Non avevo nemmeno un idea su come potermi liberare da quella fottuta cella, pensavo, pensavo ma niente, avevo pensato di arrendermi.
Era l'ora di pranzo, ed entro'una infermiera, una vera porcona, tette giganti, culo perfetto con un abito talmente trasparente che riuscivo a intravedere il suo perizoma. Li mi venne una brillante idea, dovevo sedurre l'infermiera, forse lei mi poteva condurre all'uscita di questi inferno.
Mi finsi malato e subito mi venne in soccorso e mi portò nella sala medica, perfetto! Eravamo soli, comincio'a togliermi la maglia per sentire i miei battiti cardiaci e fu li che la afferrai per il braccio e mi alzai velocemente dal lettino mettendomi dietro di lei sussurrandole:-"Fai ciò che ti dico e andrà tutto bene, in cambio ti farò passare una bella oretta, sono sicura che una donna come te ha bisogno di una grattatina". Vedendo da come era vestita ero sicuro che avrebbe accettato, infatti cosi fu. La spogliai piano piano, molto lentamente, lasciandola in perizoma e calze a rete. Incominciai a toccarla, fino a farla eccitare. Si abbassò verso i miei pantaloni, infilando la mano nelle mie mutande e baciandomi con la lingua; cazzo quanto mi eccitava!
Finiti i giochini tornai in cella e le dissi che all'ora di cena ansiche' il polpettone volevo trovare una pistola con le chiavi della mia cella e lei ovviamente acconsentì, anche perchè non aveva scelta.
Arrivata l'ora di cena, l'infermiera eseguì perfettamente l'ordine " eccoti qui la pistola" mi disse, leccandosi le labbra e dall'emozione, le diedi una pacca nel culo, "scompari ora!". Ormai era questione di poco, Spike stava arrivando, non vedevo l'ora di vederlo faccia a faccia, dovevo tenermi pronto.