Erano passati tre giorni da quando la mia cara nonna era venuta a mancare. Non ero ancora tornata ad allenarmi. In quei giorni avevo avuto la febbre e anche un po' di nausea. Ero stata malissimo e avevo ancora gli occhi gonfi per i grandi pianti; la notte dormivo pochissimo, le ore di sonno erano sempre interrotte da incubi seguiti da pianti. Non passava giorno in cui io non prendessi l'album delle foto per rivedere un'altra volta io e la nonna insieme. Piangevo mentre guardavo foto in cui ridevo.
Il quarto giorno però, decisi che dovevo continuare la mia vita, anche se è difficile andare avanti serenamente quando manca una persona a cui vuoi bene. Decisi quindi di tornare in palestra e di ricominciare con la scuola, i compiti, le gare...
Alle quattro mi preparai e in poco tempo fui pronta per andare a ginnastica: Body, tuta sopra, capelli legati in una coda di cavallo e mollette che trattenevano i ciuffi ribelli, scarpe da ginnastica e borsa sulle spalle. Anche se tutto questo era come sempre, si sentiva che mancava qualcosa, che c'era qualcosa di diverso. Già, il mio entusiasmo quel giorno, prima di partire per il luogo dove mi divertivo di più, il luogo dove si trovava la mia passione, non era il solito di ogni Giovedì, era... morto.
Mio padre era ancora in città e così mi accompagnò lui.
Arrivata alla palestra, le ragazze mi accolsero calorosamente e, probabilmente coscienti di quello che mi era accaduto, non mi chiesero nulla, mi abbracciarono. Mi scese una lacrima che mi rigò il viso pallido. Elisa me la asciugò dolcemente.
Dopo poco cominciammo il riscaldamento. Avevo la testa altrove e più di una volta Eleonora mi dovette ripetere l'esercizio da fare. Quando andammo sulla trave, feci solo le rovesciate e riuscii a cadere anche da quelle. Grazie a quell'allenamento mi stavo deprimendo ancora di più: non riuscivo a rialzarmi nemmeno esercitando la mia più grande passione, quella che mi faceva staccare la testa da tutti i problemi esterni e mi faceva concentrare solamente su essa. Ma quello non era un problema come gli altri... Quello era un grande problema, da cui non mi sarei potuta riprendere da sola.
Dopo essere caduta per l'ennesima volta da una rovesciata indietro, scappai via e corsi in spogliatoio. Subito sentii alcuni passi dietro di me, ma non mi girai. Quando arrivai mi sedetti sulla panca e piansi con gli occhi coperti dalle mani. Ad un certo punto sentii un abbraccio che si strinse intorno a me. Alzai gli occhi pieni di lacrime verso la persona così gentile da farmi sentire un po' del suo affetto. Era Elisa. <<Calmati ora, ti prego, non ce la faccio più a vederti soffrire in questo modo>> mi disse <<Ascolta, so che non è facile... ci sono passata anche io...>>
Wow, non mi aspettavo che anche Elisa avesse perso una persona a lei cara. Lei è sempre così forte e coraggiosa, non l'ho mai vista piangere, nemmeno ora che mi raccontava della sua perdita. <<Sai, io avevo un nonno fantastico, che purtroppo è mancato due anni fa. Quando accadde ero distrutta, lui era un eroe per me, un secondo padre, gli volevo un bene dell'anima e ti giuro che sono crollata quando ho saputo che non c'era più... Però con il tempo ho capito che non serviva a nulla piangere e lui non avrebbe voluto vedermi in quello stato e così ho cercato di riprendermi. Certo non è stato facile e ancor oggi non passa giorno in cui io non pensi al mio caro nonno e qualche volta scappa anche a me una lacrimuccia, ma cerco sempre di farmi vedere da lui sorridente>> <<Farti vedere?>> chiesi <<Certo, non lo sai??? Le persone che ci vogliono bene non ci lasciano mai e ci guardano sempre da lassù. E poi... La tua nonna rimarrà per sempre nel tuo cuore. Mi raccomando, non dimenticati di lei>> <<Non potrei mai>> Abbracciai Elisa per avermi rincuorato. Elisa nel suo discorso non aveva nemmeno una volta utilizzato la parola morte, perché per lei le persone non muoiono, si riposano dopo aver vissuto una lunga e faticosa vita.
In quel momento entrarono tutte le mie compagne ed Eleonora e mi abbracciarono forte tutte insieme.
Grazie a loro mi sentivo più forte per ricominciare e sapevo che la mia nonna non mi aveva lasciato veramente, sarebbe rimasta per sempre con me.
La lezione era terminata, ma tutte quel giorno avevamo imparato qualche cosa di nuovo: le persone a noi care non ci avrebbero mai lasciato e sarebbero rimaste per sempre con noi. E poi... Bisogna sorridere, sorridere e ancora sorridere, perché la vita è una e bisogna godersela!
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Una vita per un sogno
RandomLei è Alice. La sua vita non è esattamente perfetta, anzi, è fatta di lacrime e sudore...... Tutto per cosa?! Per la ginnastica artistica! Sì, la sua passione più grande è proprio questa. Perché la ginnastica? Perché Alice ha un sogno.... Imparare a...