Capitolo 5

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TRA LE TUE BRACCIA

C A P I T O L O  C I N Q U EJ

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C A P I T O L O  C I N Q U E
J

Sono teso ed agitato, due stati d'animo che non sono abituato a provare, eppure eccomi qui alle tre e mezza di notte impalato davanti ad una porta come un completo idiota; rischiando tra l'altro di prendermi una nota nel caso un professore mi dovesse beccare.

Sto camminando da almeno dieci minuti avanti e indietro per il corridoio del secondo piano dell'albergo, cercando di trovare le parole giuste da dire e - anche se mi costa ammetterlo - il coraggio per bussare.

Non so cosa mi sono messo in testa prima e ancor di più mentre venivo qui, ma so sicuramente che dipende da ciò che è accaduto oggi pomeriggio in camera.

Ho cercato invano numerose volte di chiudere gli occhi, ma continuavo a pensare a cos'è capitato con Selena; ho provato a trovare dei motivi per il suo cambio d'umore improvviso e soprattutto ho tentato di capire se è successo per colpa mia.

Appena è uscita - passati circa venti minuti - dal bagno il clima della stanza era cambiato e lei era completamente diversa dalla ragazza che stava scherzando con me pochi minuti prima.

Fatto sta che oltre a non rivolgerci più la parola ci siamo ignorati, o perlomeno lei c'è riuscita, mentre io c'ho provato fallendo miseramente poco dopo.

Quando siamo scesi al piano terra per andare a mangiare, l'ho guardata per tutto il tragitto, e ho fatto la stessa cosa per tutta la cena, cercando di capire qualcosa in più e constatare se stesse bene, ma non mi sembrava propensa a parlare nemmeno con i suoi amici e ciò mi ha allarmato parecchio.

Così dopo essermi girato e rigirato nel letto in preda a questi pensieri, ho deciso di venire a parlare con Caitlyn, i problemi però sono più di uno: ovviamente l'ora, il fatto che mi detesti e la sua compagna di stanza, cioè la mia fidanzata.

Finalmente mi decido e busso, sperando ardentemente che non sia Gwen a svegliarsi, perché non saprei che scusa inventarmi e non ho voglia di pensarci.

Nessuna delle due apre ed io ci riprovo, stavolta in modo più forte e deciso, aspettando che qualcuno spalanchi questa benedetta porta.

Per mia fortuna accade subito dopo che ho sbattuto - poco pazientemente e silenziosamente - la mano sullo stipite.

Davanti a me compare Caitlyn, ha dapprima l'aria stanca e distratta, ma questa lascia subito posto allo sgomento totale.

Strabuzza gli occhi, chiude e riapre le palpebre, quasi per volersi assicurare di non star sognando, e apre la bocca un paio di volte senza riuscire a dirmi nulla, mi viene quasi da ridere, ma vista la situazione non lo faccio.

Tra le tue braccia - JelenaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora