Esprimi un desiderio - William

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Sto chiacchierando vivacemente con Alice e Stefan sul bus, stiamo sparlando dei nostri professori. La serata è fredda, ma ho un giubbotto abbastanza pesante e sotto un maglione, e non mi faccio troppi problemi. Siamo in fondo all'autobus, tutti insieme, e alcuni parlano tra loro, alcuni stanno al cellulare o a farsi le foto. Si è aggiunta gente rispetto al gruppetto di prima, e anche se li conosco da... ehm... qualche ora, i ragazzi del parchetto mi stanno simpatici. Tranne quella ragazza, Maddie, che parla molto cogli altri ma non con me. Non mi rivolge la parola, e non so come prenderla. Le sto antipatico? Magari non gliene frega nulla e basta. Stefan nota che la sto fissando, e mi dà una gomitata. Io lo guardo corrucciato, mai lui sembra serio. Crede davvero che io provi qualcosa per questa ragazza che non conosco per niente? Dovrebbe conoscermi, non penso solo all'aspetto fisico di una ragazza (anche se c'è da dire che Maddie è davvero carina). Scendiamo dal bus, ormai arrivati. Abbiamo optato per andare al Whaizled, e io non ho la più pallida idea di dove si trovi. Scendiamo dal bus e ci avviamo attraverso un vicoletto largo e dalle mura umide di pioggia, caduta prima. Speriamo che non ricominci.
-Ora che ha piovuto, non ci sarà nessuno...- borbotta Julian, e Alja gli dà con colpetto sul capo con la mano. Fa molto freddo, e mi accorgo solo ora di come si sono vestite Alice e Maddie, manco si fossero coordinate: hanno le calze strappate, un maglione un po' largo con la pelliccia nera e i pantaloncini a vita alta. Ma non fa freddo a queste due? Alice è quella più coperta, perché almeno lei intelligentemente si essa anche un cappotto sopra (stranamente nero), ma a differenza dell'amica bionda, sembra morire di freddo. La sento battere leggermente i denti, e le sue guance sono tutte rosse.
-Alice, tutto a posto?- chiedo, cercando di essere gentile.
-S-sì...- si riscuote lei, sfregandosi le mani sulle braccia.
-Sto... sto solo morendo di freddo- sorride, e io faccio una risata. -Tranquillo, al massimo mi verrà il mal di gola- aggiunge, sempre in modo sarcastico. -Scherzi?!- sbotto, e immediatamente le avvolgo la mia sciarpa intorno al collo. Sì, fa veramente freddo! Sento accapponarmi la pelle. Alice mi ringrazia con un sorrisetto.
Arriviamo al bar in questione e ci sediamo a un tavolo circondato da dei divanetti morbidi. Si sono tutti raggruppati intorno a Maddie, che tiene in mano un foglio. Tutti tranne me e Jack. Alja prende la borsa dal divanetto ed estrae il proprio portafoglio, poi ci guarda.
-Non prendete niente, voi due?- ci chiede. Io scuoto la testa. Ci ho messo un po' a capire che stavano pensando di prendere degli alcolici. D'altro canto, io non ho mai bevuto, e ho sempre pensato di fare come mio padre, che ha bevuto per la prima volta in vita sua dello spumante a 26 anni. Penso che più in là con gli anni inizi ad assumere alcolici, più faccia bene alla salute. Potrei fare una vita da astemio.
-Come mai?- chiede ancora la ragazza.
-Non bevo- rispondo, scompigliandomi i capelli. Vedo Maddie trapassarmi coi suoi occhi scuri. -Non bevi, o non hai mai bevuto?- mi chiede in tono neutro, e benché sia una domanda da niente riesce a spiazzarmi.
-Io...- balbetto. Chiedetelo a Jack, non a me!
-Suvvia, prova!- mi incita Alice, e così anche gli altri. Io sono confuso, cerco di balbettare un diniego, ma ora che improvvisamente mi invitano gli altri, l'idea non mi sembra così male.
-Smettetela. Come Jack, se non vuole non lo dovete spingere a bere per forza.- Maddie zittisce tutti, alzando la voce un po' sopra quella degli altri. Nessuno osa replicare. Sembra quasi che questa ragazza incuta timore agli altri. Cos'ha in più, a parte l'aria aggressiva? Si inizia a chiacchierare in modo acceso di argomenti abbastanza casuali, a volte si spara delle battute sulla gente che va e viene, di musica, ma è solo un modo per passare il tempo. Alla fine arrivano i bicchieri di tutti, e nessuno parla più di musica, non si parla più di niente. Devo dire che mi sento un po' a disagio, e guardo Jack per trovare un po' di solidarietà. Ma Jack sta con gli occhi incollati al cellulare, esternandosi da me e dagli altri, che intanto continuano a ordinare bicchieri di diversi colori. Mi soffermo a guardare quello di Laurent, che ha preso un bicchiere pieno di un alcolico dall'invitante colore azzurrino. Si accorge che sto osservando il bicchiere, e mi offre un sorso. Io sto per declinare l'offerta, ma ci ripenso in un secondo e prendo, con una certa insicurezza, il bicchiere in mano. Addio vita da astemio. No, è ridicolo. Un goccio non potrà farmi niente. Mi porto il bicchiere alla bocca e sento la bevanda invadermi la bocca col suo strano sapore. Non è cattivo, ma neanche buono: è interessante. Poi mi scende giù per la gola, dove si espande un insolito bruciore. Stacco dopo un solo sorso le labbra dal bicchiere, con un'espressione confusa. Non era così male.
-Si chiama Angelo Azzurro. Non ti piace, vero?- aggiunge divertito Laurent, dopo aver visto la mia espressione. Io faccio spallucce.
