Dodicesimo capitolo

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Giorno 53

Camminiamo da giorni ormai, la schiena mi fa costantemente male senza contare il dolore alle gambe, ma grazie ai mesi passati nei boschi con Chris, riesco a resistere. Nonostante non abbia scritto per qualcosa come due settimane, in questi giorni sono successe molte cose: la prima (ovvero quella più importante) è stata lo scappare dalla prigione appena in tempo per poterci salvare dall'attacco del Governatore, se fossimo rimasti, non penso sarei qui a raccontarlo. La seconda cosa è stata trovare un altro gruppo di sopravvissuti come noi, composto da circa cinque o sei ragazzi il cui capo si chiamava Gareth, un ragazzo simpatico ma con dei modi di fare che mi inquietavano appena. Purtroppo sono restati con noi per poco tempo dato che si dirigevano verso una piccola cittadina di nome Terminus. Ci avevano invitato ad andare con loro, ma Daryl riuscì a convincere tutti che non era il caso di fidarsi di certa gente e che poteva benissimo essere una trappola. I miei rapporti con Daryl sono tornati normali e facciamo come se nulla fosse. Cerchiamo sempre entrambi di parlarci meno del dovuto e sono infatti poche le frasi che ci scambiamo. Inizialmente stavo male per questa cosa, ma il conoscere il gruppo di Gareth, anche se per poco tempo, mi ha ricordato che non siamo i soli al mondo e che non devo fermarmi su queste piccole cose.

"Fermiamoci qua" annuncia Rick, interrompendo i miei pensieri, ci troviamo vicino ad un ruscello in un piccolo spiazzo di erba verde, il bosco dietro di noi è veramente fitto "ci possiamo riposare per qualche minuto e magari trovare un posto per la notte" nessuno se lo fa ripetere due volte. In questi giorni abbiamo dormito dove capitava e spostandoci il più spesso possibile per seminare qualsiasi scagnozzo del Governatore, anche se penso che ormai non ce ne siano più in giro.

"Rick vado a fare un giro di perlustrazione qua vicino, magari trovo qualcosa di interessante...tipo una casa o la cena" dico dopo qualche minuto di riposo, prendo il fucile dalle mani di Chris (che borbotta appena) e mi alzo, lo sceriffo mi guarda dubbioso, non sicuro di volermi mandare

"Vado io con lei tranquillo" dice Daryl intromettendosi, Rick annuisce e Chris mi guarda con un sopracciglio alzato. Non gli ho detto nulla di questa storia, ma siccome non è stupido, percepisce la tensione tra me e l'arciere. Gli sorrido come per tranquillizzarlo e mi incammino nel bosco sempre più fitto mentre Daryl mi segue a passo svelto.

Dopo dieci minuti di cammino silenzioso, troviamo una stradina che porta ad una vecchia chiesa. Doveva essere una di quelle dove i preti si ritirano per meditare e pregare dato che si trova nel mezzo del nulla. Il bianco delle pareti verniciate si sta scrostando e le tavole di legno che compongono il tetto sono marce e in alcuni punti mancano, ma è comunque meglio di dormire allo scoperto. Entro senza aspettare l'approvazione di Daryl, il luogo non è molto grande, c'è una grande navata in mezzo a due file di panche di legno scuro (in condizioni migliori del tetto) che porta all'altare ornato non da candele o altre cose, bensì da alimenti in scatola di tutti i tipi e alcuni vestiti usati. Facciamo un controllo veloce del luogo trovando diverse stanze dove i preti dovevano riposare e un piccolo bagno provvisto di doccia, sembra quasi un regalo dal cielo.

Mi siedo alla panca della prima fila guardandomi intorno, non sono mai stata una grande religiosa ma questo posto mi ispira sicurezza. Daryl è davanti all'altare e sta armeggiando con qualche scatola di fagioli cercando di aprirla

"Non ce la farai senza l'apri-scatole di Glenn" commento guardandolo

"Giusto" risponde lui rimettendo l'oggetto al suo posto. Non riesco a fare a meno di pensare a quanta povera gente abbia cercato la salvezza nelle preghiere pronunciate in questo luogo, o a quanta gente si sia promessa amore eterno proprio su quell'altare. Tutta quella gente, come me, ignara di quello che stava per accadere

Morti viventi || Daryl DixonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora