi una mano nei ricci e neri capelli.

Dopo mangiato salimmo in camera di Denise.
Dopo 5 minuti mia madre arrivò a portarmi il borsone della danza e ci vestimmo: calze, body (da divisa), un pantalone comodo, lo scaldacuore nero e poi, con tanto odio e pazienza, ci toccò affrontare lei, LA BESTIA NERA: geografia.

Allora imparammo approfonditamente le sette pagine assegnateci, e mentre ripetevo giravo attorno al letto di Christian, il fratello minore di Denise: non so perché ma mi aiutava a ricordare più cose.
Dopo 1 ora e mezza terminammo il capitolo, e allora togliemmo le scarpe per mettere le scarpette.
Ci esercitammo in piroette, salti e spaccate (naturalmente dopo un sostanzioso riscaldamento), poi rimettemmo a posto le scarpette e scendemmo. Dall'uscio della porta urlai:"Ziaaaa! Noi andiamo" ricevendo come risposta un semplice:"Ok! Fate attenzione in strada!".

Sorriso e corremmo fuori."Guido ioooo!" esclamò Denise mentre mi superava correndo. "No, nono noooo!" urlo mentre Denise sale sulla moto al posto del guidatore.
Uffiiiii, mi ero fatta fregare.
Allora raggiungo la moto e, mettendomi davanti a Denise, esclamai:"Passa dietro mocciosetta!". Essendo di un anno più piccola di mia cugina, sapevo che non le piaceva affatto quando la chiamavo "mocciosetta".

Mise il broncio, mentre io sorrisi soddisfatta. "Come come come? Chi è la mocciosetta?"
Allora le tirai la borsa in faccia e lei rise.
"Okok... Passo dietro...".
Lei allora passò dietro e io mi sedetti al posto del guidatore.

Impiegammo 5 minuti per arrivare alla nostra scuola di danza, che si trovava in un paesino accanto al nostro.

Oiiii ecco il primo capitolo, scusate il ritardo! Un bacione <3.

L'amore per la danza.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora