Ora dormi - William

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Mi sto incamminando verso casa insieme a Stefan; ci siamo congedati tutti per colpa della pioggia, ho ringraziato Maddie per l'ospitalità e ho anche racimolato qualche numero.
Stefan mi sembra alterato.
-Qualcosa non va?- gli chiedo, e lui mi guarda con la fronte aggrottata.
-No nulla, semplicemente qualcuno non segue i miei consigli- mi dice col veleno che sibila tra le parole. Ma si sta riferendo a me?
-Cosa intendi?- chiedo, sinceramente confuso.
Lui si blocca, e io mi volto a guardarlo.
-Ma sei cretino?!- sbotta, e riprende a camminare a grandi falcate, tanto che fatico a stargli dietro.
Sono provato dal nostro andare in giro per il centro, dalla gara, e dal fatto che ho bloccato il braccio a quel tizio... Ma scherziamo! Ho quasi iniziato una rissa! Non mi era mai successa una cosa simile! Non so cosa mi è preso in quel momento, ero solo guidato dall'istinto di proteggere qualcuno. Di proteggere Maddie.
Quel pensiero mi riscaldò le ossa congelate dal freddo e dalla pioggia.
-Cazzo Will, non ti dico di rinchiuderla chissà dove, ma a Maddie è meglio se non dai troppa confidenza!- Stefan continua ad alzare la voce.
-Perché?-
Lui sembra incerto. Vedo un'ombra scura nei suoi occhi, come se la mia domanda gli avesse riportato alla mente cose negative.
-Giocherà col tuo cuore come se fosse un pallone da calcio, e continuerà a giocarci finché non finirà in mille pezzi.-
Io lo guardo, sovrappensiero.
-È quello che è successo a te?-
-Solo a me? Tu non la conosci. Anche se è costantemente silenziosa, riesce a farti fare cose che tu nemmeno sapevi di poter fare. Ecco cosa penso, che lei è una di quelle persone che ti prende e ti porta a vivere. Ma per questo ho paura per te, Will. Troppa vita porta alla morte. E tu, sei pronto a farti spezzare il cuore? Non credo proprio.-
Io gli sorrido. -Lo sai, forse hai ragione su di lei. E comunque, non penso che riuscirà a spezzare un cuore già a pezzi.-
Stefan si acciglia e mi guarda negli occhi.
-Avevi detto che questa storia era conclusa- mi rimprovera, e io mi scompiglio i riccioli con la testa rivolta verso il basso.
Una cosa che mi piace di Stefan è che è schietto, che non ha problemi a dirti le cose in faccia, perché a te ci tiene veramente e intende sempre far capire se qualcosa non va.
Ma ho paura che se gli dicessi quello che davvero provo ancora, si incazzerebbe e basta. No, non è passata e non credo che passerà. Ma questo lui, ovviamente, non lo saprà mai.
-Certo! Era solo una battuta- replico, con aria convinta.
Lui mi guarda serio. -Una battuta di pessimo gusto.-
No, non potrei mai parlare della mia ex con lui. Solo al pensiero mi sento soffocare, e il cuore mi si stringe in una morsa dolorosa difficile da sostenere.
Cerco di deviare il discorso, e gli tiro una pacca sulla schiena.
-Ma quanto sei teso! Te a ragazze come sei messo?- gli chiedo, e lui sembra farsi sparire l'argomento precedente con un sospiro.
-Mah, non troppo bene. Ho invitato una tipa una sera fuori a bere, e questa mi ha fottuto la giacca che le avevo dato per proteggersi dal freddo...- mormora, e un pensiero si fa strada nella mia testa come la luce alla fine del tunnel.
-Cazzo!! Ho lasciato ad Alice la mia sciarpa!!-
Mi accorgo allora di essere veramente scoperto, di sentirmi troppo leggero rispetto a prima.
Cretino, come ho fatto a scordarmene in maniera così stupida?!
Saluto velocemente Stefan dopo aver chiamato Alice e aver scoperto che l'ha lasciato a casa di Maddie.
...Cioè, corro per tipo dieci secondi, per poi accorgermi che fa troppo freddo per correre. Ora che mi sono ricordato del giubbotto, mi sembra faccia ancora più freddo.
