Caso o destino?

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Dall'oscurità apparve una figura incappucciata, che rispose con voce femminile:
- Eccoti finalmente.
- Ci conosciamo?.
- Non direttamente, una persona mi ha detto mi avresti aiutata, sono ricercata in queste terre, ed avrei bisogno di un posto dove nascondermi per un pò.
- Perché non hai chiesto aiuto a, ''quella persona''?
- È nelle progioni di questa città, tra cinque giorni verrà giustiziato…
- Che avete fatto per diventare ricercati, siete criminali?
- No tranquillo, è una lunga storia, prima o poi spiegherò tutto.
- Fare i misteriosi ormai è un classico, va bene, tanto non ho niente da perdere… Cosa dovrei fare?
- Per ora ho solo bisogno di un posto dove dormire ed escogitare un piano per liberare mio fratello.
- Tuo fratello? Se c'è la faremo mi dovrai delle spiegazioni, poi perché proprio me?
- Non lo so, mio fratello mi ha solo detto di cercare Jonah
- Pare assurdo, ma quando ricapita infondo… Senti, vieni a casa mia e parliamone con calma.
- Va bene
Così i due si avvicinarono al portone ed uscirono dal tempio, come fantasmi, silenziosamente si avviarono verso casa.
Arrivati Jonah prese la chiave ed aprì la porta, l'ospite si tolse il cappuccio e si sedette al tavolino, aveva la pelliccia sul grigio e gli occhi azzurri.
- Bene…
Rispose lui.
- Partiamo come si deve, nome?
- Mi chiamo Neyla
- Allora Neyla, avresti un piano per liberare tuo fratello?
- No, ma dovremmo farlo evadere in qualche modo.
- Accidenti, impossibile non farsi vedere! È una prigione infondo.
Mi dispiace, ma non so come posso esserti d'aiuto…
- Se rapiamo due guardie?
- È un idea, come fosse facile rapire due bestioni temprati da anni di duro addestramento.
- In questa città c'è una biblioteca?
- Che c'entra.
- Mi serve una ricetta per creare un veleno paralizzante, magari uno, non permanente.
- Ho sentito parlare di una pianta, la ''Bella Donna'', si dice che sia un veleno molto versatile, vedrò che posso fare.
- Grazie…
- Per stanotte dormirai nel mio letto, io starò qui.
- Sicuro?
- Sì, dai… Perché no.
congedati, andarono a dormire, e quella notte Jonah si addormentò sulla sedia.

All'alba la luce si infrangeva dalle finestre, e lui si alzò dalla sedia, piegando la schiena sentì un dolore lancinante, a quanto pare non è il massimo dormire su una sedia.
- Ah… Era tutto un sogno? Eppure sono vestito uguale.
- Buongiorno.
- Cosa? Accidenti.
- Stai bene?
- Sì, si… Devo solo abituarmici… Va bene, vado a cercare questo veleno, te rimani qui e non fare guai, intesi?
- Come se non fossi gia nei guai…
Così Jonah appese il mantello ed uscì di casa verso la bottega dell'alchimista, arrivato entrò e si avvicinò al bancone, il negozio emanava strani odori e per le pareti erano appese molte erbe.
Il commesso rispose:
- Salve ragazzo! Di che hai bosogno?
- Volevo sapere di più sulla ''Bella Donna''
- Oh beh, viene usata in cosmesi per dilatare gli occhi, ma è anche un pericolosissimo veleno, se assunto incautamente porta a paralisi e morte, i sintomi sono molto dolorosi.
- Capisco, devo prendere qualche pianta per mia cugina, le è finita la scorta e mi ha mandato a prenderne altre.
- Allora per questa manciata fanno quindici pezzi d'oro.
- Hmp... Va bene.
Così diede i soldi, prese il sacchetto con la pianta, e tornò a casa.
- Eccomi, a quanto pare la ''Bella Donna'' ha un effetto paralizante ma sembrerebbe troppo letale.
- Allora dovremo diminuire le dosi, ho una cerbottana, bisogna solo rempire le capsule dei dardi col veleno.
- Bene, allora agiremo stanotte, poi mi dirai quello che dovrei sapere.
- Bene.

Quella notte in cielo non si vedeva una stella, e nell'oscurità le due ombre si avvicinarono verso le progioni, erano poggiati dietro un carro.
- C'è ne sono due all'ingresso, camminiamo verso di loro e li colpiamo al collo?
- Sì.
Allora uscirono allo scoperto avvicinandosi verso i soldati, che sguainarono le spade.
- Alt! Non potete stare qui!
Con scatto fulmineo, Jonah e Neyla soffiarono nelle cerbottane colpendo al collo i malcapitati che cadero a terra urlando dal dolore, infuriati si rialzarono caricando, ma ricaddero, il veleno iniziava a circolare: il loro corpo era invaso da un plurito insopportabile, la gola era secca, la vista si annebbiava, e dopo una grande agonia si paralizzarono perdendo i sensi.
Jonah:
- Accidenti, non era quello che speravo; non potevamo prendere qualcosa di soporifero?
- Ah! Non ci avevo pensato.
- Beh, ora dovremmo indossare le loro corazze.
- Che pena, saranno morti?
- Non lo so e non lo voglio sapere, dai, prima lo facciamo meglio è.
Così spogliarono i soldati e li nascosero dietro un cespuglio, adagiati alla meglio si misero addosso la corazza.
Erano pronti per liberare il prigioniero.



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