XLV. Anne and Des.

4.4K 228 43
                                    

Capítulo 45.

   Salii le scale due alla volta sperando di trovare Harry nella prima stanza, ma non c'era.

Lentamente, camminai lungo corridoio decorato con tutti i tipi di foto di amici e famiglia, fino a quando incontrai una porta in cui usciva dell'aria fredda. Osservai l'aria condizionata che decorava la curva di una parete e Harry, che rimaneva lì seduto.

"Harry?" Chiesi. Non si girò neppure, rimase semplicemente nella stessa posizione, con le spalle abbassate e la testa giù. "Che cosa stai facendo?"

Mi avvicinai fino ad arrivare dietro di lui e vidi una sigaretta tra le sue dita mentre delle onde di fumo viaggiavano nell'aria.

"Gemma non mi lascia fumare." Disse stancamente, "Così mi siedo qui e accendo l'aria condizionata aspettando che l'odore vada via."

Continuai ad avvicinarmi e mi sedetti accanto a lui. Stava guardando la parete distrattamente, le borse sotto i suoi occhi erano ben visibili.

"Sei stanco?" Chiesi accarezzando i capelli sciolti sulla fronte, "Parli come un ritardato."

Si lasciò sfuggire una risata gutturale e si strofinò la faccia, chiudendo gli occhi.

"Sono esausto."

Sospirò e mi mise un braccio intorno alle spalle, ci appoggiai la testa e chiusi gli occhi.

"Possiamo andare. Ovviamente, se vuoi."

Tossì facendo cadere la cenere nelle scarpe, non avendo cura se finisse sul pavimento e chiuse la confezione delle sigarette. Si stiracchiò per tutta la larghezza del letto matrimoniale estendendo le braccia.

"Voglio dormire." borbottò posandosi il braccio sopra il viso, "Sono molto stanco."

"Allora dormi." Mi strinsi nelle spalle.

Stavo per alzarmi, ma decisi di fare il giro del letto per chinarmi verso Harry e tirargli un picco. Harry socchiuse le labbra sorridendo con gli occhi chiusi.

"Vado da tua sorella."

"D'accordo."

Trottolai giù per le scale, lasciando Harry disteso sul letto e camminai verso la cucina, dove Gemma canticchiava qualcosa sottovoce mentre metteva dentro al forno un vassoio pieno di biscotti.

"Gemma." Salutai quando varcai la porta.

Si voltò quando la chiami e sorrise.

"Ciao Heather, stavo soltanto mettendo dei biscotti in forno. Vuoi aiutarmi?"

"Certo." Alzai le spalle e mi feci una coda alta, lavandomi poi le mani.

Misi le mani dentro la ciotola di pasta al biscotto, aveva una tintura che sembrava merda, e cominciai a muovere le mani, posizionando la pasta in porzioni sulla piccola padella e aggiungendo poi le gocce di cioccolato. Gemma ripeté la mia azione, in silenzio.

"Dimmi, come hai conosciuto Harry?"

"Beh..." Ero ancora concentrata ad infilare la pasta in una fottuta stampa, "Al liceo, sai."

"Mi ha detto che ti aveva spinta." Mi interruppe. Lasciai cadere le mani per la sorpresa. "Poi mi ha detto che gli hai tirato un pugno sulla mascella, gli avevo lanciato la borsa di ghiaccio sul volto."

Non potetti fare a meno di lasciarmi sfuggire una risatina.

"Davvero?"

Rude (punk h.s) italianDove le storie prendono vita. Scoprilo ora