Capitolo Terzo (prima parte)

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Audrey tornò a casa il mattino seguente. Si era completamente dimenticata dello strano personaggio ma le venne in mente non appena vide il suo portatile. Decise di aggiungerlo ai contatti dal momento che si ricordava del bizzarro indirizzo. "Ovviamente alle dieci di mattina un vampiro dorme" sorrise tra sé e sé la ragazza.

Si mise quindi a lavorare al suo nuovo articolo che le era stato assegnato dalla redazione : "Il fantastico e la malattia mentale". Capitava proprio a pennello. Aveva appena trovato del materiale senza troppi sforzi.

La pagina bianca di word era davvero pesante da sopportare per Audrey. Erano da poco le undici quando lo strano personaggio si connesse. Sentì un fremito percorrerla.

A: - Salve, mi chiamo Audrey. Volevo scusarmi per il tono sgarbato e le parole che le ha rivolto il mio ragazzo –

Audrey aspettò che le rispondesse ma non lo fece. Rimase delusa e si meravigliò di quella delusione che non pensava di provare. Non ne aveva alcun motivo.

L: - Non si deve preoccupare per me. Ci vuole ben altro per offendermi. Semplicemente ho capito che il suo compagno non è utile al mio scopo. E poi, a me piace andarmene in maniera teatrale –

"Un narcisista" pensò. Audrey doveva stare al gioco se voleva avere informazioni utili per il suo articolo.

A: - Mi scuso ancora per lui –

L: - Ha proprio un nome stupendo, ma chère –

A: - La ringrazio. Apparteneva a mia nonna –

La ragazza si sentì un po' a disagio nel rivangare ricordi della sua famiglia. In un attimo il ricordo di sua madre le arrivò come uno schiaffo.

L: - Immagino che il suo viso sia grazioso quanto il nome che porta –

Non seppe cosa rispondere a quella lusinga.

L: - Non volevo metterla in imbarazzo, sono fatto così. Mi piace elargire complimenti a persone di cui sento di potermi fidare –

La ragazza sentì una contrazione allo stomaco. Quel commento l'aveva presa alla sprovvista. Era sulla strada giusta.

A: - Lei dove abita? –

L: - Non posso rivelarle la mia posizione. Spero vivamente che possa capire ma non voglio mettermi in una situazione troppo scomoda ma, soprattutto non voglio mettere lei nei guai, ma chère –

A: - Non ha importanza. Posso capire le sue ragioni. Anche io al suo posto farei esattamente così –

L: - Vedo che afferra al volo ciò che le dico. Dopotutto gli umani non sono scarsamente intelligenti come pensavo. Almeno non tutti –

A: - Piacere di sentirglielo dire –

Audrey sorrise inebetita allo schermo del portatile. Lestat non scriveva più niente così decise di riprendere la conversazione. Ormai ci aveva preso gusto e voleva continuare.

A: - Ieri diceva che voleva capire questo nuovo secolo ... -

L: - Sono secoli che vivo con monotonia e credo sia arrivato il momento di attraversarlo con più consapevolezza e non solamente come uno spettatore annoiato. Vorrei poterne prenderne parte, per quanto mi è possibile-

La ragazza si stava divertendo davvero molto. Avrebbe vinto il premio per il miglior articolo del mese. Ne era sicura. Avrebbe però dovuto cambiare il titolo dell'articolo in : "Incontro ravvicinato con il vampiro".

A: - La posso aiutare volentieri se lei lo volesse –

L: - Ne sarei onorato –

A: - Posso chiederle una cosa? –

Passò un lungo interminabile momento.

L: - Certamente, ma chère. Qualsiasi cosa –

A: - La posso incontrare? –





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