Delilah Fenderson. Questo è il mio nome.
Solo una comune, tipica diciottenne, al suo ultimo anno di liceo.
Grandi occhi marroni, pelle baciata dal sole, scuri capelli mossi.
Vivo con i miei genitori adottivi. I miei genitori biologici mi hanno data in adozione perchè erano "troppo giovani per avere un bambino".
Onestamente, se avete intenzione di essere spericolati e sapete che qualunque cosa stiate facendo vi porterà delle conseguenze, ma lo fate lo stesso, dovreste comportarvi da uomini, crescere e prendere di petto tutto ciò che è in arrivo per voi.
I miei genitori naturali, nei miei 18 anni di vita, non hanno provato nemmeno una volta a contattarmi. Mai. Questa è la cosa che mi fa arrabbiare.
Proprio ora, mi trovo nel Helmingsway Hospital, dove i miei genitori adottivi mi hanno lasciata in quanto sapevano che sarei voluta stare per conto mio.
Ogni volta che ho paura di qualcosa che devo fare, lo faccio da sola perchè mi fa sentire meglio sapere di aver conquistato ciò che ritenevo spaventoso, da sola. E' una bella sensazione.
Sono nella sala d'attesa indossando dei pantaloncini neri, una maglietta bianca dallo scollo a V, e le mie vans rosso brillante. I miei capelli sono tirati su in una coda di cavallo e la mia borsa di cuoio nera è al mio fianco, il mio cellulare in mano.
Sto sedendo su una sedia nera molto scomoda che non ha imbottitura. Potresti letteralmente slittare giù dalla sedia e finire sul pavimento.
La sala è quasi piena. Riempita da anziani, bambini, adulti e adolescenti. Io non sto prestando attenzione a nessuno. I miei occhi sono incollati alle piastrelle del pavimento, la mia gamba destra si agita in alto e in basso, e le mie mani sudano con ogni secondo che passa.
Sento la porta che da alla sala d'attesa aprirsi, ma non presto attenzione.
"Delilah Fenderson?" sento una voce femminile chiamare. Un'infermiera suppongo.
Volto la testa in direzione della voce e vedo un'infermiera osservare in giro per la stanza per vedere se qualcuno qui è Delilah.
Mi alzo dalla sedia e mi dirigo verso di lei. Finalmente mi vede e spalanca più ampiamente la porta per farmela oltrepassare.
"Seguimi" dice mentre mi conduce nella stanza per controllare il mio peso, altezza e pressione del sangue.
"Mettiti qui. Levati le scarpe, schiena e piedi premuti sul muro, per favore" dice l'infermiera. Tira il nastro di misura fino alla parte superiore della mia testa appena mi premo contro il muro.
"1.67 cm" dice e lo scrive nella sua cartella che tiene in mano.
"Ora il tuo peso e la pressione del sangue" dice l'infermiera.
-
Dopo che è stato fatto ció, l'infermiera mi conduce in una stanza per aspettare il mio dottore. I miei genitori adottivi hanno detto che il mio vecchio dottore, il Dr. Andrews, si è ritirato. Aveva circa 40 anni ed era molto bello per la sua età. Da quanto mi è stato detto ora ho un nuovo medico, appena uscito dalla scuola di Medicina. Sono un po' scettica, comunque.
"Il Dr. Styles sarà qui a momenti. Per favore aspetta qui pazientemente fino al suo arrivo". L'infermiera mi sorride e mi lascia sola nella stanza.
Mi dirigo verso la sedia imbottita sulla quale devo saltarci sopra dal momento che è troppo alta per me. E' ricoperta da una sottile carta che da quando mi sono seduta si è stropicciata.
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Dr. Styles [h.s.] ita
FanfictionSono seduta su una nera e scomoda sedia, aspettando nella sala d'attesa. La mia gamba trema e le mani mi sudano. "Deliah Fenderson?" una giovane infermiera chiama, così volto la testa in direzione della sua voce e mi alzo dalla sedia, indirizzandomi...