-Capitolo 3
Percorro non so quanti chilometri a piedi. Avrei tanto voluto prendere un autobus ma purtroppo non ho soldi con me, e credo che il mio conto in banca sia andato perduto.
Mentre cammino il mio sguardo vaga sulle varie case e negozi che circondano i bordi delle strade. Ci sono negozi enormi con vetrine lucide e abbellite per attirare i clienti, negozi più modesti dove si trovano sicuramente cose di seconda mano, case su due o tre piani che appartengono ad una sola famiglia e moltissimi condomini. Il mio sguardo si sofferma sulla centrale di polizia, si trova al centro di un enorme piazza brulicante di gente con due enormi bandiere che sventolano e parecchie macchine parcheggiate all'ingesso.
Saldo i vari gradini di pietra mi accorgo di avere gli sguardi dei poliziotti addosso, forse sarò il camicie da laboratorio che li attira..
-Salve signore come posso aiutarla?- mi dice una voce alle mie spalle. Mi giro lentamente e porgo un sorriso alla giovane segretaria con la divisa e una penna tra i capelli rossi.
-Salve signorina, senta dovrei denunciare una scomparsa-dico abbassando la voce sull'ultima parola.
-Mi dica il nome, l'età e l'aspetto della persona scomparsa-
-Ecco... è una bambina di circa 5 anni.. si chiama Angel Lowey si riconosce subito perché ha i capelli biondi e due occhi di due colori differenti, uno marrone e l'altro grigio-dico velocemente. Non mi sorprende affatto lo sguardo confuso che mi rivolge la segretaria.
-Quindi denuncia la scomparsa di sua figlia devo dedurre.-
-Esattamente-
-Non è un po' troppo giovane per essere padre?-
A quella domanda gli ingranaggi del mio cervello iniziano a girare. Se sono stato ibernato per 15 anni..sicuramente mia figlia non avrà più 5 anni.. ma..20 o 19.. Dannazione!
-Em si direi di si- mi limito a dire sorridendo.
-Mi dispiace molto..signor..-
- Thomas Lowey-
La segretaria mi porge delle carte che io firmo senza badare a cosa ci sia scritto, l'unica cosa che mi interessa adesso è ritrovare mia figlia. Dopo aver compilato l'ennesimo modulo, mi accomodo nella sala d'attesa. Mi chiedo se lei stia bene.. forse avrei dovuto denunciare una sparizione di una ragazza e non di una bambina..ma come posso sapere io se è ancora viva? E se fosse morta almeno..
Una lacrima solitaria mi scende dall'occhio attraversandomi la guancia. Mi affretto ad asciugarmela con la manica del camicie e in quell'istante vedo due stivali in cuoio neri fermi davanti a me. Alzando lo sguardo noto che c'è un poliziotto giovane quasi mio coetaneo, con un enorme distintivo che luccica come i suoi occhi azzurri.
-Lei è il signor Thomas Lowey?- mi dice scrutandomi con indifferenza.
-Si sono io-
-Piacere sono il capo della squadra di polizia che si occupa delle sparizioni. Mi dispiace molto per sua figlia signore- Mi dice porgendomi la mano destra.
-Grazie per l'aiuto-gli dico stringendogli la mano.
Dopo un breve colloquio che non ricordo nemmeno, vengo congedato e mi affretto ad uscire dalla centrale. Noto che ha iniziato a piovere perché molta gente tira fuori ombrelli variopinti di colori. Io mi limito a coprirmi con il camice il più possibile. Mentre cammino sotto la pioggia urto per sbaglio una ragazza..
-Ahi! Oh..mi scusi signorina ero distratto non intendevo..-rimango allibito quando vedo che la ragazza che per sbaglio ho urtato, è la stessa che ho visto alla fermata del bus qualche ora fa.
-Non si preoccupi signore, mi scusi lei ero sovrappensiero-mi dice sorridendomi.
-Buona giornata signorina-le dico facendole un saluto col capo mentre mi volto per continuare la strada. A dire il vero non so bene dove sto andando.
-Vuole un ombrello signore? Vedo che purtroppo non ne ha uno..io ne ho due con me..se vuole..-mi dice titubante stringendo tra le mani l'altro ombrello color mogano.
-Ti prego così mi fai sentire vecchio!ahah sono un tuo coetaneo..credo. comunque si grazie accetterei volentieri l'ombrello-lei con un sorriso ammiccante mi porge l'ombrello e si dilegua prima che potessi ringraziarla adeguatamente. È molto strana quella ragazza, spero di poterla rivedere.
Controllo l'orario dal cellulare che gentilmente mi ha regalato il commissario, non ricordo nemmeno quando me l ha consegnato.. Nel controllare l'orario noto che c'è un messaggio inviato alle 21:35 precisamente cinque minuti fa. Apro il messaggio anonimo.
"Caro signor Thomas Lowey, vogliamo informarla che abbiamo raccolto non molto materiale sulle informazioni che ci ha fornito. Pertanto dovrebbe ripresentarsi alla centrale di polizia domani alle 11:30. Saluti -Commissario Ben"
Il mio problema non è quello di arrivare puntale all'appuntamento con il commissario, ma trovare un posto dove passare la notte. Infreddolito, affamato e stanco mi dirigo verso un vicolo dove trovo un enorme scatolone asciutto nonostante la pioggia. Entro nell'oggetto e mi rannicchio nel miglior modo possibile. È una situazione assurda ma non so davvero come uscirne. Ad un tratto mi accorgo che da una finestra di fronte a me ci sono due occhi che mi spiano e che non si spostano da me. La cosa è a dir poco inquietante. La figura distoglie in fretta lo sguardo da me ed esce dal portone avvicinandosi. Credo sia una donna.
-Tony? Sei davvero tu?-
-E Tu chi sei?-
To be continued...
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I love you Dad
Teen FictionDopo la morte della moglie, Tony (uno scienziato che lavora in una centrale nucleare)vive con la sua piccola figlioletta di 5 anni Angel. La vita scorre tranquilla ma non manca il giorno in cui a Tony non pensi alla sua adorata moglie, ma a colmare...