Mi ritrovo di fronte alla porta d'ingresso di Maddie: è tutto come quando sono andato via, ci sono i cassonetti, i due motorini rigati, il negozio del parrucchiere. Solo che la strada è deserta, e questo rende tutto leggermente più inquietante.
Sto pensando se suonare il campanello o meno. E se i suoi sono in casa a dormire? Se Maddie stessa sta dormendo e si arrabbia per l'ora? Ok, questo non credo, ma comunque le possibilità sono molte...
E ora che ci penso, Maddie è una delle poche persone di cui non ho preso il numero. Certo, meglio di così non poteva andare.
Sto congelando.
Sto per prendere una decisione e suonare, quando mi accorgo che la porta è aperta. Mi allarmo subito: e se c'è qualche malintenzionato in casa? Magari i tizi di prima? Cerco di non andare nel panico, respiro profondamente e cerco di non fare rumore mentre entro.
Il silenzio però viene rotto da una voce: prima sento dei sussurri, poi delle vere e proprie urla.
-No, vattene!! Non... Ti odio!! Come hai potuto...!!-
Il mio cuore salta un battito: è la voce di Maddie. Mi catapulto nel luogo d'origine delle urla, preparandomi a fronteggiare chissà chi...
Ma nella stanza c'è solo il corpo secco di Maddie, che si ribalta sul pavimento avanti e indietro in preda alle urla, il lenzuolo trascinato dal letto lì accanto fino a terra. Rimango spiazzato un momento, non so cosa fare. Così decido di fare la prima cosa che mi suggerisce l'istinto: mi accovaccio accanto a lei, delicatamente la prendo in braccio e la riporto sul letto. Le sistemo la coperte addosso, mentre mi sdraio schiena sui cuscini con la testa alzata. Lei sta ancora urlando, così le intimo di calmarsi a bassa voce, in un sussurro, e le accarezzo pieno la testa. Poco a poco, la sua voce si placa, anche se ancora singhiozza un po'.
Questa era una cosa che faceva mia madre quando avevo gli incubi la sera e non riuscivo a dormire: mi prendeva in braccio, e dormiva con me. Qualsiasi cosa stesse sognando Maddie, doveva essere spaventoso.
-...William?- chiede lei; si è svegliata, e i suoi occhi accerchiati dai resti del trucco presente sulla sua faccia sono bagnati dalle lacrime.
-Va tutto bene- è l'unica cosa che dico, mentre le massaggio la spalla con la mano. -Hai fatto un brutto sogno, tutto qui.-
Lei mi rivolge un sorriso amaro.
-Magari fosse solo quello- dice, appoggiando la testa sul mio petto.
-Dormi qui con me?- mi chiede. Sinceramente dovrei tornare a casa, ma non me la sento di lasciarla qui da sola, tutta sconvolta.
-E i tuoi?- chiedo.
-Che vuoi che gliene freghi ai miei- dice, rannicchiandosi sempre più vicino a me. -Non ho più notti tranquille...- mormora con la voce incrinata, e io sospiro. Forse per l'ora o per il fatto che mi sembra così fragile, non ho intenzione di chiederle cosa stesse sognando.
-Va bene, fammi mandare un messaggio a mia madre.-
Scrivo a mia madre che sono a dormire da Stefan, poi Maddie mi prende il cellulare e lo posa sul comodino.
-Stasera mi fai da peluche?- chiede, e io le sorrido. -Forse.-
-Non mi piacciono i "forse"- dichiara, ma anche se cerca di fare la seria la scappa da ridere, facendomi notare di nuovo il suo adorabile dente un poco sporgente. Le bacio la fronte con affetto.
-Ora dormi- le dico, e lei nasconde la testa nel mio petto, mentre un lampo squarcia il cielo e la pioggia che batte contro il vetro sembra cantarmi una ninna nanna. Chiudo gli occhi e mi addormento con uno strano calore che mi riscalda il cuore.
Ah, fanculo la sciarpa.

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Salve gente c:
Ho sempre paura che i miei capitoli siano troppo lunghi e faticosi da leggere, quindi tento di renderli più corti, per coi accorgermi che non ci riesco senza fare una schifezza assurda. Perfetto, 10 e lode per abilità di sintesi
Se la storia vi piace lasciate un voto e un commento ☆
Alla prossima!

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