UNA SERATA PERFETTA (O QUASI)

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Ciao a tutti!
Come state?
Sono qui, come sempre, per raccontarvi delle mie mirabolanti aventure.
Giusto l'altra sera ero a cena con una mia cara amica in un ristorante, quando ad un certo punto mi trovai coinvolto in uno scontro...ma, aspettate un attimo, sto andando troppo veloce, meglio tornare indietro di qualche ora, affinché sappiate tutta la storia.
Per portare la mia amica fuori a cena mi ero teletrasportato davanti a casa sua alle 20:00, elegantemente agghindato con i mei amatissimi anelli, stivaletti in pelle neri con il tacco (amo le cose stravaganti), eleganti pantaloni neri, una camicia nera con un panciotto dello stesso colore e un lungo cappotto nero con il colletto di pelliccia nera (come avrete capito amo il nero e lo stile dark).
Avrei tanto voluto mettere un cappello, ovviamente nero, ma le mie imponenti corna me lo impedivano, quindi in testa non portavo altro che un elastico (nero) per legare la mia lunga chioma corvina.
Suonai al campanello e mi rispose una profonda voce maschile, quella del padre della mia amica:-Sì, chi è?-.
-Sono Keelian Ravenstark e sono venuto a prendere sua figlia, le prometto che la riporterò a casa per mezzanotte.- risposi cordialmente io, impaziente di abbracciare una delle ragazze più dolci, divertenti, simpatiche e carine che potessero esistere.
Quando la porta si aprì, davanti a me apparve una visione celestiale: Alex indossava un vestito color blu oltremare che metteva in risalto i suoi meravigliosi occhi azzurri.
Ai piedi calzava scarpe nere con il tacco.
Il viso era di una bellezza disarmante: le labbra erano nere come la notte (che fosse proprio quello il nome del rossetto?) e gli occhi, due meravigliosi zaffiri, erano evidenziati da una sottile linea di eyeliner nero, sfumato con un ombretto dello stesso colore.
-Ora so che aspetto ha un'angelo.- dissi vedendola, e lei rise.
-Keelian, sei dolcissimo ma sai che non è così- rispose.
-Sai benissimo come la penso-
-Ok, Ok, mi arrendo hahahah!-
-Ho una sorpresa per te.
Ti ricordi della promessa che ti ho fatto l'anno scorso ma che non sono riuscito a mantenere?
Penso che sia giunto il momento di farti quel regalo che tanto aspettavi.- dissi.
Lei mi guardò incuriosita, probabilmente non ricordando cosa le avessi promesso di così particolare.
In pochi secondi dalla mia mano spuntò un piccolo bocciolo, che ben presto iniziò a crescere e a sbocciare, trasformandosi in una meravigliosa rosa.
Vedendo la sua espressione stupita soffiai sulla rosa e questa divenne come Alex l'aveva sempre desiderata: nera come la morte.
-Era una vita che aspettavo di regalartela.-.
Lei mi abbracciò e mi diede un bacio sulla guancia destra, lasciandomi un vistoso stampo di rossetto a forma di bacio, poi disse che sarebbe salita in casa per mettere la rosa in un vaso con dell'acqua in modo che non si seccasse, ma io la fermai:-Aspetta, non è necessario che tu la metta nell'acqua, è una rosa creata dalla magia, quindi rimarrà per sempre così, perfetta e profumata.
Tienila sul comodino, così penserai a me la sera, prima di addormentarti.-
Lei mi abbracciò dolcemente, io la presi sottobraccio e ci teletrasportai davanti al ristorante.
Entrammo e la proprietaria ci accolse calorosamente: -Ciao tesori, vi porto subito al vostro tavolo-.
-Grazie Ely, ti devo un favore- la ringraziai per il tavolo, "sontuosamente" apparecchiato con una tovaglia bianca, posate finemente cesellate e un vasetto di vetro con una rosa nera dal gambo corto (tutti dettagli che avevo esaminato personalmente  con il massimo scrupolo e la massima minuzia, affinché fosse tutto perfetto).
-Per un ragazzo così gentile ed educato e che oltretutto è amico di Clary e di mia figlia, questo è il minimo che possa fare.-rispose lei.
Io e Alex ci accomodammo e ordinammo, io un hamburgher triplo e lei uno di pollo.
Iniziammo a chiacchierare e a un certo punto Alex mi chiese come mai avessi fatto apparecchiare in quel modo il tavolo.
-Stasera avrei voluto portarti a cena in un ristorante raffinato ed elegante, e quando ho saputo che invece tu volevi cenare qui mi sono organizzato per unire le due cose-.
-Hai fatto tutto questo solo per una cena che "mi dovevi" solo perché ti ho aiutato a prendere una sufficienza in algebra?-.
-Esatto- risposi io, imitando la voce del nostro professore di matematica, il che la fece ridere a crepapelle.
-Scherzi a parte, sì, ho fatto tutto questo solo per una cena che "ti dovevo" solo perché mi hai aiutato a prendere una sufficienza in algebra e per ringraziarti di tutto.-precisai poi.
-Caspita, se hai organizzato tutto questo per una cosa così stupida, chissà che meraviglie preparerai per il tuo primo appuntamento con la tua ragazza!
Chiunque sarà colei che uscirà con te sarà una ragazza davvero fortunatissima.- esclamò Alex.
-Lo credi davvero?
Credi sul serio che un giorno avrò una ragazza?-. feci incredulo io (avevo già avuto una ragazza, ma non era andata esattamente come avrei sperato).
-Certo, ne sono sicura, sei un ragazzo dolcissimo, gentile, affettuoso, comprensivo, come potrebbe una ragazza non avere voglia di abbracciarti e di sbaciucchiarti tutto?- mi rassicurò lei.
-Come farei senza di te?
Dirti che sei fantastica, semplicemente perfetta e unica non rende minimamente l'idea di quanto tu sia eccezionale.
Sei una forza della natura, sei davvero meravigliosa.-.
Nel sentire queste parole Alex si chinò verso di me e mi stampò un bacio sulla fronte, lasciandomi un'altro stampo di rossetto (il primo non me l'ero ancora tolto).
Nel momento esatto in cui le sue labbra si staccarono dalla mia fronte arrivò Ely, la proprietaria, con i nostri hamburgher e vedendo il segno di rossetto sulla mia fronte chiese ammiccando:-La serata prosegue bene?-.
-Meravigliosamente- rispondemmo all'unisono io e Alex.
-Lo vedo bellissima, hahahahah, non sbaciucchiartelo troppo che poi divento gelosa, scherzo, continuate pure come se non ci fossi, siete meravigliosi insieme, davvero una dolcissima coppietta!-.
-Ma noi non siamo una coppietta, siamo solo grandi amici.-risposi io.
-Se hai organizzato tutto questo per un'amica, chissà cosa organizzerai per la tua ragazza!- disse allora Ely.
-È la stessa cosa che gli ho detto io hahahaha!- disse Alex.
A quel punto scoppiammo a ridere fragorosamente tutti e tre e mi accorsi che c'era qualcosa che non andava in quella risata collettiva, c'era una voce estranea, troppo profonda, troppo cavernosa.
Nel ristorante era comparso un individuo alto, grasso e dalla pelle scura, con i capelli impomatati di gel, una faccia paffuta e segnata dalle cicatrici dell'acne, due occhi piccoli e maliziosi che si erano piantati, bramosi, su di Alessandra (e la cosa mi faceva incazzare), un naso bitorzoluto ed una bocca larga e dai denti gialli.
Nonostante l'orribile aspetto, l'uomo era vestito con un elegante completo a tre pezzi (giacca, pantaloni e panciotto) bordeaux .
Portava molti anelli d'oro, grezzi e pacchiani, ma uno di essi aveva attirato la mia attenzione: all'anulare della mano sinistra portava un vistoso e bellissimo anello in argento finemente decorato con sottili e delicate linee nere e con una stupenda onice (o un'ossidiana, si assomigliano un sacco) ovale dal taglio sfaccettato incastonata.
Inizialmente mi chiesi semplicemente come avesse fatto a infilarsi al dito della mano tozza e grassoccia quell'anello, ma poi mi accorsi che non era l'unico dettaglio che non quadrava nell'elegante grassone: c'era anche l'odore: il nostro "amico" non profumava di Jean Paul Gaultier o Paco Rabanne o Yves Sait Laurent, ma puzzava di sangue fresco e decomposizione.
Chi l'avrebbe mai detto che un uomo inquietante con una voce che sembrava provenire dal fondo del Tartaro fosse un demone (ironia time ahaha)?
-Signore, vogliate scusarmi un secondo, vorrei uscire a fare una chiacchierata con il gentile signore qui presente.- dissi alzandomi dalla sedia.
Appoggiai una mano sulla spalla del demone e prima che potesse reagire teletrasportai entrambi nella via fuori dal locale.
-SENTI AMICO, stavo passando una meravigliosa serata, PORCA PUTTANA, mi stavo divertendo come non mi capitava da MESI ed ERANO APPENA ARRIVATI I NOSTRI HAMBURGHER, e, parliamoci chiaro, HO UNA FAME DA LUPI, CAZZO, quindi ora mi divertirò un mondo a FARTI A PEZZI.
Un ultimo desiderio prima di essere FOLGORATO, INCENERITO O RIDOTTO A BRANDELLI, COGLIONE DI MERDA FIJODENAMIGNOTTA?-.
-Uno solo, ELIMINARTI DALLA FACCIA DELLA TERRA- rispose il demone, con la sua voce cupa e infernale.
Si sfilò l'anello ed io mi affrettai ad attirarlo a me con la magia e ad indossarlo (era troppo bello per lasciarlo lì a terra), fortunatamente era della misura perfetta del mio indice sinistro.
Senza l'anello, il demone stava mutando, rivelando il suo aspetto, ovvero un gargoyle alto due metri e con un'apertura alare di almeno cinque.
Senza esitare, il demone si alzò in volo e soffiò verso di me, sputando una palla di fuoco, ma con un rapido movimento della mano la dissolsi.
Il demone allora si lanciò in picchiata, ma io spalancai le ali, facendole fuoriuscire attraverso le apposite aperture magiche (normalmete chiuse e invisibili, ma che si aprono per far uscire le ali) che avevo ideato per tutti i miei vestiti.
Mi levai in volo con un solo, poderoso battito d'ali, colpendo il demone in pieno petto con le corna e gioendo come una directioner nel vedere la band al completo nel proprio locale preferito (o come un fanboy nel fare il saluto di Hunger Games) quando sentii le costole del mostro incrinarsi.
Il mostro gemette sibilado e ringhiando, mentre dalle sue fauci colava sangue nero.
Evocai una katana magica e trafissi il mostro, fracassandogli lo sterno e la spina dorsale, per poi estrarre la spada e usarla per squarciargli il ventre.
-Questo è per avermi impedito di mangiare il mio hamburger-.
Sputai sulle ali del gargoyle un acido corrosivo che consumò e in pochi secondi sciolse le ali del demone.
-Questo è per esserti intromesso nella risata collettiva-.
Sollevai la katana, che risplendette, illuminata dalla luce della luna piena di quella notte, e mi preparai a decapitarlo.
-E questo è per aver guardato la mia amica con malizia.
Davvero credevi che nessuno capisse che cosa pensavi mentre la squadravi da capo a piedi come un maniaco?
È un vero peccato che io sappia leggere la mente.-.
Con un rapido fendente staccai la testa al gargoyle, poi incenerii il cadavere e lo osservai ardere fino a che non ne rimase nemmeno la cenere, poi tornai nel locale e mi scusai per essere uscito così, di punto in bianco, per "chiacchierare" con il l'elegante ciccione.
Spiegai loro che quello era un demone e che gliel'avevo fatta pagare per averci disturbati.
Alex, con le lacrime agli occhi, si alzò ad abbracciarmi:-So benissimo che quello era un demone, non avresti mai interrotto questa meravigliosa serata solo per parlare con uno sconosciuto inquietante.
Ho avuto una paura tremenda, temevo di vederti fatto a pezzi.-.
-Ci vuole molto di più di un gargoyle bastardo anche solo per farmi il solletico.-.
-Da oggi lo terrò a mente- rispose lei.
Detto ciò, divorammo i nostri hamburgher.
Finito di cenare, mi alzai per pagare e credetemi se vi dico che convincere Alex a farsi offrire la cena fu più difficile che eliminare il demone di prima.
Alex ed io uscimmo dal locale e passeggiammo per le vie della città nella quale si erano svolte mille e una battaglia contro i demoni.
Quando tutti e due fummo stanchi, teletrasportai entrambi sulla soglia della casa di lei e ci abbracciammo.
-Grazie per la serata, non la dimenticherò mai.- disse Alessandra baciandomi sull'unico punto del viso che non fosse coperto di rossetto: la guancia sinistra.
-Quando hai voglia di una serata un po' particolare, io sono sempre disponibile, almeno spero.- risposi io, dopodiché la baciai su entrambe le guance e sulla fronte e le sussurrai dolcemente nell'orecchio:
-Buonanotte splendore, sogni d'oro.-.
Carissimi amici, potrei raccontarvi di quello che feci una volta tornato in volo a casa mia, ma è mezzanotte passata e devo andare a letto, quindi vi saluto e vi mando un abbraccione, ciaoooooo!

Ꭺ ᎠᎬᎷᎾNᏚ ᏚᎢᎾᎡY Il blog del cacciatore di demoniDove le storie prendono vita. Scoprilo ora