CAPITOLO 8- GITA CON LA SCUOLA

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Finalmente un attimo di felicità a scuola, finalmente fissammo le date per domani, gita in una piccola montagna. Più che altro dovevamo ascoltare quei noiosissimi persone della lega ambiente per la salvaguardia degli alberi e bla bla bla... La gita durava cinque ore e l'unica cosa positiva era quella di saltare tutte le ore di scuola. Ovviamente dovevano prendere uno zainetto con una merendina e lo zaino per prendere appunti. La gita prevedeva uno specifico percorso, da cui dovevamo attraversare il parco dove era situato un museo. Il costo del biglietto lo pagava la scuola e la partenza era alle ore 7:45. Alla fine delle lezioni, mentre andavamo alle nostre case, parlavamo di cosa potremmo fare alla gita, rendendola divertente. Dato che avevamo una pausa per consumare la merenda, pensammo di divertirci a calcetto portando un pallone, nascondendolo nello zaino.
Ormai erono le 21:00, stavo crepando dal sonno e decisi di andare a dormire, se no domattina ci vuole la ruspa per svegliarmi.
Era mattina, come tutti i giorni feci tutte le mie esigenze personali e mi preparai per andare a scuola. Arrivai a scuola e incontrai i miei amici che mi stavano aspettando. Come di parola, Stewie portò il pallone. Il pullman come al solito ci fece aspettare un quarto d'ora. Per sederci insieme, correndo ci sedemmo agli ultimi posti, mentre Christine si dovette sedere accanto alle sue perfide "amiche". Il viaggio per arrivare a destinazione non era lungo, ci impiegammo solo dieci minuti. Come previsto, il bus ci fermò all'entrata della montagna. Vicino questa entrata c'erano due persone che molto probabilmente erano quelli della lega ambiente. Con le loro solite parole ci descrivevano la zona, ma io volevo solo divertirmi. Finalmente dopo circa 1 km, arrivammo al parco, dove consumammo la merenda. I prof e quelli della lega stavano parlando in un piccolo bar e noi eravamo a fuori a mangiare. Questo era il momento migliore per divertirci. Prendemmo il pallone e con i miei amici giocammo in uno spazietto. Giocammo per circa 20 minuti quando uno della nostra classe, mi rubò il pallone e nel tentativo di segnare ad Alex, il suo tiro svirgolò e andò dritto dritto nella finestra del bar. Lui si rifugiò in mezzo ai compagni della scuola, mentre il pallone si bucò. Lo presi per buttarlo facendo attenzione a non tagliarmi, quando i prof insieme a quelli della lega e i propietari del bar mi colsero di sorpresa e dandomi la colpa a me! I miei amici mi difesero  dicendoli che era stato Thomas, il temibile Henry Thomas, i miei amici mi spiegarono che lui era il ragazzo più cattivo della scuola, alcuni lo avevano visto fumare e addirittura drogarsi, ma nessuno ha il coraggio di dirlo ai prof o alla polizia perché hanno paura e fanno bene, infatti un nuovo ragazzo, l'anno scorso, ha detto hai prof che fumava, loro lo hanno sospeso per tre mesi, ma poi è successo qualcosa di grave a questo ragazzo, Thomas lo tormentava ogni giorno, per non farlo parlare la addirittura picchiato e un giorno la buttato anche dalle scale, si è  rotto l'osso della mano ed è  stato all'ospedale per tre mesi dicendo al padre che era caduto perché aveva il laccio slegato, da quel momento nessuno li dava mai la colpa, perché vi racconto questa storia... perché  ora tutti i presenti della scena, davano la colpa a me! Era una cosa assurda. I prof mi guardarono male e i propietari mi dissero di darli il numero di cellulare. Li risposi che mio padre non possedeva un cellulare e allora li dissi che abitava all'Hotel Old Hall. Stavo tremando di paura, non avevo una minima idea di quanto dovessi pagare, sapevo solo che non eravamo ricchi. Mi dissero che domani mio padre doveva presentarsi a scuola per pagare i danni trascurandomi il prezzo. I miei compagni cercavono  di difendermi, ma la maggioranza conta, ormai sapevo che dovevo fare i conti con un bullo ancora peggio di Mark. L'ultime ore di perlustrazione furono pesanti, non avevo voglia di camminare, ero agitato al punto di sparare fuoco, ma che potevo fare, ero un semplice secchione. Ritornammo  al bus e salimmo. Dopo cinque minuti tornammo a scuola e poi andammo ognuno alle propie case. Arrivai ed entrai, non avevo il coraggio di confidarmi con mio padre, anche se entro domani lo doveva scoprire. Non sapevo quanto venisse il costo, mio padre suda per i soldi, e grazie a quello tutti quei sacrifici andati al cesso. Mi disse come al solito che era pronto. Inoltre mi disse come ho passato la giornata. Ha sentire questa domanda diventai nervoso, risposi con la voce tremolante:" ben..e pa..p..à.

Raga come tutti voi, ho degli obbiettivi, lo so che certe volte faccio degli errori, però  vorrei raggiungere i 400 visualizzazioni, se c'è  qualche cosa che sbaglio, vi ricordo che esistono i commenti, non vi preoccupate accetto anche le critiche

Un saluto da Vincenzo.

Hai finito le parti pubblicate.

⏰ Ultimo aggiornamento: Jan 31, 2016 ⏰

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