LOUIS
Harry. Un suono dolce, quasi soave. Un nome comune, quasi banale, ma che su di lui sembrava qualcosa di dannatamente unico. Qualcosa che poteva appartenere solo a lui, al ragazzo riccio incontrato quasi per sbaglio in un autogrill in mezzo al nulla. Un incontro casuale, non programmato, mai pensato. Qualcosa avvenuto per pura casualità, semplicemente perché doveva accadere. Qualcosa fuori dagli schemi. Non ero mai stato quel tipo di persona che pianificava tutto nei minimi dettagli - per carità, non ero mica quella rompipalle di Giselle! - ma nel corso degli anni, a forza di stare in contatto con Margo e la sua migliore amica, avevo imparato anch'io a commettere l'errore di pianificare ogni singola cosa, di fare un piano B, C, D a seconda degli imprevisti più inimmaginabili, ma è ovvio che alla fine i tuoi piani non vengono mai rispettati, è una condizione naturale: il destino, la vita e tutte quelle stronzate alla fine fanno come pare a loro, e di noi se ne sbattono altamente. Non è una legge fisica, o scientifica, o matematica, è semplicemente la più pura delle verità, e quel ragazzo, Harry, ne era la conferma. Avevo pianificato tutto per questo viaggio: annoiarmi, infastidire Margo, godermi l'assenza di Giselle, annoiarmi, ma sicuramente, con tutti i piani delle varie lettere dell'alfabeto che potevo elaborare, non avrei mai pensato di incontrare quel dolce, fragile imprevisto. Avrei tanto voluto prendere a pugni il suo ragazzo, o ex-ragazzo, andare sotto casa sua e urlargli di non far soffrire un angelo così. Non sapevo nemmeno perché, ma ero dannatamente incuriosito da lui, oppure solo dannatamente attratto. Frustrazione sessuale, cioè la base di ogni singolo problema che una persona può avere nella vita quanto al versante sentimentale. È tutto basato su quello, è matematico. Tradisci o vieni tradito? Colpa della frustrazione sessuale. Ti comporti male con chi vuole solo aiutarti? Colpa della frustrazione sessuale. Ci provi azzardatamente con un ragazzo in un autogrill situato in una landa desolata senza nemmeno accertarti del suo orientamento sessuale? Colpa della frustrazione sessuale. Solo che quella volta avevo avuto proprio una gran fortuna: Harry era davvero gay. Vorrei poter dire che lo sapevo, ma purtroppo, quel giorno, in quel bagno, l'unica cosa che avevo pensato vedendolo era stata: «oh, cazzo» o un'imprecazione del genere, per poi accorgermi solo dieci minuti più tardi della lettera. Non avevo nemmeno letto il mittente o sbirciato all'interno, per quanto mi riguardava poteva anche essere la sua bolletta della luce, ma, per una volta, ero stato dannatamente fortunato. Provarci con un ragazzo eterosessuale sarebbe stato alquanto imbarazzante.
«Louis? Pianeta Terra chiama Louis William Tomlinson, è Margo che parla! Guarda che ho un video di te da piccolo che fai l'elicottero col pene, se non mi caghi lo posto su Facebook!» sbuffò la mia migliore amica dal sedile accanto al mio, destandomi dai miei sogni ad occhi aperti sull'angelo dai capelli ricci e gli occhi verdi. Il pullman era ripartito da una mezz'ora buona ormai, e io non avevo spiccicato parola nemmeno una volta, escludendo un «ciao» iniziale, quasi sbadigliato, detto tanto per fare a Margo, per poi cominciare ad immaginare e ad ipotizzare quanti anni avesse Harry, dove andasse a scuola, in quale città vivesse, mentre fissavo il vuoto come un ebete.
«Cosa vuoi, Mar?» biascicai, provando a darmi mentalmente qualche schiaffetto per svegliarmi dal mio stato di trance. Lei sbuffò nuovamente. «Okay che abbiamo litigato, ma non ti sembra esagerato non parlarmi nemmeno? Insomma, è drastico, quella era una litigata da niente» borbottò, senza guardarmi. Io ridacchiai, era quasi buffa quando provava a scusarsi senza pronunciare la parola "scusa", troppo difficile per lei, si mordeva il labbro e iniziava a farfugliare cose insensate, per poi sbuffare ed esclamare un «oh, hai capito!», come una bambina. In fondo Margo era questo, una bambina, e probabilmente era questo il motivo per cui eravamo amici da così tanto tempo e non ci eravamo ancora stufati l'uno dell'altra: eravamo due eterni bambini, entrambi accesi, vivi, la notte correvamo per le strade urlando di essere immortali, indistruttibili, imbattibili, una bottiglia di qualche alcolico in una mano e una sigaretta, a volte anche una canna, nell'altra, per poi iniziare a piangere come due idioti, o forse solo come due ragazzi stanchi della realtà, e andare nella casa sull'albero, quella in mezzo alle nostre due abitazioni, dove eravamo praticamente cresciuti, e piangere, urlare ancora, in quell'angolo disperato di quella città buia, fredda e spenta, che col passare degli anni forse aveva contagiato anche tutti gli altri, rendendoli bui, freddi e spenti, ma non noi due. Non me e Margo, noi eravamo troppo luminosi per spegnerci.
«Ero solo perso nei miei pensieri, dolcezza. Non sono arrabbiato, avevi ragione: sei la mia migliore amica, non sarei dovuto andare a letto con quel bastardo» affermai, calmo, forse a causa della sigaretta fumata in precedenza o forse per l'immagine di quel ragazzo ancora impressa nella mia testa. La vidi sorridere e le sorrisi a mia volta, per poi essere travolto da un abbraccio di quelli che solo lei sapeva dare, uno di quegli abbracci dove ridi, cadi, forse ti fai anche male, ma sei felice, perché la persona che ti sta tenendo stretto ci tiene davvero a te, e la cosa migliore è che tu lo sai ed è questa consapevolezza a renderti così allegro.
«Grazie, LouLou» la sentii sussurrare in seguito, e sorrisi anche di più. «Ora mi vuoi dire perché sei così felice? Chi hai rimorchiato, mascalzone?» ridacchiò.
«Uh, nessuno. Perché devo per forza aver rimorchiato qualcuno per essere allegro?»
«Perché hai scritto sulla fronte "ho appena rimorchiato un ragazzo", mi sembra ovvio» ammiccò, ridendo. La guardai fintamente male, per poi ruotare gli occhi. Non avevo scritto sulla fronte proprio un bel niente! Ero sempre stato bravo a celare le mie emozioni, i miei sentimenti, ma Margo era sempre stata eccezionale a guardare oltre, oltre i miei occhi, oltre le mie parole, oltre le mie gesta. Lei osservava, non dava nulla per scontato, anche per questo la ritenevo una ragazza fantastica, forse se fosse stata un uomo ci avrei anche fatto un pensierino... magari anche di più se fosse stata un ragazzo dagli occhi verdi, profondi, le fossette, le labbra rosee, i ricci castani e ribelli...
«Sto solo pensando.»
«Tu chiami "solo pensare" il fatto di fissare il vuoto per trenta minuti contati con un mezzo sorriso da ebete sulla faccia? Io questo lo chiamo "ho appena rimorchiato un tipo bellissimo e sto pensando a lui"». Mi guardò con fare complice, io semplicemente mi strinsi nelle spalle. Non ero il genere di persona che arrossiva o si imbarazzava, soprattutto se dovevo parlare con lei. Parlavo sempre di qualsiasi cosa con Margo, che si trattasse di cose serie o di cazzate, o anche di sesso. Non ero mai imbarazzato quando ero con lei, ero a mio agio, eravamo come una persona sola, forse anche di più, con me stesso probabilmente non avrei ammesso nemmeno la metà delle cose che avevo detto a lei. «Forse» mormorai, per poi lasciarmi sfuggire un sorriso che non doveva spuntare. «Si chiama Harry.»
