-Io voglio le patatine fritte!-
-No, fanno male, compriamo l'insalata.-
-Assolutamente no, Nash. Voglio queste.-
-Ma...-
-Ma no! Compriamo queste.-
Erano già da un'ora al supermercato e avevano comprato solo un sacchetto di patatine fritte e dei tramezzini con delle verdure. Visto che Nash era vegetariano le aveva vietato di comprare delle bistecche.
E lei adorava la carne.
-Ancora non riesco a capacitarmi del fatto che sei vegetariano.-
-Insomma, non mi piace la carne. E poi adoro gli animali.- disse Nash.
-Un Nash dolce! Impossibile, miracolo!-
-Io sono sempre dolce! Sei tu che non sai apprezzare!-
Erano arrivati alla cassa e Nash stava pagando.
Per fortuna. Phoebe aveva tanta fame, tanto che avrebbe potuto mangiarsi il moro da un momento all'altro.Stavano camminando da qualche minuto, quando a Phoebe venne un dubbio.
-Ma tu hai detto di avere un altro fratello, prima non c'era. Cenerà con noi?-
-Sì, Hayes oggi era con degli amici. Ma un momento, come mai ti interessa?-
-Niente, magari è carino...-
Adorava prenderlo in giro.
E poi, la sua faccia da pesce lesso non aveva prezzo.
-Ti ricordo che ha tre anni in meno di te!-
-L'età non conta, all'amore non si comanda.-
A stento tratteneva una risata.
-Okay, come vuoi!-
Nash sbuffò e accellerò il passo, lasciando lì la ragazza che, stupita dalla sua reazione si era fermata.
Era geloso? Impossibile.
Phoebe era sorpresa, incredula.
Si era arrabbiato veramente per quello scherzo?
Lo sapeva, avere amici non faceva per lei.
Le veniva da piangere.
Nash appena si accorse che la ragazza non era più al suo fianco si voltò, allarmato.
Ritornò sui propri passi e appena vide gli occhi di Phoebe gonfi, si sentì in colpa.
-Scusa, è che...-
- N-no tranquillo. Scusami tu. Non sono molto brava in questo tipo di cose, non ho mai avuto nessun amico. Ma quello doveva essere uno scherzo, scusa.-
-Non devi chiedere assolitamente scusa. Ho sbagliato io, ma vedi... Ti voglio bene, e al solo pensiero di condividerti con qualcun altro...-
Phoebe sorrise.
Magari quello che diceva era vero.
-Tranquillo dai, ora andiamo. Siamo in ritardo.-
Camminarono silenziosamente e, appena arrivati in casa, Elizabeth li accolse.
-Finalmente, cominciavo a preoccuparmi. Sono apenna arrivati Hayes e Chad. Aspetta Phoebe, ora ti presento mio marito.-
Lo chiamò e subito apparve il padre di Nash, che le sorrise gentilmente.
Ecco da chi aveva preso gli occhi. Erano uguali a quelli del signor Grier.
-Piacere, io sono Chad. Il padre di questo ragazzo senza cervello!- disse scherzosamente dando una pacca sulla spalla di suo figlio.
-Hey, così mi offendo! Dai andiamo che ti presento quella sottospecie di fratello che mi ritrovo.-
Salirono le scale e Nash bussò ad una delle numerose porte del corridoio.
-Chi è?-
-Sono io, Nash. Apri che ti presento la mia migliore amica.-
'Aspetta, da quando sono la sua migliore amica?' pensò Phoebe.
Poco dopo la porta si aprì, rivelando un ragazzo che di 14enne non aveva nulla.
Era bellissimo.
Occhi simili a quelli di Nash, capelli quasi neri, carnagione chiara e labbra carnose.
Perfetto, come Nash.
-Piacere, io sono Hayes.-
Sfoderò un sorriso stupendo.
-Piacere mio, mi chiamo Phoebe.-
Cercò di sorridere, ancora abbagliata dalla sua bellezza.
-Ragazzi, scendete. È pronto!-
La voce di Elizabeth la risvegliò.
Scesero le scale e si sedettero a tavola.
Davanti a Phoebe si sedette Hayes che non le staccava gli occhi di dosso. La ragazza era davvero imbarazzata.I due continuavano a scambiarsi sguardi di nascosto e Nash li osservava parecchio infuriato.
Sì, era geloso.
Perchè lei era speciale, unica.
E non poteva farsela scappare.
Possibile che suo fratello fosse tanto stupido? Infondo sapeva che non era così spregevole.
Nash si fidava di Has, era un ragazzo apposto.
