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Lui è il tipico ragazzo conformista. Non lo sopporto. Camicia nera, giacca bianca, pantaloni ben stirati senza strappi bianchi o neri, e scarpe nere. Si veste e si comporta come tutta la massa, come una pecora che segue il gregge. Io non riesco a seguire i modi di questi tempi, con vestiti accollatissimi, bianchi neri con scarpe col tacco nere, oltre a non piacermi, non mi va di essere una fra tante. 

X: ehi splendore, sempre a ballare?

Ariana: ciao Dylan, e tu non hai niente di meglio da fare che pedinarmi?

Dylan: cosa stai dicendo? sono venuto a prenderti, per portarti a casa.

Ariana: aw, sono commossa, quanto sei premuroso. Vai a fare la corte qualche altra ragazza che ti sbava dietro, ma per favore non a me. 

Dylan: in ogni caso non puoi impedirmi di accompagnarti a casa

Ariana: sei ... mmmm .... uno strazio

Dylan: uno strazio favoloso però

Ecco, mi da sui nervi. E' da più di un mese che continua così, e ora l'unica cosa che mi viene in mente da fare è una. Inizio a camminare, e lui mi sta sempre al fianco sorridendomi. Vado alla cabina, dove a qualche metro di distanza c'è la polizia bionica, che controlla che i passanti non infrangano la legge. Come me fra poco. Dylan, cerca di palparmi il sedere, ma lo respingo e urlo

Ariana: ma fammi il piacere, vai a fanculo.

La polizia bionica si gira di scatto verso di me. Perfetto. Ora non dovrò fare il pezzo di strada con lui. Come punizione andrò agli arresti domiciliari, per qualche giorno. Ma farei di tutto pur di non rimanere con lui. Il robot si avvicina a me, mi immobilizza, mi scannerizza gli occhi, e poi mi dice con la sua voce metallica

Poliziotto: Signorina Ariana Grande, ha appena infranto la legge numero 147: non pronunciare parole sporche riguardanti principalmente il periodo dei primi anni del terzo millennio. Sono costretto a teletrasportarla in stazione, dove rimarrà qualche ora per poi ricevere il suo verdetto.

mi mette una mano sopra la testa, e emana una luce blu. Intanto Dylan guarda la scena e non sa se ridere, per il mio tentativo di scappare da lui, o se preoccuparsi. La luce blu produce un leggero calore sulla pelle, che è piacevole. Una luce bianca fugace mi passa davanti agli occhi, e sento un lieve fruscio. In un istante sono in stazione, e un robot mi accoglie prendendomi per il braccio, e trascinandomi, ma mi divincolo dalla sua presa, e cammino avanti sapendo già dove andare. E' un piccolo corridoio bianco che sbuca in una stanzetta sempre bianca; alla fine di questa stanza vuota, c'è una scrivania dello stesso colore di tutto ciò, con due porte scorrevoli, ai lati della scrivania. Dietro di questa, c'è l'unico uomo lavorante in questo distretto, vale a dire il direttore. Leonardo.

Leonardo: ci si rivede Ariana

Ariana: ciao Leonardo.

Leonardo: immagino violazione della legge 147, giusto? questa credo sia la settima volta in due mesi.

Ariana: sai che non ci posso fare niente.

Leonardo: mhh .... bene vediamo un po'...

prende una cartelletta touch screen, e scorre il dito fino al mio nome.

Leonardo: eccoti qua Ariana: la maggior parte sono violazioni della legge 147, poi ne abbiamo due della legge 86, non distruggere oggetti di uso comune, e una della legge 359, non appropiarsi delle cose altrui.

Ariana: allora per la legge 147, sai che non ho speranze, sono costretta a venire qua tutti i mesi, per la legge 359, è successo solo una volta, avevo bisogno di soldi, e avevano lasciato abbandonato un orologio, così l'ho preso. Per la 86, ero incazz... ah giusto, scusi! ero arrabbiata, e dovevo sfogarmi, e sa anche per cosa.

Leonardo: Be' visto che questa è quasi la decima volta in due mesi, sono costretto a tenerti dentro per due giorni. Vuoi chiamare qualcuno?

Ariana: ma fammi il piacere, andiamo Leonardo, mi conosci da quando avevo 5 anni, eri amico dei miei genitori, combattevi con loro, si fidavano di te e li hai traditi. Sai che ti dico, tanto ormai sono dentro, quindi, vaffanculo.

Leonardo: se la metti così ti aggiungiamo altri due giorni.

Ariana: stai scherzando vero? Per aver detto una parola, quattro giorni in prigione? La cosa sta degenerando in questo paese, e tu lo sia beniss...

Non faccio in tempo di finire la frase, che Leonardo attiva l'insonorizzatore, e mi fa diventare muta. Odio quando fa così. Si aprono le porte scorrevoli, e il robot mi prende per le spalle ed entriamo nella stanza delle chiamate, dove ci sono tante cabine telefoniche, con a fianco una piattaforma rotonda, e alla fine della stanza una porta scorrevole. Il poliziotto bionico, mi fa tornare la voce, e dopo averlo guardato male, chiamo Luke. Ti prego non rispondere.

Luke: pronto?

merda

Ariana: ciao Luke.

Luke: Ariana perchè mi chiami da questo numero?

Ariana: sono finita dentro, legge 147, la solita, però ora mi tengono dentro quattro giorni.

Luke: quattro giorni, perchè??

Ariana: perchè Leonardo è uno stronzo

il robot mi guarda male, e io mimo con le labbra 'tanto ormai sono qua'

Luke: vabbè, meno male che avevi raccomandato me di fare attenzione

Ariana: già, è vero

ridiamo insieme

Luke: allora non ti dispiacerà se provo con la band a casa.

Ariana: no, non ti preoccupare. Fai attenzione. Ti voglio bene.

Luke: ti voglio bene. Ciaoo

Ariana: a fra quattro giorni

chiudo e il robot mi consegna la tuta da detenuto rossa, e una canotta bianca. Prendo i vestiti, e vado sulla piattaforma, che ha due fessure, una a destra e una a sinistra. Metto la tuta e la canotta nella fessura di sinistra, e in un istante sono vestita con la divisa. I miei vestiti e la bandana, escono dall'altra fessura, ma prima che li portino via, prendo la mia bandana, ci sono affezionata. Vengo portata nella prigione vera e propria, dove su tre piani, lungo tutte e quattro le pareti, ci sono le celle singole dei detenuti. Le sbarre sono di acciaio, e possono darti la scossa se i poliziotti vogliono. Vado nella mia cella la numero 13, e nella numero 12 lo trovo sempre lì. E' in prigione da quando è finita la guerra, e prima è andato in riformatorio, poi l'hanno trasferito qui.

Ariana: ehi Harry, come va? Fai ancora il ragazzo trasgressivo?

Harry: ehi tu combinaguai, che hai fatto stavolta?

Mi chiudono in cella con la carta elettronica, e poi il robot va via. Mi appoggio alla parete, vicino alla sua cella e lui fa lo stesso.

Ariana: Leonardo è uno stronzo, e mi ha messo dentro per quattro giorni, solo perchè era la decima volta in due mesi che infrangevo una legge. Che tra l'altro è quasi sempre la stessa.

Harry: be' almeno tu hai quattro giorni, io credo quasi tutti i miei anni migliori. Il 18esimo compleanno l'ho festeggiato qua, la prima ragazza che mi sono fatto, qua. Tutta la mia esistenza qua, almeno, fino ai 40 anni credo.

Ariana: be' però potremo sempre vederci almeno una volta al mese, più o meno.

Harry: lo spero, sei l'unica amica che mi è rimasta la fianco durante la guerra, e non è scappata via, o mi ha tradito. E sei anche l'unica che mi conosce veramente da quando avevo 4 anni. Non sopporterei l'idea di non riuscire a vederti più. Insomma ti ricordi il nostro saluto, quello con le mani? E poi tu sei la mia migliore amica.

Ariana: pure tu sei il mio migliore amico, e sappi che quando troverai una ragazza da sposare o da amare, non ti prometto che non sarò gelosa.

ridiamo insieme.



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