«Come Harry Potter?»
«Come Harry Potter.»
«Forse "come Harry Potter" sarà il nostro sempre.» E iniziò a ridere, mentre io la seguivo nonostante quella battuta fosse ormai vecchia, scontata, ma la sua risata era troppo contagiosa - iniziava a battere le mani come una foca e a dire cose insensate, a volte cadeva anche, ma non smetteva di ridere finché non le mancava l'aria.
Arrivammo al college un'ora dopo, Margo si era addormentata con il gomito sulla mia gamba sinistra, e avevo ormai perso la sensibilità all'arto da un po', e lei aveva preso a sbavarmi sul braccio, ma non volevo svegliarla. Beh, in verità ci avevo provato qualcosa come cinque volte, ma non c'era verso che si svegliasse, quindi avevo deciso di lasciar perdere, anche perché se l'avessi destata dal suo prezioso sonno mi avrebbe preso a morsi - letteralmente.
«Mar...» ritentai « siamo arrivati...»
La risposta che ricevetti fu solo un "mmmh" mugugnato, segno che non aveva intenzione né di svegliarsi, né tantomeno di camminare. Sbuffai, per quanto fosse esile era pesante portarla in braccio, soprattutto perché era più alta di me di quasi una decina di centimetri, ma lo feci lo stesso - ovviamente senza delicatezza, avevo intenzione di svegliarla il prima possibile, cosa che, fra parentesi, non fece finché non la posai sul letto e le rimboccai le coperte.
«Hai rovinato tutto» le sussurrai ridendo, per poi buttarmi su una poltrona dal colore orrendo, stanco. Osservai la stanza: aveva seriamente bisogno di un tocco personale, per com'era in quel momento faceva seriamente vomitare.
«Potrei vomitare» mormorai con una smorfia, per poi sentire Margo che diceva un "ciao Piton" con la voce impastata dal sonno. Presi il cellulare, mentre mi balzò in mente la vaga e lontana idea di chiamare mia madre, ma alla fine mi ritrovai a guardare il profilo Facebook di Harry, a osservare ogni sua singola foto - attento a non cliccare "mi piace" per non insospettirlo - e a scervellarmi sul cosa avrei dovuto scrivergli come primo messaggio.
«"Ciao Harry" è troppo banale. "Ehi Harry" sembra svogliato» mormorai sottovoce, sbuffando.«Prova con "ehi angelo"» suggerì Margo «insomma, se vuoi conquistarlo fai un po' il dongiovanni, no?» E ritornò a fare la stupida in videochiamata con Giselle, che ci aveva chiamati pochi minuti fa.
«Mh, può andare. Tu rompipalle che ne dici?» mi rivolsi allo schermo del telefono, cioè alla bionda che al momento si trovava in Francia.
«Carino, perché non provi con "ciao, scopiamo?"» disse ridendo, mentre si aggiustava con un gesto della mano gli occhiali sulla punta del naso.
«E tu perché non provi ad andare a fanculo?» Ruotai gli occhi, per poi inviare il messaggio suggeritomi da Margo col cuore in gola e ricevere la notifica tanto attesa:Messaggio da Harry E. Styles.
"Hai mai guardato il cielo?"
Ehi ehi ehi!
Vi avevo avvisate che questa volta saremmo tornate prima del previsto!
Nulla da dire a parte VOTATE E COMMENTATE e così vi portiamo il sextape Larry (siamo già d'accordo con Niall eh) .
Okay, la smetto.
Bacii.Scritto da druniall
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Strangers. || Niall Horan ❁ Larry Stylinson
FanficNiall e Margo incrociano i loro sguardi tra i vetri dei loro autobus durante una pausa in autogrill. Margo fa parte di una scuola francese in scambio culturale a Londra, Niall è stato costretto dai suoi amici a partecipare alla gita nella bellissima...