VIII Capitolo

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Gemma

È domenica, la giornata è piena di sole e il caldo è abbastanza soffocante. Mia suocera si è alzata di buon ora e dal suo colorito sembra essersi ripresa poco a poco. Purtroppo mi ha dato una notizia davvero sorprendente e singolare. La signora Proveaux con la sua aria perentoria e castigata ha ordinato a me e alla già indaffarata Sophie di preparare tutto quanto per organizzare un eccellente pasto domenicale.

Così la domestica si è messa al lavoro e ha cucinato tutto al meglio, mentre io le ho dato una mano per curare l'apparecchiatura della tavola e per rassettare la sala da pranzo. Sappiamo bene che la signora Rosemary vuole ogni cosa al suo posto e completamente lucida come uno specchio. La povera governante è stata molto presa da tutto il resto delle faccende, quindi ha trascurato per qualche giorno la stanza.

Così, eccoci qui anche di domenica a darci da fare per non ricevere lamentele dalla padrona di casa.

Ma la notizia più sensazionale è stata quando entrando nella sua camera da letto, la signora Proveaux mi ha annunciato con un sorriso quasi dolce sulle labbra, che avrebbe voluto invitare a pranzare anche l'ufficiale tedesco.

Mi sono sentita subito tesa come una corda di violino, ma non ho potuto fare altro che arrendermi al suo volere.

La sala è impeccabile: il tavolo di raffinato noce in stile barocco ospita una apparecchiatura con una costosa tovaglia color ocra abbinata a dei tovaglioli dello stesso taglio e di identica sfumatura. I bicchieri di cristallo e le posate d'argento sono lucidi tanto da abbagliarmi gli occhi. Abbiamo scelto un buon vino d'annata che si rispetti per accompagnare ogni portata servita dalla fedele Sophie.

Per quanto riguarda la cucina, è un vero angelo, anzi ha le mani d'oro per preparare qualsiasi piatto, dal più semplice al più elaborato.

Sento già il fiato corto della signora Rosemary sul mio esile collo, vuole sembrare completamente guarita, ma so bene che è ancora molto provata per i postumi di quella dannata influenza.

La donna indossa un anonimo vestito completamente nero in pizzo traforato, sembra quasi debba già portare il lutto a suo figlio. Non è ancora morto, ma l'assenza di sue notizie la consuma dentro. Di certo io non posso comprenderla, non so cosa voglia dire amare la propria prole, ma la sua melodrammatica reazione a quell'interruzione di notizie mi sembra un po' esagerata.

Siamo una di fianco all'altra in attesa che il nostro 'amato' ospite arrivi.

Mi azzardo a chiedere a mia suocera ciò che da stamattina tengo celato sulla punta della lingua.

«A cosa dobbiamo questo improvviso invito per il signor Weber?»

Lei mi guarda di sottecchi con aria stizzita.

«Dobbiamo mostrarci più accondiscendenti e gentili verso i tedeschi, lo sai. Tu non sei una perfetta padrona di casa e io negli scorsi giorni essendo stata molto male non ho potuto controllare le maniere, con cui l'ufficiale è stato trattato. Io stessa fin dal primo momento sono stata poco ospitale e propensa a instaurare con lui un rapporto cordiale ed educato».

Soppeso quelle parole senza troppa importanza, spero che la cara Sophie non sia andata a spifferare qualche mio atteggiamento sospetto nei confronti del nuovo arrivato. Incluse le nostre discussioni.

«Comportati bene e non parlare troppo. Una buona signora deve tenere il suo posto, soprattutto devi farlo per tuo marito. Mio figlio chissà che inferno starà passando in battaglia, dobbiamo farlo per lui!»

Mi auguro che non stia per piangere, vedo i suoi occhi diventare ancora una volta lucidi, ma voglio evitarmi di nuovo quella stupida sceneggiata. Suo figlio, nonché mio marito non è ancora caduto in guerra, anche se la sottoscritta vorrebbe tanto accadesse, dato che non prova un bel niente per quell'uomo.

L'amante tedesco (Disponibile anche in cartaceo)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora