Settimo capitolo

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Giorno 24

È tardi, non vedo Daryl da tutto il giorno,Rick ha detto di averlo mandato a fare rifornimenti in un supermercato poco lontano, strano che non mi abbia mandato con lui. Come se non bastasse, dopo aver raccontato a Beth ciò che è successo ieri, ha completamente cambiato modo di fare nei miei confronti, sembra più fredda e distaccata, non ho idea di cosa possa averle detto di male.

Giorno 25

Ho visto Daryl questa mattina, sembrava stanco, mi ha detto di farmi trovare davanti al blocco D dopo cena, non so cosa abbia in mente.

Appena finito di mangiare esco silenziosamente dalla mensa dirigendomi verso il punto indicatomi dal moro, non voglio che gli altri si immischino in questa faccenda quindi ho detto solo a Chris di essere stanca, di voler rimanere da sola per un pò e di dirlo anche agli altri in caso chiedessero qualcosa. Cammino fino al blocco, intravedendo fin da lontano la sagoma di Daryl illuminata dalla debole luce del tramonto e, con la balestra sulle spalle, mi fa cenno con la testa di seguirlo.

"Dovevamo controllare questa stanza, no?" dice quando arriviamo alla porta dell'altro giorno, il vagante ucciso è rimasto ancora lì e il suo corpo inizia ad emanare un odore sgradevole, porto istintivamente la mano sulla fodera del coltello, accorgendomi di averlo lasciato in mensa

Diamime

Mormoro per poi riportare lo sguardo sul moro

"Entriamo".

Apre porta tenendo la balestra carica ad altezza d'uomo, assicurandosi che la stanza sia vuota, non è molto grande, c'è un tavolo rettangolare al centro, accerchiato da diverse sedie (alcune per terra, probabilmente cadute quando abbandonarono la prigione), un ripiano da cucina con diversi elettrodomestici su di esso (intravedo macchina da caffè e un tosta-pane) e diverse mensole, probabilmente usate come dispense.

"Non male il posto" commento sedendomi, per abitudine, sul tavolo rimanendo poi coi piedi sulla sedia, Daryl lascia la sua fidata balestra per terra e inizia a curiosare tra gli armadietti della dispensa. I capelli gli vanno davanti agli occhi e continua a spostarseli con un gesto della testa, non sono molto lunghi, solo abbastanza da dargli fastidio.

"Ora ragioniamo!" esclama tirando fuori una piccola bottiglia di vodka da un armadietto in alto a destra, controlla l'interno del mobile per qualche secondo, come per essere sicuro che sia vuoto per poi chiuderlo e avvicinarsi al tavolo sorridendo, con la bottiglia in mano.

"Continuano a non piacerti le sedie, eh?" commenta prendendo una sedia e mettendola davanti a me per poi sedercisi sopra guardandomi

"Hai intenzione di berlo?" chiedo senza staccare lo sguardo da lui, non so se l'ho mai detto prima, ma quel giacchetto alato gli risalta i muscoli delle braccia

"Si, non sembra male" mi fa un piccolo occhiolino ironico e stappa la bottiglia che emana un forte odore di alcool, la porta alle labbra e ne beve un lungo sorso portando leggermente la testa all'indietro, appena si stacca fa una smorfia facendomi ridere appena

"Vuoi?" mi offre la bottiglia, la prendo senza pensarci due volte, non sono mai stata una di quelle ragazze che beve e si ubriaca in discoteca ma, un goccio di alcool di tanto in tanto, non me l'ha mai tolto nessuno. Mando giù il liquido trasparente che mi fa bruciare per qualche secondo la gola, non ho bevuto quasi nulla rispetto a quello che ha bevuto lui e gliela ripasso tossendo appena, lui ride scuotendo la testa

"Non hai mai bevuto?" mi chiede riprendendosi la bottiglia e bevendone ancora

"Poche volte, non mi piaceva ubriacarmi"

"Perchè adesso ti piace?" chiede lui con voce roca, che mi fa venire i brividi dietro il collo

"Sarebbe solo un modo per non pensare alla minaccia continua di quei dannati azzannatori" rispondo prendendogli la vodka dalle mani e mandandone giù qualche sorso

Morti viventi || Daryl DixonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora