Capitolo 1

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Ciao a tutti sono Alice, ho 18 anni e abito... un po' ovunque. I miei genitori sono archeologi e si trasferiscono di continuo, di città in città e non ho mai il tempo di stringere amicizia con nessuno perché il tempo che ho a disposizione è troppo poco. Ho solo due amiche con cui non ho mai perso i contatti: Chiara, la mia migliore amica delle medie, e Silvia, la sorella della migliore amica di mia sorella. Con entrambe ho legato molto e non voglio perderle per nessuna ragione.

Comunque, eccoci qui. per l'ennesima volta a caricare la macchina con questi ingombranti scatoloni e altri su quel maledetto camion che qualche mese fa ha perso il mio adorato cuscino con un orsacchiotto disegnato sopra; lo so, sono grande per gli orsacchiotti, ma mi ero innamorata di quel cuscino! Ma sono felice di traslocare sta volta: oggi andiamo a Milano, la mia città d'origine, dove abitano Chiara e Silvia che non vedo da un sacco di tempo. Ovviamente a loro non dissi nulla, era una piccola sorpresa. Per questo quella mattina, anche se erano più o meno le sei, mi affrettai il più possibile e in poco tempo, un'ora più o meno, partimmo. Guardando fuori dal finestrino, un po' mi commossi, ma mi rallegrai al pensiero di rivedere le mie amiche. Mi infilai le cuffiette e, senza che io decidessi, cominciò la canzone "Super Star " dei Big Time Rush. dopo qualche minuto, sentii una specie di ronzio alle orecchie, come se qualcuno stesse parlando con me, ma ignorai il ronzio e continuai a vagare tra i miei pensieri. Poco dopo si ripeté, allora mi girai e vidi mia mamma che mi guardava e muoveva la bocca: stava parlando. Tolsi le cuffie per sentire cosa dovesse dirmi e dissi:

-Sì... Cosa c'è?

-Perché non mi rispondi?- chiese in tono seccato

-Non sentivo, avevo le cuffiette

Sospirò, poi disse: - In ogni caso... c'è Valentina(mia sorella) al telefono. Ti vuole salutare, ma se sei troppo impegnata con la tua musica, non importa...

La guardai malissimo, poi un lampo di entusiasmo mi colpì e presi il telefono dalle mani di mia mamma. Era da tanto che non parlavo con mia sorella.

- Pronto?

-Alice?

-Sì!

-Ciao sister! Come va? Sei felice? Ho saputo che state andando a Milano!

-Va tutto bene e sono felicissima di rivedere Chiara e Silvia, ma a loro non ho detto nulla, farò una sorpresa!

-Ottima idea!

- E tu? Come va alla scuola di moda?

- Bene, ma parlano sempre in inglese!

- Che pretendi ciccia bella? Che parlino il pakistano? Sei in America mia cara!- cercai di trattenere una risata

Rise- No, ma pretendo che non facciano gli stronzi!

- Perché? Che cosa fanno?

- Se sbaglio la pronuncia alcuni fingono di non capire o addirittura mi ignorano del tutto!

- Che bastardi!

- Appunto, ma a parte questo, sono molto simpatici

- Immagino...- dissi ironicamente

- No fidati, sono simpatici.

- Sì, sì... Cerrto...Mi fido... - dissi ridacchiando

- Ti odio quando fai così!

- Così come?

- Quando rimani sulle tue idee! Vuoi vedere che incontrerai un ragazzo americano di cui tu ti innamorerai?

-Bha! Fantasie!

- Vedremo...

Parlammo ancora per un'oretta e poi misi giù. Mia mamma disse:

- Finalmente!

- Cosa?

- Finalmente hai messo giù!!

- Non pensare a me, piuttosto dimmi quanto manca per arrivare a Milano e continua a fare il navigatore!

- Tranquilla mancano poco più di 30 minuti

- yeeeee- gridai

- Calma! Avevo detto che dovevi stare tranquilla!

- Ma io non ho promesso

- E va bé

Mamma guardò papà stranamente, poi scoppiammo a ridere quando uno della corsia accanto per sbaglio suonò il clacson e papà si spaventò tantissimo e disse:

- Ei! Ma che cavolo suoni!? Sono sulla mia corsia!

- Caro...

- Sì...

- Ha suonato per sbaglio, potevi anche non urlargli contro, tanto non ti sente! Hai solo spaccato i timpani a me e ad Alice!

Sbuffò, e calò il silenzio...

Mi rinfilai le cuffiette e cominciò " One call away" di Charlie Puth e, senza farlo apposta, mi addormentai.

Fui svegliata da un rumore che mi fracassò i timpani. Spaventata, balzai sul sedile picchiando la testa sul tettuccio della macchina. Mi misi le mani sulla testa, poi guardai avanti cercando l'origine di quel rumore, ma niente. Mi girai e trovai il mio migliore amico, Daniele, con una trombetta in mano.

- Dormito bene?

Lo guardai malissimo...

- Sì, prima che arrivassi tu!

Scoppiò in una risata compiaciuta, poi mi chiese in tono preoccupato:

-Ti sei fatta male?

Oddio, quanto è tenero quando fa la voce tenera?

- No...- dissi ironicamente - ho solo avuto una commozione celebrale, ma a parte questo, sto bene.

Feci una pausa per riprendere fiato, poi gli dissi:

- Che bello che è rivederti!- gli gettai le braccia al collo e gli saltai addosso con tutto il peso. Per fortuna riuscì a reggermi, poi disse:

- Anche per me.

Aveva la voce tutta bella, tenera e un po' a intervalli come se piangesse... Ma comunque è troppo tenero quando fa il carino e coccoloso con me! Se ve lo state chiedendo, no non mi piace e io non piaccio a lui. Dopo quell'abbraccio coccoloso, ci staccammo e ci aiutò a portare gli scatoloni in casa. L'appartamento era al settimo piano . Come ogni santa volta, mamma e papà presero l'ascensore con la maggior parte delle scatole, e lasciarono a me e a Dany le scale, ciò significa... 14 rampe di scale! Voglio morire! Già muoio dopo due scalini... dopo 14 rampe sono nella tomba!! Comunque, io presi due scatoloni e lui tre e cominciammo a salire. Dopo circa dieci minuti, avevo salito sì e no due rampe di scale, e poco dopo, dopo averne saliti altri due, credevo di aver scalato l'Everest : Dio mio quanto odio le scale!! Pochi istanti dopo, credevo di essere arrivata e dissi:

- Siamo arrivati!

Dany posò le scatole per terra e guardò il numero che c'era scritto sulla parete.

- Ci sarebbe un piccolo problema...

- E sarebbe??

- Mancano ancora due rampe!!

- Oh no!

- Dai ce la faremo

- Lo spero!

Salimmo le ultime rampe a fatica e quando arrivammo, papà disse:

- Alla buon'ora!

- Madonna! Provaci tu a fare 14 rampe di scale con degli enormi scatoloni, poi ne riparliamo!

- Me lo ricorderò

Entrammo in casa. Era... come dire... vuota! Solo qualche mobile c'era, per il resto bianca! Sta volta sapevo che avrei dovuto mettermi al lavoro subito per far sì che la casa fosse davvero mia, ma in quel momento, pensavo solo alla sorpresa che avrei fatto a Chiara e Silvia il giorno dopo. Però mi misi al lavoro e cercai i sacchi a pelo perché il camion sarebbe arrivato il giorno dopo.













Stay with me "James Maslow"Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora