Wise.

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Essere a casa dopo aver passato i precedenti tre giorni chiusa in una stanza con un simpatico vecchietto e un'infermiera dalla voce stridula era fantastico per Abby.

Mentre stava sdraiata sul letto, pensava che non avrebbe voluto più alzarsi.
Sarebbe potuto cascarle il mondo addosso e lei non avrebbe abbandonato quella posizione.

Fissò il soffitto, soggetto di numerose occhiate e sospiri nei momenti più pesanti della sua vita.

Quando pensò di potersi finalmente riposare si ricordò del compleanno di Herb.
Era quel giorno e lei sarebbe dovuta andarlo a trovare quel pomeriggio, in ospedale.

Chiusa fra quelle quattro mura bianche con un simpatico vecchietto e un'infermiera dalla voce stridula.

Di nuovo.

La casa era completamente vuota e quando Abby scese in cucina, dopo aver trovato la forza per alzarsi, guardò l'orologio appeso al muro, segnava le unidici del mattino.

Pensava a dove sarebbe dovuta essere a quell'ora, a lezione di matematica, con la sua insegnante preferita. La donna sulla cinquantina che l'aveva cacciata fuori dalla classe facendo ridere Calum.

Abby si pentì subito di aver pensato a Calum, perché pensando a lui, automaticamente, pensò ai suoi amici, quindi, Ashton.

Le balzò alla mente il pensiero di Ashton mentre le raccontava della sua vita a Sydney.
Aveva una voce profonda, occhi supplicanti.
Quasi la stesse pregando di capirlo.
Aveva detto ad Abby di richiamarlo, se mai avesse voluto farlo.

E in effetti Abby voleva farlo, ma non in quel momento. Voleva prendersi un po' di tempo per capire quale fosse la cosa giusta da farsi.

Ma anche se non voleva ammetterlo, Abby sapeva che lui aveva qualcosa.
Non aveva idea di come spiegarlo, non aveva idea neanche di cosa fosse ciò che lo rendeva così speciale.
Ma lui aveva qualcosa.
Qualcosa che gli altri non avevano.

Il tintinnio delle chiavi e il leggero scricchiolare della porta fecero tornare alla realtà la ragazza e Claire entrò in casa con delle buste della spesa e i capelli scompigliati.

Una volta raggiunta la cucina, posò le buste e lasciò la borsa su una sedia prima di lamentarsi.

-Mi ero dimenticata che oggi sarebbero iniziate le offerte.-

Prese posto a tavola e passò più volte le dita tra i capelli per districare i pochi nodi che si erano creati mentre era bloccata in quell'ammasso di persone che c'era al supermercato.

Abby rise e iniziò a sistemare le scatole e i barattoli nelle varie mensole.
Quando ebbe finito, si sedette di fianco a sua madre e parlò.

-Mamma- la richiamò.

Claire voltò lo sguardo e sorrise appena.

-Dimmi tesoro.-

-È difficile amare?- chiese Abby, vi era un pizzico di esitazione nella voce, ma Claire sembrò non darci peso.

-Molto.-

-E c'è qualcosa di più difficile?-

-Certo.-

-E cosa?- domandò la mora.

-Fingere di non farlo.-

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Dentro quella stanza non si sentiva per niente bene.

Herb invece sembrava più felice del solito, ma stanco, come sempre.
E come sempre era sdraiato sul suo lettino.

-Auguri vecchietto. Come stai?- chiese Abby dopo aver preso posto su una sedia.

Avvicinò essa al letto, Herb sorrise.
-Bene, ma 78 sono troppi- parlò.

Bad Dreams || Ashton IrwinDove le storie prendono vita. Scoprilo ora