-Capitolo 1

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Dicono che la vita sia tutta un gioco. Ma non è così. Siamo noi il gioco della vita. Con alcune persone è gentile e con altre orribile. Per alcune un'ancora di salvezza e per altre un ostacolo da affrontare.
Per me, onestamente, non è né un'ancora né un ostacolo. Né troppo gentile, né troppo orribile. È tutto solo questione di destino e io, nel destino, ci credo.

Ci sono cose che accadono per sbaglio, altre desiderate da tempo e altre, invece, che neanche ti aspetti.

Ecco, io non mi sarei mai aspettata di essere accettata all'Università più importante di Washington.
Mi tremano ancora le mani mentre mantengo la busta che fino a poco fa era chiusa con della cera lacca rossa, con sopra il timbro dell'Università.

"Mamma." Urlo per farmi sentire, poiché lei è al piano di sopra.

Solo al pensiero che tra qualche mese non sarò più in questa città mi fa sentire strana. Ho tutto da organizzare. Dal viaggio all'iscrizione ai vari corsi.

"Dimmi." Scende preoccupata, pensando che mi fossi fatta male.

"Sono stata accettata. Tra due mesi sarò a Washington, mamma." Giurerei di aver visto qualche lacrima minacciare di uscire dai suoi occhi, ma faccio finta di non farci caso.

"Brava bambina mia." Mi abbraccia forte, forte come non ha mai fatto e io, ricambio l'abbraccio.

Io e mia mamma siamo molto legate. Soprattutto da quando è morto mio padre, non avevo tanti amici e lei è sempre stata la migliore amica che non ho mai avuto, mi mancherà molto lasciarla qui, da sola a Littleton.

"Ti voglio bene." Mi sussurra all'orecchio e io non faccio altro che abbracciarla ancora più forte.

..

Inizio a vedere il sito dell'Università e devo dire che è molto bella. Dopo un po' decido di spegnere il cellulare ed andare a fare visita alla mia migliore amica, Meriem, per darle la bella notizia.

"Mamma esco, vado da Sandra."

"Va bene."

Esco di casa. Oggi l'aria sembra diversa, come se tutto tendesse a migliorare. Ho battuto tutti, chi mi ha detto che non ce l'avrei mai fatta e chi mi ha sempre presa in giro. Vi ho battuti.

"Sandra, sono io." Mi apre la porta curiosa di sapere il perché della mia visita.

"Sono stata presa!" Le dico, senza riuscire a contenere la felicità, lei però mi sembra confusa.

"all'Università, sono stata presa." Ed anche lei mi abbraccia, ma a differenza di mia madre non riesce a contenere le lacrime ed inizia a singhiozzare sulla mia spalla, mentre io le accarezzo la schiena.

"Mi mancherai."

"Anche tu. Ma ehy, abbiamo ancora due mesi da passare insieme ad i nostri amici e divertirci." Le dico, dandole uno schiaffetto sul braccio.

"Sì, hai ragione."

..




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