Paura

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Ancora a bordo, cullata dall'effetto che mi fa, sento il suo passo rallentare.
Oramai era da un bel po' che camminavamo. Che lui camminava.... Trasportando un peso morto, perché è quello che sono in sto preciso momento, ovvero impotente di controllarmi.

Mille cose mi passano per la testa.
Non capisco cosa Shein Stones ci faccia in un posto del genere. Ancor più, cosa io ci faccia tra le sue braccia.
Cerco di aprire bocca, ma tutto ciò che ne esce è un verso poco femminile, dal suono alquanto impastato. Ci rinuncio.
Anche avendo gli occhi chiusi, percepisco gli angoli della sua bocca incurvarsi in un leggero sorriso. Ne sono più che sicura. E ovviamente lo sento sorridere.
Una risata sincera, di pancia. Aumenta. Nello stesso istante mi sento vibrare, sobbalzando, sentendomi letteralmente in balia di un "terremoto". La sua pancia. O meglio addominali scolpiti, da quanto immagino.
Non mi ero mai soffermata a pensare al suono della sua risata.  Forse perché non l'avevo mai ascoltata veramente. Oppure non l'avevo mai sentito farlo.

Ma che ci trova di tanto buffo in me?!
Mi sento sprofondare in un baratro. Quello da cui cerco sempre di scappare. Invano. Forse gli faccio pena, o semplicemente disgusto. Mi ha raccolta solo per puro dovere morale. Decisamente. Mi convinco che sia così. Ho imparato a mie spese, sempre ad aspettarmi il peggio dalle persone.

Ho ancora gli occhi chiusi, ma sono tentata di aprirli. Voglio incrociare il suo sguardo. Voglio perdermi in quell'oceano. Ma sento qualcosa che mi ferma. Un blocco mentale troppo forte da oltrepassare. Un muro, ormai troppo alto, costruito con dedizione, sempre più difficile da abbattere.

Forse Shein pensa stia dormendo.
Forse me la cavo. Da un momento all'altro, però, sento come un vuoto. Non ne so il motivo, non trovo alcuna spiegazione plausibile. Mi sento persa, mi manca il contatto con il suo corpo, con lui. Mi lascia scivolare via, verso un qualcosa di morbido; soffice.
Vai tu a sapere che non mi sta scaricando in qualche cassonetto.
No... Non potrebbe mai farlo. Sarà anche uno stronzo, ma non certo fino a questo punto. Comunque la puzza non la sento. Andiamo già bene.

Quanto voglio aprire questi cazzo di occhi che mi ritrovo!! Voglio vedere dove sono e chiedergli cosa cavolo ha intenzione di fare.
Ma ho paura. Ancora sta cazzo di paura. Non è da me!!!
Ho paura che solo aprendo quella sua boccaccia, mi faccia crollare la terra sotto i piedi e farmi cadere in un baratro ancora più profondo di quanto stia già. Paura di ritrovarmi lacerata, lacerata dalla sua lama che avrebbe potuto solcare marchi profondi, su di me. Con tutto quello che mi ritrovo alle spalle,non dovrei temere una cazzata del genere... Gente che mi sputtana ai quattro venti e che giudica, ormai non mi fa alcun effetto. Eppure, quelle offese e quei commenti di merda, che escono dalla sua bocca mi fanno letteralmente crollare. Come se tra tutti i pugnali che cercano di trafiggermi le viscere, il suo fosse quello a causarmi il dolore più atroce.

Sento un rumore; come di uno sportello, e poi un altro. Mi avrà portato in macchina... Penso. Ma per portarmi dove?!
Ahrghh!! Che faccia, e che mi porti dove vuole, tanto non me ne frega proprio un cazzo. Ora come ora.

The dark side of  usDove le storie prendono vita. Scoprilo ora