Nel giro di dieci minuti ha finito l'intero pacchetto di sigarette, e adesso rimarrà a secco fino a nuovo ordine; è sabato sera e Federico si trova ancora in quel locale di merda di Cadorna perché Giulia ha semplicemente detto sarebbe bello parlare e lui da cretino ha accettato, nonostante il sonno e la voglia di urlare. È rimasto in silenzio, ha fatto cenno a Lorenzo e Madh di andare via, ha ignorato le domande di Andrea e si è seduto in uno dei tavolini per due con lo sguardo arrabbiato ed un tic alle gambe. Giulia davanti a lui è tranquilla, con i denti bianchissimi che sorridono e gli occhi azzurri pieni di trucco, bellissima come sempre ha detto alle sue amiche che sarebbe tornata in momento da loro e che prima vuole salutare per bene uno dei suoi più grandi amici.
"Ti trovo bene" comincia lei con voce gentile e toni pacati "sembri felice, dico sul serio, certo hai quelle rughe da stress sulla fronte, ma non intorno le labbra, certi dettagli me li ricordo" ridacchia lei, e potrebbe essere anche un pensiero carino se non fosse uscito dalla bocca di quella ragazza bella come una sinfonia di Vivaldi ma più cattiva di tutti i dissing che abbia mai fatto nella sua vita. C'è qualcosa di totalmente sbagliato in quella situazione, e infatti ha davvero l'intenzione di andare via e lasciarla sola, ma sospira e chiude gli occhi mentre con la mano destra stringe ancora l'accendino rosa che gli ha precedentemente prestato la ragazza.
"Eri in Giappone, devi essere in Giappone, a Tokyo con la New Japan Philarmonic, cosa diamine ci fai a Milano? Perché cazzo sei qui?" nonostante i modi bruschi, Giulia non si scompone, gli sorride e si lecca gentilmente le labbra, Federico già non la sopporta più perché quando incomincia ad evitare le sue domande gli sale il nervosismo.
"Mi hanno detto che sei alla Scala" dice infatti sempre con lo stesso tono di voce e con le gambe incrociate. Se non fosse una ragazza l'avrebbe già picchiata, (anche se non è capace neanche di uccidere una mosca, figurarsi una persona) avrebbe preso a schiaffoni quel suo viso angelico e quella sua strafottenza che si porta dietro con tanta naturalezza.
"Mi stai prendendo per il culo?" sta usando un tono di voce troppo gentile per i suoi parametri, perché quello che merita Giulia sono solo strilla e parolacce ma non può fare nessuna delle due cose dato che si trovano in un luogo pubblico. "Davvero Giù, non so a che gioco stai giocando ma rispondi alla mia domanda, cosa cazzo ci fai a Milano e non sei in quella cazzo di Tokyo lontana da me?" ha i nervi a fior di pelle, la faccia tosta della ragazza mista al suo nervosismo lo fanno uscire fuori dai gangheri. Quello che le ha fatto non lo ha di certo dimenticato, e come potrebbe poi? Giulia lo aveva attirato come una sirena e poi si era rivelata più mortale di medusa, una combinazione al quanto nociva, sia per lui che per Alessandro, che si era ritrovato in mezzo senza motivo.
"Alla Scala non si esibisce solo un'orchestra, e credo che questo tu lo sappia bene" continua a sorridere e, con un gesto veloce, sposta la sua sedia in procinto quasi di alzarsi "mi hanno richiamata, non potevano stare senza di me" aggiunge e le gambe lunghe sgambettano vicino alla sedia del tatuato, si abbassa leggermente e con le labbra sfiora il suo orecchio in maniera provocatoria "oggi come ieri sarò io che mi aggiudicherò il concerto di capodanno, e salutami Alessandro" la sua vita, come la serata, è appena terminata.
La domenica sera è ancora più deleteria del sabato sera, un po' perché Federico ha passato tutta la notte prima e la giornata a urlare e a distruggere la sua stanza e un po' perché ha avuto di nuovo quel senso di vuoto che solo Giulia era riuscita a creargli. Lorenzo e Madh hanno due occhiaie che fanno paura e Alessandro non si è fatto ancora vedere, Federico è esausto, i lividi sulle mani e non ha più voce, la gola pizzica e non ha alcuna voglia di uscire dalla sua camera.
"Buonasera stronzetti" Alessandro entra in casa con un pacco di hamburger ancora fumanti e quattro bottiglie di birra, ha un sorriso in volto che muore non appena vede le figure esauste e morenti dei suoi amici. "Dai raga, frutti di bosco non può aver cantato così male ieri sera che ancora state male, anzi, è abbastanza bravo per cantare del trash, e segnati questo giorno Lorè, perché sarà davvero difficile che io ripeta-"
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time to pretend
FanficIl teatro della Scala di Milano non ha un'entrata maestosa, anzi, tutto il contrario e questo a Federico piace, lo rassicura e gli toglie tutta l'ansia che Alessandro gli ha passato la sera prima. Osserva i suoi tratti spigolosi sul finestrino della...