11.

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Joy.
Il treno metteva più ansia di quanto già ne avessi io. Luke mi scriveva per assicurarmi che sarebbe venuto. Ci eravamo scambiati i numeri.
matusso del mio cuore: te lo prometto.
matusso del mio cuore: non ti preoccupare.
matusso del mio cuore: manca pochissimo.
matusso del mio cuore: tra dieci minuti sei qui, io sono in macchina.
me: Luke, ho ansia, mi sta per prendere un attacco di panico.
matusso del mio cuore: povera piccola, stai tranquilla, va tutto bene, fai respiri profondi. non voglio che stai male.
me: sto bene, ho solo paura che mi dai buca.
matusso del mio cuore: come faccio a darti buca se sono già qui. vagone 6 giusto?
me: oddio santo beato.
matusso del mio cuore: è quello il tuo treno?
matusso del mio cuore: okay, è il tuo, ti aspetto.
Avevo il cuore a mille, un'ansia pazzesca e tanta voglia di abbracciarlo. Presi la mia valigia e il mio zaino per poi scendere dal treno. Il mio cuore esplose. Mi guardai attorno, ma non vidi Luke. Indossava una felpa nera e rossa con il cappuccio e i pantaloni neri strappati. Trascinai la valigia correndo verso di lui. Mollai la valigia in un angolo per poi abbracciarlo forte. Sorridevo come un'ebete. Mi strinse forte a se. Mi sentivo finalmente a casa e l'ansia era cessata.
«sei bellissima.»disse stringendomi forte. Profumava tanto, aveva un profumo strano che mi piaceva un sacco. Mi incantava.
«e tu sei altissimo.»sorrisi. Ero sulle punte ma lui era comunque altissimo. Ci staccammo, gli sfilai gli occhiali e sorrisi.
«così va meglio.»dissi per poi recuperare la valigia. Chiacchierammo raggiungendo la sua auto. Caricò la mia valigia per poi aprirmi la portiera. Salii e allacciai la cintura, lui fece lo stesso. Quando accese la radio il cd dei 1975 era già inserito, sorrisi. Robbers continuava mentre guardavo fuori dal finestrino.
«sei contenta?»chiese lui.
«no, Luke.»lo guardai.
«come no?»mi guardò male.
«è impossibile essere contenti, sono felice.»sorrisi.
«credevo ti saresti arrabbiata dopo che ti ho detto la verità.»disse lui cambiando marcia.
«come sarei potuta arrabbiarmi? Ma dai, è solo tanto imbarazzante.»ridacchiai.
«io direi di stare a casa tutta la giornata, domani usciamo con Michael. Così ora ti rilassi un po', guardiamo la TV, ordiniamo una pizza. Sempre se ti va.»sorrise lui.
«certo che mi va. Però voglio i tuoi calzini.»dissi sorridendo.
«e va bene.»sorrise. Mise la sua mano sulla mia, la prese e la poggiò sulla sua coscia per poi stringerla. Lo aveva fatto davvero? Avevo le allucinazioni? Luke non era il tipo che faceva queste cose. Lo guardai e presi a sorridere come un'ebete. Lui era abbastanza imbarazzato, così ruppi il ghiaccio.
«io ho già mangiato sul treno, e tu?»domandai.
«già mangiato.»disse lui. Guardai fuori dal finestrino osservando Sydeney. Ho sempre amato quella città, ci ero stata circa quattro volte e mai mi era parsa così bella. Con Luke affianco il mondo cambiava faccia. Mi scordavo di tutti i problemi. Arrivammo davanti ad una villa di due piani, lussuosa.
«benvenuta a casa mia!»sorrise.
«non ti ci perdi dentro?»risi prendendomi la valigia.
«non è poi così grande.»fece spallucce. Entrammo dal cancello per poi arrivare al portone. Entrammo. La casa era davvero bella. Mi aspettavo una casa tutta bianca invece era abbastanza scura. I mobili neri, divano rosso scuro. Già l'adoravo. Mi mostrò la sua camera. L'aveva riordinata solo per me. Disse di essere un tipo molto disordinato e che non mi sarei dovuta spaventare alla vista di qualche paio di mutande in giro per casa. Sistemai le mie cose mentre lui prese una coperta di lana, acqua, popcorn e andò in bagno. Mise tutto sul divano. Lo raggiunsi lì. Si era sdraiato sul divano sotto le coperte con le gambe piegate.