-Non mi è sembrato così cattivo, ma non penso che ne berrei un intero bicchiere- rispondo, e lui ride.
-Tanto lo finirebbe qualcun altro di questi qua- mi dice, indicando la compagnia. Io rido, e per il resto del tempo copio Jack, e sto al cellulare.
-Ragazzi, si va via?- biascica Alice, che ha un'espressione gongolante. La sua voce funge da richiamo, e tutti ci alziamo, chi con i piedi farmi a terra, chi barcollando. Ci incamminiamo verso una piazzetta tranquilla, ma non molto deserta. Ci fermiamo su delle panchine molto vicine le une all'altre, e ci sediamo, incuranti del ferro umidiccio. Sono tutti piuttosto allegri, e la loro compagnia non mi dispiace anche ora che sono su di giri. Stanno azzardando la possibilità di giocare ad obbligo e verità (e la cosa mi inquieta, con loro non totalmente lucidi e solo io e Jack a far loro da balie) finché Julian sembra riscuotere tutti.
-Ragazzi, dov'è Maddie?- chiede, e tutti sembrano sussultare. Il mio cuore fa una capriola.
-È laggiù- risponde Alja con un risolino, appoggiando la testa sulle gambe di Stefan.
Laggiù dove? Mi guardo intorno, poi vedo una figura scura dalla testa bionda avvicinarsi a noi, in lontananza. Jack fa per raggiungerla, ma io senza pensarci due volte lo precedo e mi dirigo verso di lei. La raggiungo, e lei mi guarda con la bocca incurvata in un mezzo sorriso, aprendo le braccia come per accogliermi.
-William!- esclama, e inciampa dal nulla, ma prima di finire per terra io mi affretto a raggiungerla e la sorreggo con le braccia. Lei ride, e spingendo contro il mio petto cerca di rimettersi in piedi.
-Ma grazie, mio eroe- dice ridendo, alzando la testa. È così vicina a me che mi accorgo che uno dei suoi incisivi sporge un po' in avanti.
-Maddie, tutto a posto?- le chiedo, sinceramente preoccupato. Lei annuisce, e appoggia la testa sul mio petto.
-Avevo lasciato la borsa al bar. Mi pesa la testa- risponde, sempre ridendo.
-Non stento a crederlo- rispondo, e mi accorgo di aver usato un tono un po' più serio rispetto a quello che avrei voluto usare.
-'Non stento a crederlo'... senti come parla questo qui!- ride di me, dandomi delle pacche sulle spalle.
Per tutto il giorno avrà riso sì e no due volte, sempre tenendo la sua solita aria seria, ed ora invece non sembra neanche conoscere il significato della parola serietà. Ma sto parlando con la stessa Maddie di questo pomeriggio?
-Ma sei tu o sto parlando con la gemella segreta di Maddie?- scherzo, dando voce ai miei pensieri.
-Perché?- chiede lei, senza togliersi il sorriso dalle labbra.
-Sei così... allegra- rispondo.
-È illegale essere allegri? Te invece sei troppo serio!- mi dice, e mi prende le mani facendomi fare una giravolta.
-Divertiti, anche se sei sobrio!- continua. Ma chi è questa ragazza? È la domanda che continuo a pormi da un paio di minuti, ma questa versione di Maddie non mi dispiace, benché la sua allegria stoni col suo abbigliamento e lo strato doppio di eyeliner e mascara.
Dopo avermi fatto fare un giro, mi prende per mano e mi strattona verso le panchina dove giacciono gli altri, chiedendomi l'ora.
-Le 11:11- rispondo, guardando il cellulare. Lei si blocca di colpo a un passo dalla piazza, e io mi fermo accanto a lei.
-Esprimi un desiderio- mi dice, portandosi gli indici alle tempie, come se dovesse concentrarsi. Ci penso un attimo, realizzando che in realtà non ho nessun desiderio da esprimere. Forse trovarmi una ragazza, ma mi pare troppo banale.
-Espresso- dico dopo un po'.
-No, devi dirlo ad alta voce- mi dice, e mi guarda imbronciata, incrociando le braccia al petto.
-Ma non si avvera se...-
-Dai che passa il minuto!!- sbotta lei ridendo. Sospiro, guardandola. Tanto è solo uno stupido gioco.
-Vorrei che fossi sempre così allegra- butto lì in tono dolce. Dire cose da galantuomo non fa mai male, e mentre lo dico mi sento James Bond. Ma non ha la reazione che mi aspettavo, e scoppia a ridare.
-Dai!- faccio finta di essermi offeso, ma poi inizio a ridere pure io per la stronzata che ho detto.
-Sei troppo divertente!- esclama, la voce tremula a causa delle sue condizioni.
-Io invece- dice, prendendomi le mani e buttandosi all'indietro con la schiena -voglio che tu passi la tua prima sbornia con noi- dichiara, e mentre sorride mi soffermo di nuovo sull'incisivo storto.
Le sorrido, e contro il consiglio di Stefan penso che sia veramente carina. Mi piace il suo viso, e quando fa così mi piace anche la sua persona. Ma forse è solo una prima impressione, visto che la conosco solo da un giorno. In fondo al cuore, penso che mi interesserebbe conoscerla più a fondo.
Mi lascia le mani per intrecciare il suo braccio al mio, e mi trascina verso la panchina improvvisando una ballata con la ginocchia.
È normale che mi stia più simpatica la versione ubriaca rispetto a quella silenziosa e cupa che si mostra quando è normale?

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Salve gente!
Scusate per l'inizio della storia un po' lento, ho bisogno di farla 'evolvere' ancora, ma cercherò di renderla più interessante, in futuro!
Se il capitolo vi è piaciuto, lasciate un commento o un voto!
A presto!

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