X Capitolo

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Gemma

Il sole bacia la mia pelle con ardore, mi godo queste brevi ore di pace lungo il corso del piccolo fiume.

Adoro la campagna della Provenza, possiede un lato misterioso e al contempo ridente. Già, mi addolora che di questi tempi nessun angolo di questa gioviale terra è felice come un tempo. Mi auguro soltanto che la guerra non devasti crudelmente il prezioso patrimonio donataci dalla natura con tanto sacrificio.

Amo la Francia per i suoi immensi campi di lavanda, il loro profumo inonda le narici imprimendo il cuore di indimenticabili ricordi.

Per fortuna nelle ore di pausa che mi restano dal lavoro inerente al controllo degli appezzamenti, posso godermi l'estate sulla riva di questo corso d'acqua.

Esso non si trova molto lontano da casa Proveaux, così di tanto in tanto ci capito, specialmente nella bella stagione.

In inverno mi soffermo qui a riflettere sui tanti interrogativi della mia vita, mentre ora cerco di colorare almeno un pochino la mia pelle così delicata e diafana.

So che il mio è solo tempo perso, perché la mia carnagione è impossibile da ravvivare, ma intanto posso starmene da sola in santa pace a pensare alle tante sciocchezze che mi passano per la testa.

In casa mia suocera non mi permette mai di deviare con la mia fantasia la triste routine, quindi ne approfitto appena me ne resto in perfetta solitudine, lontano da ogni piccola o grande preoccupazione che la vita può riservare.

Mio cingo le spalle quasi a desiderare che i raggi del sole mi proteggano dal mondo esterno e da tutti i pericoli che la mia mente sta partorendo da quando ho incontrato quel dannato Ian Weber.

Chiudo gli occhi per assorbire tutto il calore possibile, tanto da poter riuscire a cancellare il grosso sbaglio che stavo per commettere la scorsa notte.

Come ho potuto lasciare che quello sconosciuto mi toccasse in quel modo?

E se non si fosse fermato lui stesso, sicuramente mi sarei data a lui senza riserve?

Non posso neanche pensarci, mio Dio! Che razza di donna sono?

Impazzire così senza alcun tipo di ritegno per un nazista che non conosco affatto!

Non so dare spiegazioni al mio cuore, so soltanto che quando mi rifletto in quegli occhi, il suo sguardo mi parla in una lingua sconosciuta che mi affascina magneticamente.

Mi risveglio dal mio torpore e lancio qualche piccolo sasso in mezzo al cuore del fiume, ascoltando il rilassante tonfo emesso dai cerchi d'acqua che ritornano in superficie.

Perché mai questa specie di ossessivo interrogativo mi tormenta ogni minuto che il suo volto compare nella mia mente?

Non mi ha voluta, si è fermato all'improvviso senza un motivo...

Un uomo capace di soddisfare e sfruttare il corpo delle donne con un'indescrivibile perdizione, appena ha davanti me si blocca inevitabilmente.

Forse non gli piaccio abbastanza, è rimasto deluso. O semplicemente ha paura che io non sia capace di soddisfarlo per la mia poca esperienza nel campo sessuale.

Ma che ne sa di me? Si legge così chiaramente la mia ingenua innocenza?

All'improvviso due mani ruvide e piene di calli mi tappano gli occhi.

«Venite qui tutta sola a prendere il sole...oggi siete più bella che mai!»

La familiare voce di Pierre mi solleva dal fatto che non si tratti di quel delinquente e codardo tedesco, ma allo stesso tempo mi ritrovo delusa dalla sua presenza.

L'amante tedesco (Disponibile anche in cartaceo)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora