Capitolo 3

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La mattina seguente mi svegliai per prima, d'altronde era lunedì e c'era la scuola,
Mi lavai, mi feci i capelli sistemandoli con un fiocco nero,
Mi truccai con una matita nera e un ondata e mascara.
Mi vestii con dei jeans e una maglietta grigia e una felpa nera e le air force, e andai a svegliare Gaia.
Mentre si prepara decido e scendere a preparare il mio thè e a fare il caffèlatte a Gaia.
Dopo una decina di minuti scende Gaia: era truccata come me, con una maglia nera in pizzo una felpa, nera e grigia, leggins con i teschi e i capelli lasciati cadere senza acconciature.
Facciamo colazione e essendo le 7:30 decidiamo di avviarci, anche se la scuola era vicina.
Prendo lo zaino, metto il giacchetto, e prendo le chiavi e casa.
Aspetto Gaia che stava in bagno e appena uscite, chiudo la porta.
Ci avviamo a scuola vado al mio corso e Gaia al suo.
Nel mio corso ci sono 3 ragazzi che fanno i duri, i tipici "bulletti" -chissà oggi chi prendono di mira..- dette queste parole mi si avvicinò il primo, Giacomo, e mi diete un colpo sulla spalla, delicatamente, e mi chiede di spostarmi:
G: "Senti non è che potresti farmi passare ?" Disse dolce.
Io: "per quale motivo dovrei, scusa ?" Imitando la stessa voce dolce.
G: "Perché si, zoccoletta!!"
Mi infuriai e non lo feci passare.
G: "aoh, ma te vuo levá da o cazz??"
Io: "no, sai, mi hai chiamata zoccoletta." Dissi con tono divertito e molto malizioso.
A quel punto i suoi occhi si illuminarono e iniziai a passare la mano sul suo torace, fino agli addominali finché non raggiunsi la cerniere dei sui jeans.
Vedi la sua erezione e senza problemi gliela strinsi, più forte che potevo, si rialzò la cerniera e iniziò a gemere e dolore tenendosi il cavallo dei pantaloni.
Mi si avvicinato i loro due "amici" e mi menarono, lasciandomi piena di lividi e lacrime, ne era valsa la pena.
Andai in bagno a sciacquarmi il viso e le ferite.
Gaia uscì dalla classe e mi vide appoggiata al muro che piangevo ancora pe il dolore.
Mi corse accanto allarmata:
G: "che cavolo ti è successo?"
Io: "nulla, nulla, tranquilla!"
G: "tranquilla sto cazzo!"
Io: "mi hanno menato.. Mi fa male tutto! Voglio andare a casa!!" Dissi tra le lacrime.
Gaia mi portò dalla bidella, dicendole che non mi sentivo bene.
Bid.: rimani con lei, io avviso i prof delle classi che siete con me e chiamo a casa"
Io: "noi viviamo qui a Napoli da sole..." a quelle parole mi si gelò il sangue.
Bid.: capito, Gaia, vai a casa con lei, ecco vi do i fogli da compilare.
Mi sedetti piena e dolori al posto della signorina e...
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