2

161 14 5
                                    

Sophie's pov

Cammino per le strade di Verona con una cuffia infilata nel mio orecchio.
Le note delle sinfonie di Bach mi danno un senso di leggerezza indescrivibile.
Stringo la canon e scatto foto a qualunque cosa mi capiti.
Qui é tutto così bello, così diverso dalla caotica Seattle.
Le persone sorridenti, i negozi, le gelaterie lungo il corso, le piazze, i monumenti, l'Arena..

-A cosa stai pensando?- indaga Zayn punzecchiandomi su un fianco.
Sospiro e ignoro la sua domanda.

-All'amore.- rispondo dopo vari minuti.

Zayn mi guarda incredulo, strabuzzando gli occhi, quindi mi affretto ad aggiungere un:
-Per la cultura, ovvio.-

-Ah, ora capisco tutto.- mi prende in giro.

Alzo gli occhi al cielo e lo ignoro, continuano a scattare foto.
-Stai attenta a non sprecare tutto il rullino, voglio scattare anche io qualche foto.- si lamenta mio padre.

-Okay papà.- ridacchio passandogli la macchina fotografica.

-Grazie.- sorride.

-Ehi sorella noiosa, mi scatti una foto con il mio telefono da mandare ai miei amici?- mi prende in giro quel gorilla tatuato di mio fratello, guardando l'Arena alle sue spalle.
-Dà qua e non rompere.- lo liquido afferrando il suo iphone.
-Spostati un po' più in là, nono, più a sinistra.. ecco.- istruisco prima di scattare.
Sospiro soddisfatta del mio lavoro e gli passo il telefono.

-Ora tocca a te.- dice spingendomi verso l'Arena.
-No, esco male nelle foto.- dico comprendomi la faccia.
-Leva quelle mani.- istruisce e io le tolgo, sconfitta.
Mi stampo un sorriso falso per quelle che sembrano ore finché non sento un 'clik'.
Sorrido e ne sento un altro.
-Dai smettila!- esclamo correndo verso di lui.
-Oh vedi, questo é un sorriso vero!- esclama mostrandomi le seconda foto.

Alzo gli occhi al cielo e lui mi manda un finto bacio prima di prendermi per mano e trascinarmi per le strade sconosciute di Verona.

-Ma mamma e papà?- chiedo leccando il mio gelato, vigorosamente al fiordilatte.

-Credo ci stiano aspettando alla casa di Romeo e Giulietta.- risponde leccando anche lui il suo gelato, alla fragola.

-E come ci arriviamo?- chiedo senza far tralasciare troppa disperazione.
Non avevo programmato di perdermi.

-Aspetta un attimo.- dice allontanandosi.
Alzo gli occhi al cielo e batto, irritata, il piede su una delle tante mattonelle che ricoprono la via.

Guardo Zayn e noto che sta parlando con un ragazzo.
Biondo, alto più di ogni altro essere umano che non sia un giocatore di basket o di pallavolo, con un insolito piercing al labbro.. come si chiama? Ah, labret.
L'avevo letto in un libro che parlava delle strane abitudini degli adolescenti.
Persa nei miei pensieri non noto che mio fratello é tornato.

-Quanti minuti?- mi chiede sospirando.

-Otto minuti, otto minuti fuori dal programma. Non avevo programmato di perdere otto minuti. Ciò significa che dovremmo togliere min..- inizio ma Zayn mi copre la bocca con la sua grande mano.
-Tu adesso ti rilassi e ti godi la vacanza, okay? Sennò ti ritiro il tuo diario.- mi minaccia.
Cerco di dire qualcosa di comprensibile ma il suono é tutto ovattato per colpa della sua mano.
-Se ti libero, prometti che smetterai di fare l'ossessiva compulsiva?- mi chiede e io annuisco e quando mi "libera" gli pesto un piede e corro per le strade -per ora- sconosciute di Verona, facendo cadere il mio gelato.

-Eccovi qui, ci stavamo preoccupando!- esclama mio padre quando ci vede.

-Chiedi a lui.- ammicco e Zayn mi fa l'occhiolino.

Lo ignoro e rubo la macchina fotografica dalle mani del mio babbolino, per poi iniziare a scattare foto a qualunque cosa mi ispiri.
I miei famigliari si sono già addentrati all'interno della tanta conosciuta dimora, o meglio, nel giardino.

Invece io mi sono soffermata sull'entrata stracolma di nomi, promesse di amore infinito (palesemente falso, tutto finisce), frasi sdolcinate e messaggi per Giulietta.
Scatto foto comunque, anche perché tutto ciò, nella sua stupidità, é alquanto affascinante.

Il mio obbiettivo vaga per le mura d'amor finto dipinte finché non trovvo una frase che quasi mi fa piangere dalle risate.
"Tanto vi lascerete tutti."
Scatto la foto e la ammiro, trattenendo lacrime e risate.

-Soph mamma ci chiama.- dice mio fratello che si é teletrasportato alle mie spalle.

-Si arrivo.- ridacchio.

-Perché stai ridendo?- mi chiede alzando un sopracciglio.

-Oh, no niente.- mento mordendomi l'interno guancia.

Fa spallucce e si gira, così che il sospiro che avevo nella gabbia toracica esca rumososamente.

Seguo Zayn all'interno del giardino dove si vede la statua della tanto famosa Giulietta e il balcone dove, con Romeo, si scambiava promesse di amore infinito.
Una risata incontrollata esce dalle mie labbra.
Sono morti entrambi.

-Zayn! Sophie! Salite a fare la foto!- esclama mio padre, prendendo me e mio fratello per i polsi.

-No.- mi impunto.

-Se non la tocchi non ti sposi!- esclama mia mamma, riferendosi alla tetta della statua.

Mio fratello mi tira affianco alla statua e mi fa salire sul rialzo dove le persone si mettono per scattare la foto con Giulietta.

-Non mi sposerò comunque.- borbotto, mentre mio fratello si posiziona dietro di me, a mo' di scudo.
-Sorridi, che c'é qualcuno che ti sta guardando.- sussurra al mio orecchio, prima che la mamma scatti la foto.

I miei occhi vagano tra la folla e incontro degl'occhi azzurri, che prima non avevo notato, scrutarmi attentamente.

Casuality || Luke HemmingsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora