Capitolo secondo (Seconda parte)

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TRE ANNI DOPO

Vivere in quella cittadina l'aveva rigenerata totalmente. Si sentiva un'altra persona. Non aveva più avuto notizie sulla madre, di cui si teneva costantemente aggiornata. Non era stato ritrovato nessun corpo. Nemmeno Alex l'aveva più cercata da quel giorno di tre anni prima, quando se ne era andata e si erano visti per l'ultima volta. Ogni ponte con la sua vecchia vita era stato reciso. Era riuscita ad ottenere un posto come giornalista in una nota redazione del posto ed aveva così avuto la possibilità di coronare uno dei suoi innumerevoli sogni: vivere di scrittura.

Il telefono squillò riportandola alla realtà. Era Emilian.

- Ciao, piccola. Ti sto aspettando –

- Certo, lo so. Sto arrivando, dammi il tempo di mettere la giacca – rispose lei.

Emilian era il suo ragazzo da quasi due anni. Aveva superato non senza fatica il ricordo di Alex, ma era riuscita ugualmente a costruire una nuova relazione salda con il ragazzo che l'aveva travolta per strada mentre entrambi stavano correndo.

Si era creata fin da subito una forte intesa, che era poi sbocciata in un amore oltre ogni limite, come mai aveva provato prima. Lui era diverso, sapeva come prenderla e l'aveva sempre sorretta nei momenti in cui si era sentita destabilizzata, senza equilibrio. Aveva fatto lo stesso anche lei per lui.

Emilian era un ragazzo forte e saldo nei suoi valori e questo Audrey lo apprezzava profondamente. La sua sincerità era disarmante, una qualità che Audrey non poteva di certo disprezzare. Dal canto suo, Emilian la rispettava profondamente e mai e poi mai l'avrebbe ferita minimamente in alcun modo.

Erano da poco passare le otto quando Audrey bussò delicatamente alla porta di Emilian. Dalla casa proveniva musica leggera che si diffondeva per l'androne del condominio. Dopo poco Emilian aprì sorridente. Indossava un grembiule sporco di pomodoro. Audrey non poté fare a meno di ridere alla vista del suo ragazzo imbrattato a quel modo. Si poteva certamente dire che Emilian era bravo in molte cose ma sicuramente non eccelleva in ambito culinario.

- Che c'è? – rispose fingendosi offeso.

- Tesoro, conciato in quel modo sembri essere uscito da una lotta all'ultimo sangue con un vampiro ... anzi, all'ultimo pomodoro! –

Emilian le fece la smorfia.

- Dai, entra. Altrimenti mi scappa il pollo – le fece l'occhiolino.

Dall'odorino che aleggiava in casa si sarebbe detto che il cibo era squisito. E di fatti era così: Emilian aveva dato il meglio di sì. Come in ogni cosa del resto.

Finito di cenare, Emilian estrasse un libro polveroso dalla scrivania. Era rilegato in pelle marrone e il titolo era sbiadito. Era evidentemente molto antico. Lo porse alla ragazza senza darle alcuna spiegazione.

Quando le sue dita toccarono la copertina consunta, provò una sensazione strana, come di conoscenza e timore contemporaneamente. Un brivido le percorse la schiena fino ad arrivare alle mani che, saldamente, reggevano il libro.

- Che cos'è questo libro? – chiese Audrey realmente incuriosita dalla sensazione provata. Continuava a sentir scorrere una strana ed antica energia. Lo sfogliò e sulle prime pagine notò un piccolo disegno di un violino. Era estremamente miniaturizzato ma perfetto.

- E' un manoscritto, per la precisione – gli occhi di Emilian brillavano – Tu non hai idea di quanta fatica abbia fatto per recuperarlo. Mi dicevano tutti non esisteva, anche i più noti ricercatori dell'occulto. Mi stavo per arrendere quando l'ho trovato in un posto in cui non avrei mai immaginato di trovarlo. Un negozio celtico, proprio poco distante da qui. Ha aperto da poco – Emilian prese il manoscritto che Audrey teneva tra le mani.

- E di cosa parla questo manoscritto? – chiese Audrey sentendosi un vuoto nello stomaco non appena Emilian le tolse ciò che teneva gelosamente tra le mani.

- Parla della storia di una casata di purosangue che ... - Audrey interruppe Emilian.

- Un che? –

- Un purosangue. Un vampiro reale, lo stesso che ha scritto questo manoscritto- disse lui pieno di entusiasmo.

Audrey alzò un sopracciglio. Emilian conosceva perfettamente quel gesto. Voleva dire scetticismo all'opera.

Lui amava studiare l'occulto e tutto ciò che era mito e leggenda ma spesso Audrey gli diceva di essere un mezzo fanatico. Lei non credeva molto in queste cose e talvolta Emilian se ne risentiva particolarmente.

- Una cosa in cui io credo. Non puoi sempre giudicarmi per quello in cui credo – disse lui.

Audrey si sentì un po' in colpa nei confronti del ragazzo.

- Scusami, non dovevo fare così. Dai, ti ascolto – disse alzandosi e porgendogli un bacio dolce sulla guancia.

Emilian la scrutò per un istante, guardingo, prima di riprendere a capofitto nel racconto. Era felice quando riusciva a parlare di queste cose con Audrey.

- Praticamente, questo manoscritto racconta di una casta reale di vampiri, molto antica, coinvolta in una lotta sanguinosa. Una faida, per la precisione. La causa scatenante è stato il figlio vampiro dei reali, che aveva trasformato un essere umano in vampiro. Era vietato contaminare il sangue reale con quello di esseri umani. Devo ancora leggerlo, non ne ho avuto il tempo. È un pezzo di storia "nascosta" – Emilian era visibilmente eccitato.

- Che significa "nascosta"? – quello che Audrey sentiva nello stomaco la stava incuriosendo sempre di più ma decise di estinguere quella sensazione di familiarità che sentiva nell'ascoltare quello che le stava dicendo Emilian.

- Significa che sono reali ma che vengono celati dietro il nome di mito o leggenda –

Ripose il manoscritto sulla scrivania. Audrey si alzò e lo prese tra le mani. Di nuovo tornò quella sensazione ma questa volta era accompagnata da qualcosa di sgradevole. Per un attimo la testa le girò e non seppe più capire se era stato il vino a farle quell'effetto o quella storia che rasentava l'assurdo.

- Come sei arrivato alla conoscenza di questo manoscritto?- gli chiese lei.

- Mentre cercavo notizie sui vampiri, ho trovato un vecchio appunto su di un libro, in biblioteca. Ero curioso di sapere che cosa fosse così mi sono messo a cercarlo ma mai avrei immaginato di trovarlo, soprattutto in un negozio celtico – Emilian aveva il volto turbato.

Erano le due di notte quando Audrey si assopì sul divano, dopo una serata a chiacchierare con Emilian. L'aveva coperta delicatamente, per non svegliarla. Sembrava dormire beatamente con quel dolce sorriso sulle labbra che lui aveva amato sin dal primo momento che l'aveva notato. Improvvisamente una piccola ruga in mezzo alla fronte sembrò turbare il suo sonno.

Si mise al computer per cercare altre notizie sul manoscritto, quando, in basso a destra del desktop si aprì una notifica di Skype: una nuova amicizia. Il nome del contatto era assai bizzarro, Lestat de Liouncourt. Inutile dire che Emilian non riconobbe quel nome. Aveva letto i libri di Anne Rice un centinaio di volte alla ricerca di un fondo di verità ma era arrivato alla conclusione che tutto era il frutto della fervida immaginazione di una scrittrice assai brava e colta in materia. Alcuni sostenevano che lei avesse veramente incontrato il vampiro e che ne avesse narrato la storia.

Emilian accettò l'amicizia senza troppi preamboli. Era veramente curioso ma aveva il sospetto che fosse qualche ragazzino fanatico più di lui. Qualcuno a cui piaceva divertirsi in maniera alternativa.

Immediatamente si aprì la finestra della chat, ma il video risultava disattivato.

L: - Salve –



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