Giorno 33
La luce del sole mi aiuta a svegliarmi lentamente. Ogni mio movimento porta ad un grande dolore dietro la nuca, dove uno del gruppo del Governatore mi ha colpito con qualcosa di metallo, forse il calcio di un fucile o di una pistola, ma non penso serva distinguere le due cose. Apro piano gli occhi guardandomi intorno, sono in una piccola stanza, quasi claustrofobica, le pareti sono coperte da assi di legno e tubature, mentre davanti a me, circa al centro c'è un grande tavolo di legno con diversi arnesi da lavoro su di esso. Solo adesso mi rendo conto che non c'è nessuna finestra e che la luce che mi ha svegliata proviene da una lampadina spoglia che pende dal tetto. Non so per quanto tempo sono svenuta, ma il formicolio alle mie gambe e il male ai polsi legati dietro alla schiena, mi suggeriscono che non sono qua da poco.
Dove mi hanno portata?
Sento dei passi avvicinarsi alla mia destra e mi accorgo di una porta blindata che prima non avevo notato, non spreco nemmeno energia per provare ad alzarmi da questo pavimento e provare ad aprirla, non sono cosi stupidi da lasciarla aperta. Riesco a sentire due persone discutere, devono essere due uomini adulti ma non riesco a riconoscere le voci, anche se una mi sembra familiare. Quando i due rimangono finalmente in silenzio, sento le chiavi girare nella serratura e la porta si apre
"Buongiorno dolcezza"
"Merle? Cosa cazzo ci fai qua?" l'uomo sorride appena e chiude la porta alle sue spalle, avvicinandosi al tavolo, passa lo sguardo su tutti gli arnesi facendomi rabbrividire appena
"Potrei farti la stessa domanda, solo che io vivo qua" risponde ironico. Daryl mi aveva detto che Merle non era una persona affidabile, ma non pensavo a questo punto.
"Dov'è mio fratello?" chiedo appena mi ricordo degli altri
chiunque mi abbia colpito alla testa, deve aver fatto un bel lavoro.
"Oh intendi quella checca isterica? Non ha smesso di urlare un secondo quando lo stavo interrogando, strano che tu non lo abbia sentito" faccio un lungo sospiro deglutendo, non riesco a sopportare il pensiero di Chris pestato a sangue, figuriamoci da Merle
"Che cazzo gli hai fatto?"
"Niente che gli possa causare traumi gravi" sorride appena prendendo un coltello dal tavolo "strano che tu non mi abbia chiesto del tuo fidanzato" dice legando l'arma al moncherino sulla sua mano con un pezzo di cuoio che fa da cinturino, lo stringe appena e riprede a guardarmi. Rimango in silenzio limitandomi a fissarlo, non penso sia un'ottima idea rispondergli male in questo momento
"Vedo che inizi a capire come ci si comporta" fa una breve pausa e il suo volto diventa serio all'improvviso "ascolta, Julia vero? Non ho intenzione di farti del male, le donne non andrebbero toccate neanche con un fiore, mio padre me l'ha insegnata l'educazione sai? Ma potrei anche non seguirla se non risponderai a tutte le mie domande, ci siamo capiti?" annuisco appena, il suo sguardo mi incute timore, è quasi penetrante
"Da quanto tempo sei alla prigione?"
"Un mese circa"
"Bene, quante armi avete?"
"Io...io non lo so, n-non mi ricordo"
"Andiamo Julia, stavamo andando cosi bene" dice lui portando il coltello pericolosamente vicino alla mia faccia "fai uno sforzo e prova a ricordare, okay?""Una ventina, tra fucili, pistole e coltelli" lui sorride annuendo ma senza spostare l'arma dal mio volto
"Chi e il vostro capo?"
"Noi non ne abbiamo uno" dico tentennando appena. Non sto dicendo bugie, nessuno ha mai eletto nessuno come capo e se dobbiamo prendere delle decisioni importanti, votiamo. Ma lui non mi crede, appoggia il coltello alla mia faccia premendolo leggermente contro la mia pelle
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Morti viventi || Daryl Dixon
FanfictionIl mio nome è Julia Collins e ho ventidue anni. Questa è una storia d'amore. || Fanfiction su Daryl Dixon ambientata nella terza stagione della serie tv The Walking Dead. Molti avvenimenti fanno riferimento al fumetto originale da cui è tratta la...