|Capitolo quattro|

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P.o.w. Tamara

Finalmente erano finite le cinque ore di lezione che dovevo sopportare quasi ogni giorno, tranne la domenica, fortunatamente.

Ero quel genere di ragazza che se andava a scuola, non vedeva l'ora che suonasse l'ultima ora di lezione, e in quelle ore non seguiva nessuna lezione e che preferiva scarabocchiare sui banchi.

A proposito di scuola, avevo in tutte le materie insufficienza a parte una educazione fisica. Come si può prendere insufficienza in questa materia? É impossibile!

Sapevo benissimo che quest'anno sarei stata bocciata ma non mi interessava molto, dato che ero stata bocciata anche l'anno scorso.

Da quello che avevo notato lungo del corso di questi anni, avevo notato che a mio fratello gli era sempre fregato come andassi a scuola, mentre i miei genitori ormai si erano arresi che non sarei cambiata e di conseguenza non ci facevano più tanto caso.

Ashton, ogni volta che notava delle buche nelle materie, si offriva di aiutarmi, ma io avevo sempre rifiutato, perché non mi interessava niente di essere promosso o meno.

«Sono ritornata» dissi mentre chiudevo un attimo dopo la porta del entrata di casa.

«Ashton dov'é? Non siete ritornati a casa assieme?» mi domandò mio padre appena notò l'assenza del suo unico figlio maschio.

«Quando mai ritornavamo assieme a casa? Questa mi é nuova» risposi confusa dalle parole che erano appena uscite dalla bocca di mio padre.

Guardai il mio cellulare per vedere se avevo ricevuto chiamate o messaggi da qualcuno. «Comunque forse sta arrivando a casa accompagnato dai suoi amici» mormorai mentre appoggiai il mio zaino su una delle sedie del salotto.

«Mi ero dimenticato di chiederti com'é andata la serata con il nuovo amico di Ashton?» mi chiese sul momento mio padre

«abbastanza bene, ma non sognarti granché» lo avverti per poi sedermi su una sedia.

«Buongiorno!» senti salutare mio fratello appena entrato in casa, sempre con il buon umore stampato in faccia.

«com'é andata la giornata figliolo?» domandò mio padre mentre stava appoggiando il giornale sul tavolino accanto al divano.

«molto bene» affermò per poi sorridere leggermente.

«quando si mangia?» domandai, interrompendo la conversazione tra mio fratello e mio padre.

«vostra madre a iniziato poco fa a cucinare il pranzo, dovrete aspettare ancora una mezzoretta, penso che potrete sopravvivere per un po'» ci informò fissando mio fratello e me che ormai eravano accanto l'uno all'altro.

«bene, allora vado ad appoggiare il mio zaino dov'é dovrebbe stare, per perdere un po' di tempo» dissi per poi dirigermi un attimo dopo nella mia stanza.

Senti dei passi, che non appertenevano a me, e che capi subito che qualcuno mi stava seguendo, e sapevo già chi era, il riccio.

«perché mi stai seguendo?» domandai continuando a camminare senza neanche degnarlo di uno sguardo.

«Perché non so che fare...» confessò appena entro un attimo dopo, nella mia stanza.

«Allora cos'hai fatto oggi?» mi chiese, mentre io assunsi una faccia stranita.

Davvero me lo ha chiesto? Davvero non ti ricordi che tua sorella non fa mai niente?

«ah, capito» mormorò per poi iniziare a ridere

«mi stai iniziando a preoccupare Ash» confessai per poi buttarmi a peso morto sul mio letto, mentre mio fratello mi stava osservando.

«tu mi preoccupi da sempre, da quando sei nata, e ormai la tua stranezza é diventata una normalità per me, ma per gli altri...chissà cosa pensano di te» mormoro

Opposited Calum hoodDove le storie prendono vita. Scoprilo ora