Rabbia, dolore e sofferenza

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Frank's pov
Ogni giorno è sempre lo stesso.
Mangio, vado a scuola, vengo picchiato, piango, studio e dormo.
Che noia.
Se solo potessi trovare qualcuno che mi ascolti a quest'ora mi sarei sentito libero da tutte queste frustrazioni che mi perseguitano.
Non ce la faccio più, sto collassando.
Uccidermi non migliorerebbe le cose e purtroppo mi tocca sopportare questa fottuta e dannata situazione e anche se mi lamentassi chi mi ascolterebbe? Nessuno.
Chi vorrebbe aiutarmi? Nessuno.
Essendo quasi le 8:00 del mattino mi toccava andare in quell'inferno aka scuola a ripetere la stessa giornata di merda.
Mi alzai dal letto, mi lavai, mi vestii e presi il mio zaino rosso mezzo rotto che conteneva dieci chili di libri e senza salutare mia madre mi diressi a piedi verso l'edificio.
Arrivato, mi nascosti dietro a un muretto per non farmi vedere da loro ovvero coloro che mi fanno stare male.
"Non vedo l'ora di pestare quella checca di Iero!" disse una voce del gruppo.
Appena sentii il mio nome, una lacrima mi scese. Il cuore mi batteva molto forte. La paura prese il sopravvento.
Non riesco a capire cosa vogliono da me.
Essere l'effeminato della scuola non credo sia una bella cosa.
Dopo 15 minuti la campanella suonò e cominciai a correre verso la mia aula.
L'ho scampata bella, Per poco non venivo pestato a sangue.
Ma non so per quanto possa durare questa gioia.
Intanto, La professoressa Lester, come al solito fece il suo ingresso mettendo una nota di classe, sprecando 3 ore preziose di lezioni bestemmiando Santi e Dei per farci stare zitti, e a dare pugni al banco.
Lei è una fottuta belva, una vergogna di donna, un essere disumano e purtroppo mi ci tocca conviverci.
Dannazione, si può essere più deficienti di cosi assumendo come professoressa una tizia come lei?
Mah, non la capisco proprio.
Dopo una manciata di tempo ecco che ci fu la ricreazione.
R I C R E A Z I O N E.
L' orrore in una sola parola, cercai di tranquilizzarmi mentre camminavo per i corridoi, ma ad un certo punto ecco che sento delle urla e dei ragazzi che correvano per venire addosso a me.
Mi volevano prendere per poi farmi del male e farmi piangere, non ce la facevo, veramente non riuscivo a reagire.
Odio la mia debolezza, mi rende ciò che sono.
Sono un codardo che scappa per poi essere scovato, dio quanto mi odio.
Senza accorgermene mi arrivò un pugno, un calcio e sentii gli insulti che mi strattonavano.
"Checca di Iero...Sei pronto a soffrire?"
Un pugno allo stomaco, una botta in testa, schiaffi dappertutto e sangue.
Ecco cosa mi facevano.
"Frocio! Puttanello! Checca! Fai schifo! Muori sotto un tram! Tutti ti odiano, ammettilo."
Ogni giorno ero costretto a tutto questo.
Cercavano di prendermi, ma io scappai e mi rifugiai in cortile, li ero al sicuro.
Ad un tratto un uomo dai capelli lunghi neri e dagli occhi verdi si avvicinò e mi chiese:
"Stai bene? Perché piangi?"
"oh ehm...niente sto benissimo." dissi col cuore in gola.
"Non credo proprio." disse fasciandomi le ferite.
"Uh...grazie ragazzo dagli occhi verdi."
"E di cosa....ah e comunque mi chiamo Gerard."
"Ed io Frank." dissi dandogli una stretta di mano.
"Ti va dopo scuola di andare a casa mia? Vorrei conoscerti meglio, sai sei un tipo veramente interessante."
"Certo!" dissi sorridendo.
"Ora vai in classe, ci vediamo dopo." disse scomparendo in una nube bianca.
Rimasi sconvolto.
Scomparso.
In una nube.
Andai in classe e rimasi per tutto il tempo affascinato da lui, Gerard.



Heyyyyyyyyyy
Che ne dite di questa storiellina INA INA?
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