19 Ott. (pt. 2)

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Dopo aver finito di scrivere sul suo diario, Louis si alza dalla sedia, va in bagno per farsi una velocissima doccia e infine di veste con abiti semplici e comodi. Non vuole sembrare troppo pignolo ma neanche troppo sciatto. Opta per una felpa della Adidas, dei jeans grigi seguiti dalle sue solite Vans nere. Sistema i capelli spingendoli indietro e fissandoli con un poco di gel. Dopodiché esce e si dirige verso il bar dietro la scuola; il posto stabilito per l'appuntamento. Se così si può chiamare.
Mentre cammina ripassa il discorso preparatosi la sera prima, ma appena arriva, trovandosi davanti quei grandi occhi verdi, si blocca, il monologo è scomparso e le gambe non ne vogliono sapere di andare avanti. Harry dal tavolo lo saluta e Louis a malapena riesce a sorridergli. L'ultima volta non è stato così difficile, perché ora lo è? Si decide ad avvicinarsi e salutarlo, per poi sedersi di fronte a lui.
"Di cosa volevi parlarmi?" Chiese il riccio prima di sorseggiare la sua bevanda
"Mmh... volevo parlarti dei messaggi che mi mandi e di come ti comporti con me" Harry spalancò gli occhi preoccupato.
"Cos'ho fatto? Se vuoi posso cambire, posso essere più carino oppure..."
"No, no. Non è quello, sei molto carino con me ed è per questo che ti devo chiedere se lo stai facendo apposta per prendermi in giro, oppure ti sto a cuore veramente." Harry fa fatica a concentrarsi su ciò che dice il ragazzo di fronte a lui; le sue labbra sottili lo distraggono e dalla prima volta che le ha viste avrebbe voluto baciarle. "Louis non pensare nemmeno per scherzo che ti voglia prendere in giro, io ti a... ti reputo mio amico" si corresse Harry. Louis in fondo avrebbe voluto che il riccio non si fosse corretto, ma il mondo non gira come vuole lui.
"Mi fa piacere" rispose solamente con tanto di sorriso affettuoso.
Dopo aver finito di bere, Harry propose a Louis di seguirlo. Il liscio non ha idea di dove lo porterà il suo amico. [...]

Si ritrova davanti un parco enorme poco più lontano da casa sua, ma mai esplorato. C'era passato davanti alcune volte ma non si era mai fermato. Esso ospita molti alberi, giochi per bambini, fiori secchi per colpa della stagione fredda e delle panchine sotto gli arbusti spogli.
Harry prende per mano Louis per poi portarlo in un posto per lui speciale. A Louis batte forte il cuore. Così forte che ha paura che Harry possa sentirlo. Di fronte a loro si piazza un lago enorme con un po' di sabbia prima che la terra si infranga con l'acqua.
"Perché mi hai portato qua?" Chiese Louis dopo aver fatto tutto il tragitto in silenzio
"Qua ci passavo le giornate con mio padre, prima che... beh, morisse." Abbassa la testa guardandosi le ginocchia fasciate da jeans neri strappati. Louis si avvicina con il viso a lui, alzandoglielo dal mento con due dita. Stringe la mano, ancora attacata a quella di Harry, costringendolo a guardarlo negli occhi.
"M-mi dispiace" non ha mai affrontato una situazione simile, e non è mai stato bravo a consolare le persone quindi prega solo che non si metta a piangere.
"Sto bene" sforza un sorriso un po' storpio che fece sorridere Louis di rimando. Sono bellissimi insieme, sono fatti l'uno per l'altro. Peccato che questo, nessuno dei due se n'è ancora accorto. Harry sciolse le loro mani e andò a sedersi su una panchina poco distante dalla sabbia, seguito dal liscio.
"Lui mi diceva che qua aveva incontrato mia madre. Quindi da piccolo, quando ero triste perché avevo litigato con degli amici, lui mi portava qui, mi consolava e mi dava consigli." Una lacrima scende seguita subito dopo da un'altra, poi un'altra ancora. Louis cinge un braccio attorno alla vita del ragazzo riccio, poi appoggia la testa sulla sua spalla sussurrando parole dolci cercando di confortarlo. [...]

"Scusa per prima, non mi sono riuscito a contenere" si scusa Harry mentre lui e Louis tornano al bar per la seconda volta nel giro di poche ore. "Non devi scusarti" sorride il liscio
"Di solito non piango mai davanti alla gente, solo mia mamma o mia sorella. Le uniche persone di cui mi fido veramente" a queste parole, nel cuore di Louis si aprì una porta di speranza. Pensa che Harry lo reputa importante, ma come può esserlo se si conoscono appena?
"Mi sento uno stupido a parlare da solo Lou" rise Harry. Louis sorrise a quel simpatico soprannome. Gli piace come quel 'Lou' usciva dolcemente dalle labbra dell'altro ragazzo.
"Oh, scusa. Stavo pensando" detto questo il liscio mette le mani nella tasche dei pantaloni, forse un po' imbarazzato. Harry invece fa finta di non aver visto e continua a parlare
"A cosa pensi?" Louis scuote la testa alzandola verso gli splendidi occhi verdi di Harry.
"Che hai degli occhi bellissimi" pensa ad alta voce. Quando si accorse che forse ha detto una cosa sbagliata, è subito pronto a scusarsi ma al riccio non dava fastidio, e forse si apriva una finestrella di speranza anche per lui. [...]

Arrivati al bar si siedono nello stesso tavolo di quel pomeriggio. Incominciano a parlare del più e del meno, fin quando non venne l'ora di salutarsi. Louis vorrebbe passare ancora del tempo con il ragazzo alto, e i sentimenti sono reciproci, ma sanno che non possono. Harry si offre per riaccompagnare a casa Louis per assicurarsi che arrivi sano e salvo. Davanti al portone della villetta di Louis, Harry rimase sbalordito. Lui abita in un appartamento piccolissimo, non aveva neanche mai notato queste case nel suo quartiere. A risvegliarlo dai suoi pensieri fu il castano.
"Harry tutto ok?" Chiede divertito.
"C-certo"
"Beh... allora, ciao Harry"
"Ciao Louis" si abbracciano, un abbraccio fraterno e nulla di più ma tutti e due volevano altro e questo lo sapevano bene. Mentre il liscio stava per chiudere la porta, il più alto lo ferma. Voleva a tutti i costi raggiungere il suo obiettivo e non se ne sarebbe andato fino ad allora. "LOUIS!" lo richiama.
"Dimmi Haz"
"...Sono stato bene con te oggi" disse imbarazzato. Louis nota il suo imbarazzo quindi prese in mano la situazione.
"Anche io Haz, ci dobbiamo vedere di nuovo uno di questi giorni" propone. "Certo" Harry non sa perché, ma sembra così impacciato. Di solito la gente cade ai suoi piedi, ma Louis non molla, o almeno lo pensa lui. Il liscio continua a fissare come si muovo le labbra del ragazzo di fronte a lui, con il costante desiderio di baciarlo. Non sa come mai e con che coraggio, da vita al suo desiderio. Harry si sbalordisce dalla prontezza dell'altro ragazzo che si fionda sulle sue labbra, rendendo anche il suo pensiero realtà. Staccatosi dal riccio, Louis si mette una mano nei capelli imbrazzato. Crede di aver commesso un errore, ma Harry non si è opposto al bacio quindi non sa come comportarsi ora. Si traquillizza solo quando il ragazzo di fronte sorride ampiamente e lo saluta di nuovo per poi andarsene via. Forse qualcosa era cambiato. Forse non era una semplice cotta ma qualcosa di più. Il cuore dei due ragazzi scoppiava di felicità e non vedevano l'ora di incontrarsi di nuovo.

Secrets-Larry StylinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora