Era circa l'una di pomeriggio di una fredda giornata d'inverno, avevo appena finito una lunghiiiissima mattinata di scuola e stavo andando nel punto dove mia madre mi veniva a prendere praticamente tutti i giorni. Le strade erano pulite, ma i marciapiedi, le automobili e tutto il resto era bianco di neve. Non fraintendetemi, io adoro la neve, ma quando la spalano dalle strade e si impiastriccia tutta di sassolini, fango e sporco non la sopporto. Passai davanti al museo di storia naturale, al quale passavo davanti tutti i giorni per arrivare nel punto dove mia madre tutti i giorni mi veniva a prendere da scuola, e quel giorno avevo così tanti libri che nello zaino alcuni non ci erano nemmeno stati, e quindi li stavo tenendo in mano.
Stavo camminando con la musica degli Imagine Dragons nelle orecchie ed ero immersa nei miei pensieri, siccome non capivo perché la fisica doveva essere così. Non so se sono io, la professoressa o proprio la fisica, ma io anche se studio moltissimo quando arrivo alla verifica non ci capisco nulla. E dopo tanto studio, bam! Ecco un bel 4 sul libretto, gratificante, no? E poi la professoressa viene da te e ti dice: "Dovevi studiare di più, hai le capacità, devi solo applicarti". Ceerto, come se fosse facile. Perché infatti per ogni professore esiste solo la propria materia, e gli studenti possono dedicare tutto il giorno solo a quella, perché non hanno nient'altro da fare, ovvio, no?
Ed i professori oltre a questo non pensano che uno studente abbia una vita oltre alla scuola, non pensano che abbia degli amici con i quali vorrebbe uscire delle volte, o uno sport che pratica. No. Esiste sol... Bam!