Nel periodo "post trauma"
(Così definito dalla mia psicologa personale -mamma)
Non presi voti alti, ma soprattutto insufficienze,
Non ero costante nell'andare a scuola,
Ero la figlia parassita perfetta.
Non studiavo, non aiutavo in casa, rispondevo male, mi facevo prestare soldi e basta.
Ma non mi interessava più nulla.
Percorrevo i corridoi della scuola e Carlo appariva in ogni angolo.
Entravo in aula di chimica e PUF
Eccolo lì al suo solito posto.
Qualche ragazzo ogni tanto si gira a guardarmi mentre passo.
L'ultimo che l'ha fatto,
La settimana scorsa si è beccato una lista di insulti infinita.
In mezzo a questi insulti c'era anche
"Sono fidanzata"
Quando il poveretto sentì queste due semplici parole ribatté dicendomi:
"Ah chi Carlo? Carlo è morto bambola,
Comunque se credi di stare ancora con lui mi dispiace dirtelo ma è morto. Ci vediamo in aula ABD ciao bambola"
Era morto.
Me lo dimentico sempre.
Vive sempre nei miei pensieri.
Nessuno potrà prendere il suo posto.
Ogni volta che sento il nome
"Carlo" alzo la testa di scatto cercandolo.
Sempre.
Ma non esce mai.
Perché continua a nascondersi da me?
Perché non torna qui e ridiamo ancora in po'?
Perché?
"Perché mi hanno imposto un no più grande di me"
Mi disse il Carlo dentro la mia testa.
Dentro la mia testa.
Era dappertutto.
E fuori invece,
Fuori non era da nessuna parte.
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Lacerata.
RomanceÈ la storia di Leila, ragazza alla quale dopo aver subito un grave trauma, la vita è cambiata da un giorno all'altro in modo radicale.