Mi svegliai presto quella mattina e non riuscii più a riprendere sonno. Alla fine mi alzai e andai a chiamare mia mamma per farmi preparare la colazione (ero ancora piccola, avevo 8 anni). Lei mi disse che era ancora un po' presto e mi consigliò di riposarmi ancora un po' perché sarebbe stata una giornata impegnativa.
Non era una giornata qualunque, sarebbe stato il mio primo allenamento in agonismo!
Ritornai in camera, ma di riaddormentarmi, non c'era verso.
La mia mente cominciò a vagare in cerca di un pensiero su cui riflettere. Ero stanca, i miei occhi erano pesanti, ma non riuscivo proprio a dormire; era stata una lunga notte, mi ero svegliata più volte, ero agitata!
A scuola quel giorno fui ripresa più volte dall'insegnante perché guardavo fuori dalla finestra e non mi concentravo. Continuava a chiedermi cosa c'era di così interessante in giardino, invece che ascoltare la lezione; in realtà a me non interessava il paesaggio, io guardavo fuori per riuscire a staccare la testa e pensare ad altro più facilmente che guardando la maestra che mi osservava curiosa di sapere cosa attirasse in quel modo la mia attenzione.
Uscita da quella prigione di pensieri, feci veloce merenda con una mela e mi avviai con la mamma verso la palestra. <<Alice perché corri?>>mi chiese più volte la mamma. <<perché, sto correndo?>>risposi io tutte le volte. Non mi rendevo conto di andare di fretta. La palestra fungeva da calamita per me. Era la mia seconda casa ormai.
Mi cambiai in fretta e fui la prima del mio corso ad arrivare. Eleonora, la mia insegnante, mi fece i complimenti per l'ottimo orario.
Quando fummo tutte in riga, Eleonora mi disse di fare il saluto. Lo avevo fatto un milione di volte, ma in quel momento, con gli occhi di tutte fissati addosso, mi venne un vuoto di memoria. Per fortuna capivo bene il labiale ed Elisa mi salvò la vita. <<Attenti, riposo, la squadra è pronta per iniziare il suo lavoro!>> dissi in fine trionfante. <<Cominciate con venti giri di corsa>> disse Eleonora. Finito di correre ero già stanca morta; solitamente facevo la metà dei giri.
Dopo il riscaldamento e la scioltezza, l'insegnante ci fece fare rovesciate e tutti gli altri elementi che avevamo imparato l'anno corso. Alla fine della "dimostrazione" ci disse allegramente che avremmo potuto da subito provare rondata flick. Mi spaventai e, ansiosa come sono, pensai che non c'è l'avrei mai fatta. Prima naturalmente ci fece fare il flick da ferme, che avevamo già cominciato a provare nell'altro gruppo. In breve tempo lo avevo assimilato ed Eleonora ci disse che avremmo potuto attaccarlo alla rondata. <<Io ho....ho....paura!!!>> risposi io. <<Lo so, ma non mi interessa>> non mi aspettavo una risposta del genere e da questo capii che forse le cose sarebbero state più dure a quel livello. <<Bisogna superarle le paure Alice>>si aggiustò. Forse aveva capito che ci ero rimasta male. In quei momenti devi mettere in azione tutto il coraggio e la forza d'animo che hai dentro. Devi spaccare!!!!!!
Le prime volte naturalmente ci tenne. Poi disse che avremmo potuto benissimo farlo da sole. Partì Elisa ed eseguì l'elemento perfettamente. Eleonora su congratulò con lei.
Era il mio turno.
Era il mio momento.
Mi buttai.
Corsi più forte che potevo e dopo la rondata mi lanciai all'indietro.Mi ritrovai con la faccia spiaccicata sul materasso, grondante di sangue.
Eleonora ed Elisa accorsero. Eleonora mi chiese se mi ero fatta male e, anche se avevo una piccola fitta al naso, capii che non era nulla di grave e quindi dissi che non mi ero fatta nulla per non farla spaventare. Mi accompagnò in bagno e mi aiutò a sciacquarmi la faccia e a fermare il sangue, che sembrava un fiume in piena.Quando l'emorragia si fu arrestata, era ormai terminata la lezione.
La mamma mi venne a riprendere e io le raccontai felicissima dell'accaduto. Mia madre restò sorpresa dal fatto che non ero delusa, visto che non ero riuscita ad imparare il nuovo elemento. Ma io ero felice perché se solo nella prima lezione Eleonora mi aveva fatto provare rondata flick, pensa quante cose mi avrebbe fatto imparare in un anno. Ero però soprattutto fiera di me stessa! Un mese fa non mi sarei mai buttata in quel modo, non mi sarei messa in gioco, avrei avuto paura e invece quel giorno, per la prima volta, ero stata veramente sicura di me stessa!!!
STAI LEGGENDO
Una vita per un sogno
RandomLei è Alice. La sua vita non è esattamente perfetta, anzi, è fatta di lacrime e sudore...... Tutto per cosa?! Per la ginnastica artistica! Sì, la sua passione più grande è proprio questa. Perché la ginnastica? Perché Alice ha un sogno.... Imparare a...