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Ragazzi/e, vi voglio avvisare: disabituatevi alle virgolette alte ("..."), e alle basse visto che non le uso (<<...>>). Da ora inizierò ad usare i trattini (-...-).
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Iniziamo a danzare.
Dallo specchio vedo Francesco osservarci curioso, mentre Denise è concentrata solo e unicamente sui suoi piedi.

Jetè jetè jetè jetè, tan lève, cou de piè, tendù, croisè, sissonne e quinta.
Jetè jetè jetè jetè, tan lève, cou de piè, tendù, croisè, sissonne e quinta...

I passi mi risuonavano in mente mentre li eseguivo, ma poi...
Basta. Basta? Sì... Basta.
Niente: silenzio, silenzio assoluto.
Silenzio che viene poi interrotto da un rumoroso applauso.

-Brave, brave davvero brave.
Francesco si alza, continuando ad applaudire. Avevamo finito. Sorrido respirando irregolarmente.
-Un secondo-dico io, mentre mi allontano. Vado in camerino e non trovo nessuno: Annaclara e Romina sono andate ad Hip-Hop.
Vado verso il mio borsone. Prendo 3 cerottini per le dita dei miei piedi che stanno morendo, l'acqua e un'asciugamano. Torno in sala.

-Wow, già dolorante?- chiede Denise mentre tolgo la punta e, grazie alle mie calze bucate sotto al tallone, libero il mio piede. Annuisco.
Francesco ci guarda confuso e D, quasi come se gli avesse letto nel pensiero, esclama -Non puoi saperlo tu cosa proviamo, sei maschio. Ma le punte fanno molto male- mi si siede accanto liberandosi anche lei il piede.
Metto un cerotto e D mi guarda implorante. Sorrido capendo cosa vuole. Torno nel camerino e prendo dalla mia borsa una confezione di anellini per le dita. Torno in sala e la lancio a D che la prende al volo. Sorride e F mi guarda in cerca di risposta -Che cavolo è quello?-

rispondo ridendo -Sono, detto nella lingua di chi non li conosce, anelli di silicone che si mettono attorno alle dita dei piedi. Dovresti imparare molte cose, ma non credo lo farai, visto che sei maschio e la questione non ti interessa in prima persona-.
Sorrido.
Allora ci "medichiamo" i piedi e insegnano qualcosa a Francesco, visto che è nuovo.
-Impari in fretta- affermo guardandolo fiera del mio lavoro: non per vantarmi, ma insegno bene.
Sorride -Beh, grazie a voi che siete delle ottime insegnanti-.
-Grazie...- affermiamo in coro io e Denise, mentre arrossisco violentemente.
-Ah, vedo che siete tutti e tre qui, Sara e Lara stanno arrivando. Mettetevi alla sbarra, su!-
Entra la nostra maestra di danza contemporanea.
-Francesco, allora, non so bene quanto possiamo "osare" con te, quindi iniziamo dai passi base...-
Comincia l'insegnante.
-Ok, allora, facciamo così...
Grand battement, grand battement, retirè, developpè, scendo, demi alla seconda, tendù e chiudo quinta. Tendù e chiudo prima tendù alla seconda e quinta chiudo dietro, tendù dietro e chiudo prima, tendù di lato e chiudo quinta avanti, allungè con affondo e fine-.
Spiegò come se fosse la cosa più semplice del mondo. E per quello che ci dava di solito da fare lo era.
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La maestra ci dà una pausa dopo i salti con le spaccate, le rovesciate e le piroette.
Prendiamo le asciugamani e andiamo nel camerino. Mentre Francesco e Denise si siedono a terra, io appena chiudo la porta alle mie spalle che conduce alla sala strapazzo a terra sfinita, sdraiandomi e chiudendo gli occhi.

Allora F e D si lanciano un'occhiata stupita e preoccupata. Denise si alza e corre verso di me. Mi scuote preoccupata -Hope? Hope! Stai bene?- mi chiede con fare materno, mettendomi una mano in fronte.
Allora, decido di fare uno scherzo...
forse infantile. Mah... Conta che li farò preoccupare a morte!

Non rispondo e, sebbene abbia il fiatone per gli esercizi, cerco di respirare il più piano possibile tanto che, quasi quasi, smetto di respirare.
Denise sbianca. Si gira verso Francesco. -No... No-n... Non è...-
Ma F la interruppe:
-No!- urlò, quasi come avesse paura di ciò che stava per dire Denise.

È il momento di entrare in azione!
Pensai.

Allora presi un respiro profondissimo: stavo per alzarmi improvvisamente e farli crepare dalla paura, quando...
Lacrime.
Si... Era un pianto... Mi alzai.

Non ero più nel camerino della mia scuola di danza. Ero in una camera da letto ampia ed elegante.
Inginocchiato accanto al letto matrimoniale, con la faccia nascosta tra le mani, c'era un bambino. Era magrolino, coi capelli neri e ricci che tendevano al color cioccolato. Aveva un jeans e una t-shirt azzurra, le scarpe da ginnastica, niente di insolito. Ma piangeva, piangeva e piangeva come se non avesse altro scopo nella vita. Allora mi avvicinai a lui. Mi inginocchiai e notai che sul letto c'era una donna, giovane e bella, coi capelli nerissimi e il viso pallido.
Era immobile...
Oh...
Pensai.
Abbracciai il bambino, ma al mio tocco si alzò e se ne andò, quasi come se non fossi esistita.
Dopo non vidi più niente. Tutto era sempre più appannato, finché non vidi altro che buio.
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Sentivo delle voci lontane, ma non capivo cosa dicessero. Vedevo due sagome e sentivo dei singhiozzi.
-Non preoccuparti... Andrà tutto bene...- sentii. Poi in un sussurro
-Spero...- allora aprii gli occhi. Gemetti per la stanchezza e il dolore delle mie ossa appena risvegliate.
Tentai di alzarmi. Mi sentivo debole e stanca.
Subito sentii due braccia forti e calde aiutarmi ad alzarmi.
Lì davanti a me c'era D, e Francesco mi aiutava ad alzarmi e a mettermi seduta.
-Sono sembrati due minuti infiniti questi- disse Denise abbracciandomi preoccupata.
-Cosa è successo?- chiese preoccupato ma serio Francesco.

-All'inizio, quando mi sono buttata a terra per la stanchezza, voi avete reagito in modo esagerato. Quindi ho pensato di farvi uno scherzo.-
Denise era incazzata nera, questo era sicuro. Ma prima che potesse darmi uno schiaffo, la fermai con un gesto della mano e continuai calma e fredda come mai -Ma poi ho sentito piangere, così mi sono alzata. Ero in una camera da letto, e c'era un bimbo che piangeva. Sul letto c'era la madre morta. Ho abbracciato il bambino, ma lui se n'è andato come se non esistessi.-
Francesco rabbrividì al mio racconto e, con tono gelido, sussurrò così piano che D non lo sentì -La mamma... Ma Hope è...-.
Poi fui io a rabbrividire
Oh... Ma quando parlava... No-n...
Non muoveva la bocca!
Pensai scioccata.

L'amore per la danza.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora