Passarono quattro anni e le cose non cambiavano di una virgola.
Il giorno del mio quattordicesimo compleanno la mamma mi preparò una torta con quei pochi ingredienti che riusciva a comprare e, sebbene fosse povera, era la torta più buona che avessi mai mangiato: dentro c'erano i mirtilli del bosco che mi piacevano tanto.
Di solito al compleanno di qualcuno si ricevono regali e si sta in compagnia... ecco io ricevetti solo quella deliziosa torta che per me era un miracolo solamente averne assaggiato una fetta.
Inoltre non avevo amici, quindi mi recai in chiesa, dall' unico amico che avrei potuto avere; lo ringraziai , e pregai per mia madre facendo una promessa: l'avrei protetta a qualunque costo, lei che c'è sempre stata per me. Non avrei permesso a niente e a nessuno di portarmela via.Dopo qualche mese mio padre morì, lui era stato sempre una bestia con la mia famiglia, tuttavia portava a casa uno stipendio che ci permetteva di vivere...o meglio sopravvivere.
Così quando scomparve, non sapevamo come tirare avanti, infatti mia madre doveva prendersi cura di ben sei figli( contando anche i miei due fratellastri) e per "prendersi cura" intendo: sfamare, garantire istruzione e una casa.
Tutto questo una donna non poteva farlo da sola, così io feci tutto ciò che era umanamente possibile per aiutarla: lavare, stendere, sbrigare ogni tipo di faccenda e commissione.
Ci fu anche un periodo dove mia madre si ammalò, e allora mi presi cura di lei, la portai dal dottore e pagavo le cure svolgendo lavori a casa sua come ad esempio pulire, andare a portare i panni in lavanderia...insomma ci si può sbizzarrire quanto si vuole.
In questo periodo trascuravo molto la scuola, dovendo prendermi cura di mia madre: i miei voti erano sempre negativi tranne nelle materie" artistiche" per le quali ero molto portato, devo ammettere.
Nonostante questo, fui bocciato molte volte, anche perché l'ambiente scolastico non mi forniva di elementi per una buona integrazione: venivo spesso(sempre) schernito dalle compagne, picchiato dai compagni e umiliato dagli insegnanti.
Insomma, odiavo la scuola, odiavo tutto e tutti tranne la mia famiglia...o quel poco che ne rimaneva... nell' arco di un anno morirono per malattia tre dei miei fratelli.
Sentivo la loro mancanza e c'era dolore dentro me; e soprattutto nel cuore di mia madre che non lo dava a vedere ,ma era distrutta.
Ogni sera pregavo per lei, perché tutto questo finisse, ma non cambiava nulla.
Era come se fossi stato dimenticato.
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Gott Erhalte, Gott Beschütze
Historical FictionEdmund è un ragazzo austriaco di origini italiane, vive in condizioni familiari ed economiche molto difficili. 1914: lo scoppio della prima guerra mondiale, una data fatale per tutta l'Europa. Edmund si arruola nell' esercito, ormai non ha nulla...