CAPITOLO 5- IN GIRO PER LA STRADA

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DRIN!! DRIN!!

Mi svegliai dal suono della mia sveglia che mi fece rimbombare le mie orecchie. Aprii le serrande e notaii che c'è una bella giornata. I raggi del sole mi accecavano e illuminavano tutta la mia camera, persino le parti più buie. Feci colazione e mi lavai I denti. Mi accorsi a prendere lo zaino e a uscire dall'hotel. Presi la mappa e questa volta arrivai a scuola addirittura con molto anticipo. Aspettai i miei amici al cancello della scuola. Dopo un pò, gli vitti arrivare correndo. Ci ragruppammo in uno spazietto e parlammo di come avevamo passato il pomeriggio ieri. Ned mi disse che aveva giocato alla play station 3. Ad un certo punto qualcosa mi spinse a dire che cosa fosse la play station. I miei amici a quella domanda,  mi guardarono come se fossi un'alieno. Ned mi spiegò che era una specie di macchina in cui inserisci un CD e ti fa giocare attraverso lo schermo della TV, in parole povere è un passatempo. Io rattristito gli risposi che nella mia vecchia città, i passatempi non esistevano, perché c'era l' obbligo di aiutare i genitori a lavorare dopo la scuola. Ned a sentire la mia risposta, cambiò subito argomento. Ad un certo punto suonò la campanella. Entrammo. Alla prima ora arrivo un professore che si presentò con il nome Paolo. Ci dette le varie lezioni che avevamo nella settimana, poi uscì. Al suono della campanella, fecimo ricreazione. Ci ragruppammo e mangiammo insieme. Phineas propose di uscire oggi pomeriggio approfittandone del tempo. Tutti accettammo. Alla fine della ricreazione, le ore passavano molto velocemente perché dovevamo solo presentarci ai professori. Finalmente suonò la campanella e tutti gli alunni, compreso me, uscimmo subito. Ned stabilì un orario ben preciso, alle 15:00 e tutti eravamo d'accordo. Mi accorsi ad andare all'hotel. Aprii la mia stanza e andai a pranzare. Finii alle 14:30 e questo mi fece capire di quanto sono lento a mangiare. Avevo ancora tempo di guardare la TV. Andai sui canali di cartoni a spongebob, adoravo I cartoni, infatti avvolte ti possono dare delle lezioni di vita. Verso le 15:00 mi incamminai verso l'uscita dell'hotel e uscii. Presi nuovamente la mappa e percorsi la strada corretta. Passai per i  campetti, chiesette e passai anche al commissariato della polizia, fino a quando arrivai. Vitti i miei amici seduti alle panchine. Mi accorsi per andare da loro e li salutai con molta allegria. Ferb propose di giocare ai giochi che c'erano al parco tipo l'altalena, il girotondo, lo scivolo e tanti altri giochi che c'erano. Giocammo senza interruzione fino allo svenimento. Ci riposammo alle panchine. Arrivò poi anche un bambino. Era vestito da calciatore e possedeva alle mani un pallone. Ned mi disse che si chiamava Stewie e che era il bambino più forte a calcio di questa città.  Ci invitò a giocare a  calcio e accettammo. Durante il percorso, Stewie notò una persona nuova, (cioè io). Ned gli rispose che ero Alex e che ero un nuovo arrivato. Stewie gli piaceva sfidare nuova gente e mi strinse la mano come segno di sfida ma anche di amicizia. Arrivammo al campetto chiamato San Marco. Purtroppo eravamo cinque e quindi uno di noi doveva fare l'albitro. Fecimo la conta e con la mia solita sfortuna,  uscii io. Dovevo fare l'albitro. I rimanenti fecero i sorteggi per le squadre e uscirono Stewie e Ferb contro Ned e Phineas. Durante la partita notai che avevo molta resistenza alle gambe, infatti riuscivo a superare addirittura Stewie, che è molto veloce e forte a giocare a calcio. La partita terminò sul 5 a 0 per la squadra di Stewie e Ferb. Segnò tutti e cinque i goal Stewie, che era un bomber di natura. Stanchissimi ci sedemmo in una panchina in cui c'erano due alberi che davano ombra. Per un pò parlammo di cosa volevamo fare in futuro. Stewie il calciatore. Ned il muratore perché suo nonno gli spiegò da piccolo tutto il mestiere e quindi le tecniche, infatti è già un vero esperto. Ferb e Phineas volevano fare tutti e due i carpentieri. Poi la domanda toccò a me. Io non volevo rispondere perché pensavo sempre al presente e poi perché nella mia vecchia città, pensare di avere gioia in futuro, porterà l'esatto contrario. Poi se non rispetti le loro tradizioni o le prendi in giro, loro ti puniscono con delle varie torture. La notte si avvicinava, era tardi. Ci salutammo e ognuno se ne andò nelle propio casa. Mi accorsi ad andare all'hotel. Entrai. Aprii la mia stanza ed entrando alla mia cameretta mi appoggiai al letto. Ero distrutto.

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