XIV. Il rettore

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Il giorno successivo fu bello come il precedente. Terminata la prima colazione, la signorina Matilda, dopo poche brevi lezioni affrontate alla brava e senza alcun profitto, dopo aver pestato rabbiosamente il pianoforte per un'ora, furiosa con me e con lo strumento perché la madre non voleva darle vacanza, si era rifugiata nei suoi luoghi preferiti, le scuderie, il cortile e i canili; e la signorina Murray era uscita per una tranquilla passeggiata in compagnia di un romanzo alla moda, lasciandomi nell'aula al lavoro su un acquarello che avevo promesso di fare per lei e che lei voleva assolutamente finissi quello stesso giorno.

Ai miei piedi era accucciato un piccolo rough terrier; era della signorina Matilda, che lo detestava e intendeva venderlo, affermando che era viziato. Era al contrario un ottimo rappresentante della sua razza; ma lei dichiarava che non era bravo a fare nulla e che non aveva nemmeno l'intelligenza di riconoscere la padrona.

Lo aveva comprato quando era ancora un cuccioletto e all'inizio aveva insistito che fosse lei soltanto a toccarlo; ma, stancandosi presto di un cucciolo così inerme e noioso, era stata felice di cedere alle mie preghiere e di affidarlo a me; portando amorevolmente il cagnolino dall'infanzia all'adolescenza, mi ero naturalmente conquistata il suo affetto; e quella ricompensa mi sarebbe parsa di gran valore e di molto superiore alla pena che mi ero data, se la gratitudine del povero Snap non lo avesse esposto a parole aspre e a dispettosi calci e pizzicotti della sua padrona, e non gli avesse fatto correre ora il pericolo di essere «addormentato per sempre» o venduto a un padrone rozzo e spietato. Ma che cosa avrei potuto fare?

Non potevo certo farmi odiare dal cane maltrattandolo, né lei era pronta a conquistarlo con la dolcezza.

Comunque, mentre lavoravo di pennello, entrò la signora Murray un po' affannata e a vele spiegate.

«Signorina Grey» cominciò «come potete starvene seduta a disegnare in una giornata così?» pensava lo facessi per libera scelta. «Mi stupisce che non vi mettiate il cappello e non usciate con le signorine.»

«Credo, signora, che la signorina Murray stia leggendo, mentre la signorina Matilda gioca con i cani.»

«Se cercaste voi di svagare un poco la signorina Matilda, lei non sarebbe costretta a cercare così spesso per divertirsi la compagnia di cani e cavalli, e di staffieri; e se foste un po' più gaia e loquace con la signorina Murray, lei non se ne andrebbe con tanta frequenza per i campi in compagnia di un libro. Ma non voglio darvi dispiacere» aggiunse, vedendo, immagino, che avevo le guance in fiamme e che mi tremava la mano per un'emozione non benevola.

«Cercate di non essere tanto suscettibile, vi prego! altrimenti non si riesce a parlare con voi. E ditemi se sapete dove è andata Rosalie e perché le piace tanto la solitudine.»

«Dice che le piace essere sola quando ha un libro nuovo da leggere.»

«Ma perché non lo legge nel parco o in giardino? perché deve andare per i campi e i viali? e perché succede così spesso che la incontri il signor Hatfield? Mi ha detto la settimana scorsa che le ha cavalcato a fianco lungo Moss Lane; e oggi sono certa di avere visto proprio lui dalla finestra del mio boudoir, che camminava in fretta oltre i cancelli, verso il prato in cui lei va tanto spesso. Vorrei che andaste a vedere se è là; e che le ricordaste con dolcezza che è sconveniente per una signorina del suo rango e con le sue prospettive andarsene a zonzo da sola, aperta alle attenzioni di chiunque abbia la presunzione di rivolgerlesi, come a una povera ragazza trascurata che non ha un parco in cui passeggiare, né amici che si curino di lei e le dicano che suo padre si arrabbierebbe molto se sapesse che lei tratta il signor Hatfield con la familiarità con cui temo lo tratti.

Se voi... se qualsiasi istitutrice avesse soltanto la metà dell'attenzione di una madre, della cura ansiosa di una madre, io potrei risparmiarmi questa fatica; e voi vedreste da sola la necessità di tenerla d'occhio e di rendere gradevole la vostra compagnia per...

Agnes Grey (Anne Brönte)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora