XVIII Capitolo

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Gemma

Anche se mi sono alzata da poco, mi sento già distrutta. Ho dovuto aiutare mio marito a vestirsi, ma dopo l'affronto di ieri in quella maledetta vasca, non sono neanche riuscita a guardarlo negli occhi.

Tanto per cambiare devo pure sorbirmi le sciocche battute della signora Rosemary. Non posso di certo raccontare tutta la verità su suo figlio e su ciò che ha tentato di fare! Non mi crederebbe mai, visto che per lei è sempre innocente.

Ha un'anima pura e ingenua, invece non ha capito un bel niente di come è fatto. E noi donne sposate di questi tempi possiamo soltanto tacere e sopportare le angherie degli uomini.

Eccola di fronte a me a sorseggiare il suo amato tè e a sfidarmi con lo sguardo.

«Io e Sophie abbiamo trovato il bagno piuttosto in disordine ieri pomeriggio e i tuoi vestiti ridotti a degli stracci...ho chiesto a Janvier cosa fosse successo...e lui mi ha risposto di non farmi gli affari suoi e di sua moglie. Una coppia sposata è libera di comportarsi come vuole nell'intimità coniugale».

Io arrossisco violentemente e non mi capacito del coraggio che quell'ignobile uomo possiede. Ha una bella faccia tosta a chiamare quella violenza 'intimità coniugale'. Il suo è solo un misero affronto di fronte ad una moglie che non lo ama affatto e soprattutto causato dalla sua incapacità riproduttiva.

«Allora cosa c'è, non rispondi? Oh, capisco che certe cose non vanno raccontate nei minimi dettagli, ma puoi benissimo assentire...in fondo se è successo, è stato con tuo marito...»

»Sì, è successo. Ovviamente, è scontato quando moglie e marito stanno per molto tempo lontano l'uno dall'altra».

Lei annuisce soddisfatta e non mi sgrida affatto per aver trovato la stanza sottosopra e il mio vestiario così malridotto.

Credo pensi che entrambi abbiamo in cantiere un possibile nipotino, ma tale convinzione se la deve togliere dalla testa! Suo figlio non potrà mai avere nessun bambino...non so come faremo a dirglielo un giorno o l'altro, ma non potrò vivere nella menzogna per tutta la vita. Finora è stata soltanto la sottoscritta ad assumersene la colpa e non è stato per niente giusto, quando invece è Janvier ad essere impotente.

«Sei molto sciupata, Gemma. Credo che l'arrivo di tuo marito ti abbia stancato molto, per oggi ti permetto di svagarti qualche ora e andare a controllare il lavoro dei campi. Ti farà bene passeggiare e prendere un po' d'aria fresca».

Per un attimo mi stupisco molto, ma credo sia uno specie di premio per aver fatto felice suo figlio nell'intimità di quella vasca. È davvero sciocca questa donna, ma d'altronde non può sapere il vero rapporto che esiste fra me e Janvier.

«Grazie, signora. Seguirò il vostro consiglio».

Faccio per andarmene, ma lei mi guarda con aria contraddittoria.

«Non fai neanche colazione? Prendi almeno una tazza di tè».

Diniego l'offerta e mi preparo subito ad uscire per liberarmi da quella prigione.

Mi auguro di non essere sul punto di ammalarmi sul serio, perché ogni giorno mi sento sempre più debole e sfinita, ma l'unico modo per saperlo è andare dal medico di famiglia e farmi visitare. Non mi resta altra scelta. Ho una paura terribile che riscontri chissà quale malattia, ma il mio timore è un altro. Non voglio neanche pronunciarlo nei miei sordidi pensieri.

Al ritorno dal lavoro dei campi, passerò per lo studio medico. Meglio che ci vada da sola, altrimenti la signora Proveaux vorrà venire con me e io non sopporto affatto la sua presenza in certe circostanze. Sospiro e mi incammino verso gli appezzamenti, mentre il caldo sole rapisce il mio sguardo ad ogni passo.

L'amante tedesco (Disponibile anche in cartaceo)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora