Turbata dagli strani sentimenti che mi turbinavano dentro, andai a fare una passeggiata. Nascosi gli occhi dietro alle lenti scure e cominciai a camminare sul bagnasciuga. I bambini entravano ed uscivano dall'acqua ridendo come matti, alcuni erano impegnati a costruire dei monumentali castelli di sabbia, mentre i genitori li guardavano assorti. I ragazzi giocavano con il pallone. La risacca, giocava con tra i miei piedi, che affondavano nella sabbia bagnata. Il sole mi scottava la pelle, ma non me ne importava. Ero persa nei miei pensieri, che erano ingarbugliati e non avevano ne capo ne coda. Si rincorrevano, con delle immagini che apparivano e sparivano dietro ai miei occhi. Gli eventi degli ultimi due giorni, mi stavano confondendo. Il viaggio, le telefonate, gli incubi che mi tormentavano tutte le notti. Degli occhi verde smeraldo, che si confondevano con due occhi blu notte. Scossi la testa affranta e cercai di tenere i pensieri lontani. Una volta non ero così. Una volta amavo la vita, mi piaceva stare in mezzo alla gente, trovare nuove storie da raccontare, mi piaceva provare sentimenti. Ora era tutto diverso. Odiavo provare sentimenti, mi piaceva quando ero stordita dall'alcool, tanto da non riuscire nemmeno a sentire i miei pensieri. Avevo sempre affrontato tutto, senza perdere il sorriso. Anche quando a scuola, i miei compagni mi facevano passare l'inferno, prendendomi in giro per ogni piccolo gesto o parola che usciva dalla mia bocca. Non erano riusciti a piegarmi, ma ora, tutto quello che avevo passato, mi pesava sul cuore. Non era solo il vuoto che aveva lasciato Amelie, era come, se tutto quello che avevo ignorato, tutte le piccole ferite che mi erano state inferte si facessero sentire dolorosamente. Il paesaggio continuava a cambiare ad ogni metro che macinavo. Cambiavano i colori degli ombrelloni, la quantità di persone che occupavano la piccola spiaggia. Davanti a me, c'era uno sperone di roccia, che divideva la costa, volevo raggiungere quello sperone e poi tornare indietro, ma più mi avvicinavo, più si allontanava frutto dell'illusione ottica. Avevo camminato a lungo e il sole aveva iniziato la sua discesa verso il mare, per far posto al tramonto. Tornai indietro, rifacendo la strada a ritroso, senza pensieri, tranne la fatica nella gambe e il sudore che mi imperlava il corpo. I pensieri ingarbugliati e la pesantezza nell'anima, era stata sostituita da una piccola pace inaspettata.
Claudia mi aspettava con le mani sui fianchi, agitando il piede nervosa. Dovevo immaginarlo, si preoccupava sempre troppo.
-Che c'è?- esordì, senza darle il tempo di urlarmi dietro.
-Dove sei stata?-
-Passeggiata, ricordi?- risposi tenendomi a debita distanza.
-Sono passate due ore!- sbottò, alzando le braccia al cielo con fare melodrammatico. –Ma non importa, sei adulta. Comunque- fece un profondo respiro, calmandosi. –Ha chiamato Mary Jane, voleva sapere come stavi.- mi lasciai cadere sul bagnasciuga, allungando le gambe tra le onde, facendole segno di sedersi con me.
-Hai risposto al mio telefono?- le domandai scandalizzata. Odiavo quando toccava le mie cose.
-No cretina, mi ha chiamata. Non riusciva a parlare con te e si è preoccupata. Pensava che tu e Samira vi foste uccise o che una delle due fosse stata arrestata per tentato omicidio.- bè, era facile pensarlo, conoscendo i nostri trascorsi.
-Non le avrai raccontato.-
-No- mi fermò lei. –Non le ho detto niente, le ho detto che eri a fare una passeggiata e che non vi eravate ammazzate.-
-Ok- risposi tirando un sospiro di sollievo. Non che ci fosse qualcosa di male, sapeva che litigavamo abitualmente, ma non le piaceva Samira., a trovava odiosa, non erano mai andate d'accordo.
-Mi ha chiesto di Samantha però. Voleva sapere chi fosse.- mi disse, dandomi una spinta con la spalla. –Era molto curiosa.- continuò ammiccando. Ricambiai lo spintone, facendola finire nella sabbia. Si mise a ridere e rialzandosi, mi buttò della sabbia bagnata addosso. La guardai scandalizzata, con la bocca aperta . Si alzò e con le mani alzate, senza smettere di ridere corse in acqua per sfuggirmi.
STAI LEGGENDO
Come ho conosciuto mia figlia
RomanceDopo un tragico incidente, Katarina, si trova a dover fare da madre ad una bambina di sei anni. La sua migliore amica dei tempi del college è appena morta con il marito, e non sa come fare. cosa dovrebbe fare con una bambina di sei anni, se non sa n...