«un bimbo.»risi.
«sei tu la bimba qui.»sorrise lui. Gli feci la linguaccia e mi misi dall'altro lato del divano, con la faccia verso Luke. Mi coprii anche io e gli rubai dei popcorn. Mise una puntata di How I Met Your Mother, il suo preferito. Lo guardammo per un po' ma finii per rimanere incantata da lui. Iniziammo a chiacchierare finché lui non mi chiese.
«ah, ma io avrei delle domande da farti.»sorrise.
«tipo?»chiesi. Si tirò su.
«ti ricordi che nel gruppo c'era un'altra ragazza? Perché la odiavi a morte?»ridacchiò.
«era la mia migliore amica, poi si è fatta il ragazzo che mi piaceva.»feci spallucce.
«e ora?»
«lei è una puttana, lui è un coglione ed a me non interessa più.»sorrisi. E a me interessi tu, così avrei voluto dire.
«e invece quelle cose che dovevi dirmi ieri?»
«magari più avanti, ora non ho voglia di parlarne, sono troppo felice.»sorrisi.
«va bene, invece, i tuoi?»domandò.
«sono in Canada.»feci spallucce.
«e non li vai a trovare?»
«tre volte l'anno.»spiegai.
«e quando ci sei stata l'ultima volta?»chiese.
«a Natale.»
«capito.»
«mi manca mio fratello.»dissi pensandoci.
«hai un fratello?»chiese lui guardandomi.
«si, Thomas, il mio fratellino.»sorrisi.
«e quanti anni ha?»domandò. Sembrava voler conoscere la mia vita.
«32.»sorrisi.
«alla faccia del fratellino.»spalancò gli occhi.
«beh, in effetti. Lo adoro, è protettivo e gelosissimo ma anche dolce e divertente. Mi manca troppo.»sorrisi.
«gran parte del nostro nuovo tour sarà negli Stati Uniti. Potresti venire con noi, nelle tappe in Canada.»sorrise.
«oddio Luke, così è troppo.»ridacchiai.
«in realtà no.»sorrise e lo guardai confusa«credimi, probabilmente arriverò a peggio.»
«oddio che ansia che metti.»risi. Mi tirò un popcorn per poi mangiarne un altro. Ne presi una manciata e gliene tirai uno ridendo.
«Ehi!»protestò. Iniziò una lotta infinita di popcorn. Ridevo come non mai. Poi suonarono al campanello.
«oh, cazzo, deve essere Michael.»imprecò lui.
«Michael?»spalancai gli occhi.
«si, oddio, ce la fai? Mi aveva detto che passava, la settimana scorsa, me ne ero dimenticato. Scusami. Se vuoi gli dico che stai facendo la doccia e ti chiudi in camera.»disse lui ridacchiando un po'.
«no, penso di farcela, devo solo convincermi sia un ragazzo normale.»
«lo è, penso.»rise. Parlò al citofono.
«Ehi, Mike. C'è Joy. Okay.»sorrise e aprì. Avevo un'ansia pazzesca di nuovo. Avevo un debole anche per Michael, ma in realtà avevo un debole per ognuno di loro. Tralasciando Luke di cui ero innamorata persa. Luke aprì la porta e non gli diedi il tempo di entrare che mi fiondai tra le sue braccia. Era comunque il mio idolo.
«ma che dolce.»mi strinse Michael.
«è un po' tanto ossessionata da..noi.»disse Luke ridacchiando.
«io direi più da te, ricordi? 70%.»disse Michael. Mi staccai e guardai male Luke. Come faceva Michael a sapere?
«come fa a saperlo?»
«me lo ha raccontato.»ridacchiò Mike. Lanciai un'occhiataccia a Luke prima di guardare poi Michael sorridendo.
«devi sapere che Mike è tipo il mio diario segreto, se non mi potessi fidare di lui sarei fottuto.»ridacchiò Luke.
«posso ricattarlo quando voglio, è fantastico.»rise Mike aprendo il frigo e aprendo una Coca-Cola.
«anche io voglio sapere tutte quelle cose.»dissi.
«see, piccola, Mike contiene 19 anni di segreti, è impossibile.»rise Luke. Lo guardai alzando le sopracciglia.
«comunque, Mike resta a cena?»chiesi.
«no, deve andare con Calum.»
«non si chiamava Caleb?»risi. Michael scoppiò a ridere.

gdr [l.h.]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora