Secondo capitolo - II parte

300 24 4
                                    

Buongiorno; [buon-gior-no] escl. 1. formula di saluto e d'augurio che si rivolge durante la mattinata nell'incontrarsi o anche nell'accomiatarsi per affermare che sia l'ennesima giornata di merda; es: buongiorno stocazzo.

Speravo me la desse vinta, accidenti. Chi ha mai rifiutato le mie coccole dopo il sesso? Andiamo, io sono Hackim Brad. Tra un giorno e l'altro mi implorerà, lo so.

Pensai.

Stavo parlando fra me e me ormai da un paio d'ore e come ogni volta avvertivo un'altra giornata di merda da affrontare. Mantenni gli occhi socchiusi per un paio di secondi a causa del sole che entrava dalla finestra, sino a quando non riuscii più a trattenermi ed imprecai in un modo allucinante.

Che palle, possibile che in questa città non succede mai nulla di nuovo?

Era snervante udire l'aria tranquilla e gioiosa della giornata che entrava dalla finestra. Sicuramente la maggior parte della popolazione era in giro per le strade a fingere di trovare interessante la solita mostra di quadri, non gli fregava mica se a me tutta quella tranquillità dava al cazzo.

E ora?

Mi posi l'ennesima domanda e sbuffai un paio di volte; nel dubbio mi accesi una delle mie solite Marlboro rosse. La portai subito contro le labbra e aspirai in modo lungo. Immediatamente chiusi gli occhi e mi rilassai.

Penso che se non ci fossero le sigarette avrei già ucciso un tot di persone al giorno senza farci nemmeno caso.

Chissà in quale strano pianeta fluttuava il mio cervello in quel momento.

Mi voltai poi a sinistra e presi un altro tiro, buttando stavolta dal naso. Non sapevo per quale strano motivo ma la figura di Theresa che dormiva in quel modo mi fece ridere. Era un ghiro. Avevo sbuffato rumorosamente un paio di volte negli ultimi minuti e nonostante il baccano dormiva ancora. Senza pensarci due volte allungai un braccio e le tolsi una ciocca di capelli che teneva incastrata fra le labbra per poi scuoterla un po' e cercare di svegliarla. Non mi preoccupai assolutamente di essere delicato o meno. Mi arresi dopo averci provato un paio di volte e mi scostai di dosso le lenzuola alzandomi per raggiungere la cucina.

Porca puttana, ecco che ne spunta un'altra. Oggi devo consegnare il modulo dell'accademia e saranno più di cinquemila parole ed io non ho ancora scritto nulla.

Stropicciandomi i capelli contro il viso decisi in qualche modo di ignorare la situazione e di proseguire con ciò che mi andava di fare. Afferrai lo stereo che tenevo all'angolo ed inserii il cd di Pitbull alzando la musica a tutto volume. Mantenni la sigaretta fra le labbra e nel trambusto più totale iniziai a tirare fuori dal frigo tutta la roba necessaria che mi serviva per preparare i Pancakes. Adoravo tenere in disordine la casa in quel modo. Ci stavano tazze e posate non lavate chissà da quanti giorni: a qualcuno avrebbe fatto schifo ma era una situazione perfetta per il mio karma. A me sapeva di semplice normalità: quella che non avevo mai avuto e che volevo da sempre. Accesi il fornello e solo dopo aver preparato la pastella ne versai un mestolo all'interno della padella adatta. Passati alcuni secondi mi voltai e sussultai sorpreso, facendo allo stesso tempo una piccola risata maliziosa nel vedere Theresa con addosso la mia camicia.

« Ma buongiorno, babe. »

Notai che si limitò a sorridere. Così mi avvicinai cercando di far qualcosa di divertente che potesse in qualche modo irritarla.

« Dovresti dormire di meno, sei un ghiro. »

Le scompigliai i capelli e nel farlo le diedi una pacca contro il sedere, seguita subito da un pizzicotto. Era adorabile tanto quanto la sua luna piena.

« Brad, vuoi piantarla? »

Divertente.

Ripetei il gesto e mi girai poi verso la padella, ridacchiando sottovoce nel notare quanto fossi riuscito al meglio nel mio intendo. Poi scesi il primo pancake e poggiandolo contro il piatto aggiunsi il caramello e glielo passai. Posata in frigo la pastella rimasta, scongelai il mio solito cornetto mattutino e lo infilai all'interno del forno a microonde.

"Pasta sfoglia con nutella e noccioline."

Soltanto il nome di quel prodotto mi procurava un erezione. Avevano ragione a chiamarlo Food porn, anche se l'idea di doverlo condividere con più persone mi dava noia. La colazione è troppo sacra ed io troppo egoista.

« Non mangerò mai un pancake del genere. Che pancake è senza la nutella? Uff. »

Alzai un sopracciglio nel vederla sbuffare in quel modo e attivai la macchinetta dell'espresso, passandole il suo cappuccino una volta pronto.

« Cazzi tuoi. »

Le dissi ed a quel punto presi la mia di tazza ed il mio cornetto dal forno, addentandolo. Mi sedetti accanto a lei e scrollai le spalle. Mi era indifferente se mi piacesse o meno, era un donna con cui da oggi in poi poter andare a letto ed era questo l'importante. E poi, anche se mi fosse piaciuta non era un buon pretesto per darle metà della mia leccornia preferita.

« Posso averne un po'? »

« Scordatelo Babe, io non divido il mio cornetto con nessuna. »

Le risposi non appena capii a cosa fosse riferita la sua domanda. Scherzava, vero? Non se ne parlava assolutamente.

Brathe #1 (IN REVISIONE)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora