Back To The Good Old Days - Capitolo 1.

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-Cosa...Cosa ci fai, qua?-

Mi stropicciai gli occhi, tentando di svegliarmi quanto bastava per tenere una conversazione sensata con il Diavolo.

Ero spaventano all'idea di trovarmi nella stessa stranza nella quale sedeva l'essere più spregevole della Storia per eccellenza, l'essere di cui avevo sempre dubitato l'esistenza.

Il Diavolo, Satana, il Demonio, era proprio lì davanti a me, ed ero pietrificato.

Tuttavia, sapevo non mi avrebbe fatto del male. Avevamo un patto, ormai, un patto che da quel che ricordavo era stato suggellato da un bacio,e benché fosse la fonte stessa del Male, qualcosa mi suggeriva che quella creatura fosse fedele ai propri vincoli.

Forse avevo letto troppo leggende a riguardo in passato, ma l'argomento, seppur lo avevo sempre considerato come una sorta di svago, mi intrigava molto.

Certo non avrei mai immaginato di vendere la mia Anima a...

Gerard.

Lui alzò un sopracciglio, portando le mani al suo giocchio, intrecciando le dita. Notai dopo un istante che i suoi occhi non erano più neri e rossi, ma erano di un verde particolare, anche se non riuscivo a riconoscerne tutte le striature da quella distanza. Sembrava un ragazzo normale, poco più grande di me. Sembrava un umano qualsiasi. Ma il suo viso...Il suo viso aveva inciso un'espressione tranquilla, che nonostante ciò, se osservata a lungo, risultava quasi sinistra.

-Cosa ci faccio qui? Frank...Abbiamo un patto, no?-

Mi grattai la nuca, spostando lo sguardo dal pavimento al ragazzo? Essere? Non avrei saputo come definirlo. Lo osservavo con cautela, studiando il suo aspetto esteriore. Le unghie, a differenza degli occhi, non erano cambiate: erano ancora lunghe e nere. La sua pelle, possedeva ancora quel colorito porcellaneo.

-Si ma...Pensavo avrei continuato a vivere e...-

-E lo farai.- Mi sorrise, un sorriso appena accennato, e i suoi occhi scintillarono. Era così semplice leggergli il divertimento stampato in viso. Sospettavo fosse abituato a tutto questo. Sospettavo per lui fosse quasi un gioco in cui trascinava dei deboli umani come me. -Tu continuerai a vivere come sempre...e con il mio aiuto...e la mia protezione, chiamiamola così...Potrai fare ciò che desideri.-

Corrugai le sopracciglia, non capendo esattamente dove volesse andare a parare. Forse era la stanchezza, o forse ero ancora stordito dal nostro...incontro, eppure mi sembrava di essere lievemente intorpidito. O forse, la sua mera presenza bastava a rendermi tale.

-P-però allora perché sei qui? Non...Non dovrei vivere normalmente?-

Gerard rise. Anzi, ridacchiò. Quella non era una risata vera e genuina, era una risata di scherno, come se trovasse la mia confusione simpatica.

Quando terminò, puntò i suoi occhi nei miei, e mi resi conto di quanto i suoi fossero profondi. Mettevano quasi in soggezione, ma mai quanto quelli che aveva la volta precedente.

Quelli erano spaventosi.

-Non mi piace...- Iniziò, alzandosi, incrociando le braccia davanti al petto, facendo qualche passo verso di me. -Che le mie...- Si sporse in avanti, i capelli a coprirgli in parte il viso. -Prede, se ne vadano in giro per conto loro.-

Deglutii a fatica, tentando di rimanere calmo nonostante la sua vicinanza. Il suo tono di voce era intriso di malizia, e la sua figura, sebbene avesse le sembianze di un normale diciannovenne, incuteva quasi timore.

-Ma...Ma se sei con me le tue...altre prede...come...come fai...-

-Pensi ci sia solo io, laggiù all'Inferno?- Chiese, inarcando le sopracciglia, portando in avanti una mano e giocherellando con una ciocca dei miei capelli. Rabbrividii al contatto. -No, Frank, ho molti...aiutanti. Ma tu hai avuto la fortuna di essere raggiunto da me in persona. Dovresti...Dovresti esserne onorato.-

The Devil's Gift.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora