Capitolo 2

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Avevo iniziato a lavorare per la Bundesliga poco prima dei Mondiali di calcio in Brasile.
Il mio odio per Neuer era cominciato quando gli avevo fatto una domanda alla fine di una partita: gli avevo chiesto della sua vita privata, della sua ragazza, Nina. Mi aveva mandata a quel paese, dicendomi che non voleva parlare della sua vita privata davanti alle telecamere e, in diretta, mi aveva detto che odiava i giornalisti come me, definendoli degli "sfigati senza una vita". Tutto questo davanti alle telecamere, ovvero davanti a migliaia se non milioni di telespettatori.
Aveva un certo odio per i giornalisti, rispondeva sempre in modo sarcastico, come se stesse parlando con persone che non capiscono niente di tutto e di tutti.
Eravamo a maggio ed era passato esattamente un anno dal mio sfortunato incontro con lui.

Dopo averlo superato nel tunnel, tirai un sospiro di sollievo. La stagione era quasi finita e l'ultima cosa che volevo era avere un faccia a faccia con lui.
Andai subito a sedermi nella mia "postazione giornalista", negli spalti più in alto dello stadio.
Mancava ancora mezz'ora all'inizio della partita ed un senso di fame (o forse di gola) mi aveva preso lo stomaco. Adocchiai subito uno di quei ragazzi che vendono patatine e cose varie e mi misi a rincorrerlo. Una volta raggiunto comprai un pacchetto di Haribo, quelle del Bayern e mi accorsi di essere davanti alla tribuna delle WAGS (traduzione "Wives and Girlfriends", mogli e fidanzate dei calciatori, NdR) e mentre mi infilavo in bocca la Coppa di Germania gusto arancia, mi accorsi di una cosa: ne mancava una! Ci avrei scommesso il mio pacchetto di Haribo che la cara fidanzatina dell'Odia-Giornalisti non c'era.
Mi diressi come un razzo alla Bat-Postazione, accesi il mio computer ed andai a controllare. Nulla. Internet non diceva proprio niente al riguardo. Okay, sembra una cosa stupida, ma un giornalista deve essere aggiornato anche nel tema pettegolezzi.

Alle 18 in punto la partita iniziò: Bayern Monaco contro Schalke 04. Sapevo che lo Schalke era la vecchia squadra di Neuer, ma non mi ricordavo che i tifosi bianco-azzurri lo odiassero così tanto, forse più di me.
La porta di Neuer si trovava proprio sotto la curva riservata ai tifosi di Gelsenkirchen ed esso gli tiravano di tutto: palline di carta, bottiglie di plastica, bicchieri, persino banane. In quell'istante sentii qualcosa allo stomaco, come una fitta lancinante: Manuel Neuer stava raccogliendo ciò che gli avevano tirato, ciò che coloro che dovrebbe odiare gli avevano tirato.
Pensai che quella fitta fosse dovuta alle caramelle che con foga avevo finito poco prima, ma sapevo che non era così, stavo soltanto mentendo a me stessa.

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