Solo che non riusciva a frenare la gelosia nei confronti della ragazza. Lei era lì e non stava guardando lui.Tra alcune domande e le risposte imbarazzate di Phoebe, la cena finì.
La ragazza e Nash uscirono in giardino.
Faceva molto freddo, ma il cielo era irresistibile. Così sereno, illuminato dalla Luna e dalle miriadi di stelle.
Il vento freddo si insinuò fra i capelli corvini della ragazza facendola rabbrividire.
Per Phoebe la notte era magica.
Avvolgendo ogni cosa con la sua oscurità era capace di illudere.
Tutto sembrava un po' meno sbagliato, e più giusto.
Se Phoebe guardava nel suo passato, riusciva ad immaginare una notte perenne.
Una grande e perfetta illusione.
Forse la sua vita era ancora avvolta nella notte, ma a differenza del passato, ora era illlumintata dalla Luna. E la Luna era Nash. Quel ragazzo era il suo miracolo. Il suo cielo, la sua Luna, la sua alba. Il suo inzio.
-È bellissimo, qui.- disse lei.
-Già, non ho mai visto nulla di più bello.- le rispose Nash con voce roca.Quello che Phoebe non sapeva, era che lui non si riferiva al cielo, o alla Luna, o al giardino coperto dalla neve che luccicava sotto le stelle.
Si riferiva a lei.
Era lì, di fianco a lui con lo sguardo rivolto verso l'alto ad ammirare la notte.
Osservava il suo profilo, seguendolo con lo sguardo.
I capelli mossi dal vento, gli occhi che luccicavano riflettendo la luce della Luna e le labbra leggermente socchiuse.
Tutto in lui urlava 'baciala'.
Ma non poteva.
Passarono la serata così.
Lei con il naso all'insù per stampare nella sua memoria quel cielo meraviglioso e lui che guardava lei, stupendosi di quanta bellezza era stata concentrata in una sola persona.
-È tardi, devo tornare a casa. Grazie per la bellissima giornata, Nash.-
-Di nulla. Grazie a te per essere stata con me.-
-Vado da sola, buonanotte.-
Lo abbracciò e si incamminò verso casa.
Non le avrebbe mai permesso di andare per strada a quell'ora. Infatti poco dopo la seguì tenendosi a debita distanza.
Ovviamente a metà strada inciampò e Phoebe lo scoprì.
Risero, e la ragazza gli chiese spiegazioni.
-Non ti avrei mai permesso di andare da sola. Sarei stato troppo in pensiero. Non voglio che ti succeda nulla di brutto.-
Già, come se questi fossero gli unici motivi.
La sua lista non aveva fine.
Continuarono la strada in silenzio.
Arrivati davanti a casa di Phoebe, si guardarono trapassandosi la pelle a vicenda.
Cercando di leggersi, scoprirsi.
E inconsapevolmente amandosi.
Perchè quello era amore.
Amore muto, senza voce.
Aveva solo gli occhi.
Era ben nascosto, seppellito nei loro cuori.
Due cuori che si appartenevano dall'inizio.
Due cuori che si sarebbero sempre appartenuti.
Due cuori legati, impossibili da allontanare.
Due cuori che per quanto lontani, si sarebbero sempre ritrovati.
Legati dalle tempeste di emozioni che li caratterizzavano.
Dal caos, dalle diversità.
Due cuori piccoli, sì. Ma che insieme ne avrebbero formato uno di grande.
-Buonanotte, Nash Grier.-
-Buonanotte, Phoebe Stone.-Dopo essersi accertato che fosse entrata in casa, riprese a camminare.
Come mai il suo cuore batteva così forte, più vivo che mai?...
Hey gente!
Allora, non so come iniziare.
Come potete vedere, questa è la mia prima storia.
Scusatemi per eventuali errori.
Sono consapevole del fatto che, ora Nash abbia quasi 18 anni *aw, sta diventando grande* che non abiti più nel North Carolina e che i suoi genitori siano separati e di conseguenza Skylynn sia la sua sorellastra. Ma scrivendo questa storia ho un po' inventato la situazione.
Qui i MagCon non esistono ancora e Nash è 'solo' un viner famoso.
Spero vi piaccia, perchè mi sto impegnando veramente tanto.
Grazie per leggere questa schifezza e per commentare e stellinare!
Ora basta scrivere, vi starò annoiando.
Al prossimo capitolo!
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Non lasciarmi andare. ||Nash Grier||
Random"Quel giorno d'inverno, Phoebe non lo scorderà mai. Il giorno in cui tutto ha avuto inizio. Il giorno in cui il suo sguardo incrociò quegli occhi di ghiaccio."