13.0 | epilogue

3.2K 342 208
                                    

Listen "Not about angels", Birdy.

Vi consiglio di ascoltare questa canzone che vi ho allegato nei media con le cuffie mentre leggete il capitolo. Non amo far ascoltare canzoni durante i capitoli ma per questo epilogo è diverso: credo che questa canzone aiuti a creare l'atmosfera adatta e a rendere la lettura più magica e piacevole. Quindi mettete le cuffie e riproducete Not about angels. La canzone non terminerà per la fine del capitolo perciò continuate ad ascoltarla finché non sarà finita, se potete ad occhi chiusi. Ho provato a farlo anche io e mi sono emozionata nonostante sappiate non ami il mio modo di scrivere e ciò che scrivo.
Buona lettura.

Improvvisamente nell'aria si udì una voce angelica che cantava Young Lust, dei Pink Floyd.
La sua voce era limpida come l'acqua, il suo tono di voce elevato.

Lei volteggiava leggiadra, mentre canticchiava ancora quelle parole, ed improvvisamente la sua voce si smorzò.

"Hey!" Urlò lui, confuso. Nessuno aveva mai cantato in quel posto.
"Will some cold woman in this desert land make me feel like a real man?" Gli rispose la ragazza, cantando ancora.
"Chi sei?" Urlò di nuovo lui.
"Non mi riconosci?" Chiese lei. Lo sguardo del ragazzo non riusciva ancora a scorgere la figura della donna che aveva ripreso a cantare.
"No!" Urlò in risposta lui, sperando le lei gli desse informazioni.
La donna comparì davanti a lui. Era piuttosto alta ed aveva ogni sua forma al posto giusto, era armoniosa. Occhi blu le adornavano il viso bianco e i capelli castani le incorniciavo il viso in maniera impeccabile.

"Ciao, Nathan." Disse lei, sorridendo.
"A-Ariel" Balbettò il ragazzo che sembrava essere sbiancato di colpo.
"Sembra che tu abbia appena visto un fantasma!" Ridacchiò lei. "Anche se, in teoria, lo sono." Continuò.

"Che ci fai qui?" Chiese lui.
"Quello che fanno tutti quelli che muoiono. Non credevo in Qualcosa anche se mio padre era-" si interruppe "è pastore." Non sembrava triste o agitata anzi, sembrava essere al proprio agio.

"Sai una cosa strana Nathan? Sono protestante ma ho un cognome ebreo. È strano, non trovi?" Cercava di non soffermarsi troppo sulla sua morte.

"Già..." Sussurrò lui. Sembrava distrutto.
"E la sai un'altra cosa strana?" Chiese lei. Lui scosse la testa.
"Non ti avevo mai notato. Non mi interessava di me stessa, figurati degli altri. Ora che sono qui, però, è come se ti conoscessi; forse ho imparato a conoscerti grazie a... Grazie a Luke." Ora sui suoi occhi era calato un velo di tristezza.

"Luke è fantastico, ti ha amata davvero." Le disse lui.
"Già, peccato che ci siamo amati per troppo poco ma sai com'è, la vita è imprevedibile: il giorno prima sei a casa davanti alla tv con il tuo ragazzo ed il giorno dopo sei in un letto d'ospedale, in coma." Sorrise tristemente. Ripercorrere quegli attimi la ferivano.

"La mia storia è diversa. Mi hanno diagnosticato una leucemia linfoblastica acuta tre anni fa. Hanno provato tanti di quei medicinali ma il mio corpo proprio non voleva saperne di guarire. Così, dopo mesi di attesa, abbiamo trovato un donatore di midollo osseo. Dopo quello pensavo di essere già salvo ma, come hai detto tu, la vita è imprevedibile: il trapianto non è andato a buon fine e la leucemia è peggiorata e così sono morto in un letto d'ospedale." Ariel ascoltava in silenzio, abbassando ogni tanto lo sguardo.

"Io voglio che Luke sia felice." Disse lei.
"Voglio che si fidanzi con una donna che ama, che si sposi e che abbia dei figli; voglio che viva una vita piena di adrenalina e di attimi felici; voglio che viva fino a quando il suo corpo non lo sosterrà più e voglio che muoia senza soffrire. Io voglio che Luke abbia la miglior vita di sempre perché se la merita." Continuò.

"Sarà felice, te lo prometto." Nathan l'abbracciò.
"Take this rock and roll refugee
Oooh, baby set me free." Cantò lei, sorridendo.
"Ooooh, I need a dirty woman.
Ooooh, I need a dirty girl." Cantò in risposta Nathan.

~•~

Improvvisamente il cielo della nuvolosa Bristol si schiarì lasciando spazio ad un cielo blu che prepotentemente si faceva largo.

Luke in quel momento alzò lo sguardo al cielo e sorrise.
Quasi poteva udire Ariel cantare Young Lust e Nathan farle da coro. Sapeva di star delirando ma quel pensiero lo rallegrava.

""Hello..?"
"Yes, a collect call for Mrs. Floyd
from Mr. Floyd.
Will you accept the charges from United States?" "

E cantando Young Lust ritornò a casa.
Ariel e Nathan non l'avevano abbandonato, affatto: loro erano sempre lì, accanto a lui, e nella sua mente cantavano tutti e tre Young Lust.

Nessuno è così lontano da non sembrarci vicino.

The End.

Dear Neighbour - lrhDove le storie prendono vita. Scoprilo ora